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What a Space, la sharing economy degli spazi temporanei

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home What a Space“Dai spazio alle tue idee” è l’accattivante invito  di What a Space, il portale che mette in contatto domanda e offerta di spazi per temporary shop ed eventi in Italia.

E’ uno strumento veloce e duttile per trovare lo spazio giusto al momento giusto. Abbiamo conosciuto Daniela Galvani, cofounder, all’ultima edizione di Sharitaly e di recente l’abbiamo intervistata.

What a Space, chi sono i fondatori?

Andrea Sesta e Daniela Galvani, fondatori di What a Space
Andrea Sesta e Daniela Galvani, fondatori di What a Space


Daniela, con Andrea avete fondato What a Space. Una bella storia che ha per protagonisti Space Owner e Space User: chi sono costoro?

D.G.: “Space Owner e Space User sono le due figure protagoniste del processo di condivisione di uno spazio, in pratica i proprietari e gli affittuari. What a Space li mette in contatto attraverso la piattaforma, seguendo un principio molto semplice. Chi ha bisogno di uno spazio (Space User) può trovare quello più adatto alle sue esigenze del momento, e chi possiede uno spazio (Space Owner) ha la possibilità di mantenerlo sempre vivo e attivo, differenziando la propria offerta a seconda delle situazioni e del periodo dell’anno.
I vantaggi sono evidenti. Spazi che prima erano sfitti e/o abbandonati diventano delle opportunità profittevoli: sia per chi ne è proprietario sia per chi è alla ricerca del posto perfetto per il proprio evento, temporary store, o pop up shop. Il sistema è facile e accessibile: gli Space User possono consultare gli annunci filtrandoli per prezzo, servizi disponibili e molto altro. Una volta trovati gli spazi più adatti, possono mandare delle richieste (gratuite) per entrare in contatto diretto con gli Space Owner, chiedere maggiori informazioni ed eventualmente prenotare lo spazio.
What a Space in sostanza si pone nel mezzo, facendo da garante di un rapporto di fiducia reciproco.”.

"Lezioni italiane" evento allo Spazio Spin di Milano, promosso da Unicredit (ott.2015)
“Lezioni italiane” evento allo Spazio Spin di Milano, promosso da Unicredit (ott.2015)

Temporary Shop: nell’era del web non bastano le vendite online? C’è ancora bisogno di metterci la faccia, darsi la mano?

D.G.: “E’ vero che siamo nell’era del web, e che il mondo del business è sempre più concentrato sull’online, ma più del 90% delle vendite e degli affari accadono ancora offline. Tuttavia, basta fare una passeggiata per le strade di qualunque città per vedere come il modello degli affitti a lungo termine nel settore commerciale è in forte crisi. Ma le soluzioni ci sono e sono diverse, in base alle esigenze e alle disponibilità: ad esempio un temporary store è la soluzione perfetta per un brand che ha già una certa presenza online e che vuole fare un’operazione di immagine, dare la possibilità ai suoi clienti fidelizzati di accedere ad offerte dedicate, sfruttare i social per aumentare l’awareness con eventi specifici. Lo shop sharing invece è una soluzione più economica per sfruttare la presenza e il giro d’affari di un negozio già esistente, testare il mercato e raccogliere idee per il futuro. In ogni caso l’esperienza face to face con i clienti è una risorsa per i brand, che non solo continuano a vendere ma possono anche, appunto, stringergli la mano e creare ricordi tangibili. Non si tratta di scegliere, ma di integrare.”.

“Dai spazio alle tue idee”: quali sono le idee che stanno circolando nella vostra community?

D.G.: “La community che anima la piattaforma di What a Space è fatta di aziende, creativi e professionisti che vogliono promuovere la propria azienda e i propri prodotti/servizi nel mondo reale, per cui le idee che circolano sono sicuramente legate all’innovazione, alla sperimentazione e alla ricerca di nuovi modi di fare promozione. E noi ci divertiamo un sacco a lavorare in questo ambiente: ci crediamo e si vede.
Il nostro team  è indipendente e internazionale, fatto di architetti, ingegneri e progettisti web di diverse nazionalità. Crediamo nei nuovi paradigmi gestionali basati sulla partecipazione e sulla condivisione, ragion per cui abbiamo anche scelto di lavorare in coworking, un ambiente particolarmente stimolante. E poi c’è sempre qualcuno che porta dei dolci per tutti!”.

Per saperne di più:What a Space

Articolo scritto da:

Sara Grita

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Webwriter, copywriter, blogger. Nata e cresciuta a Milano, ho lavorato a Roma, Bologna e ancora Roma nelle produzioni video, tv, teatrali, come responsabile della comunicazione. Ho partecipato all'ideazione e alla fondazione di CasaNoi. Questo blog nasce per condividere tutte le informazioni su casa e ambiente ed è aperto alle domande dei lettori.

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