Raccolta differenziata: vizi privati, pubbliche magagne
0 commentiC’è scritto fuori: contenitore per vetro, contenitore per carta e cartone, per plastica e lattine, per l’umido, per indifferenziata.
Non sembra difficile. Non è difficile. Ma a Roma lo è. Sempre.
Tra tanta scelta, sono molti i cittadini che depositano i loro sacchetti – straripanti, gocciolanti e maleodoranti – ai piedi dei cassonetti, anche quando questi sono vuoti e attendono solo di essere riempiti.
Sacchetti naturalmente dal contenuto indifferenziato: lische di pesce e giornali, flaconi di detersivi e torsoli di mela, carte di stracchino o gorgonzola e pile scariche, lattine di pomodoro e fiori appassiti. Perché la strada, in quanto bene comune, viene percepita come bene di nessuno?
A dire il vero, sono tante anche le persone che differenziano e inseriscono i rifiuti nel posto giusto. Senso civico. Perché il bene comune è bene di tutti.
Comuni virtuosi
Centinaia di comuni in tutta Italia hanno organizzato una raccolta differenziata eccellente. Grazie ad alcuni sindaci illuminati e all’intelligenza degli abitanti che l’hanno adottata, oggi la raccolta differenziata, per alcune città e paesi, è diventata addirittura fonte di reddito. Un esempio fulgido: Capannori.
Una campagna dei Comuni per educarci
Se a casa nostra buttassimo cartoni di pizze, lattine, cicche e bucce di banana sul pavimento, pretenderemmo di avere una squadra di pulizie 24 ore al giorno? No.
I figli vanno educati. I nonni anche. Amici, condòmini e colleghi pure.
Sono proprio quelli che mixano e ammassano spazzatura generica dentro o ai piedi dei cassonetti i primi a lamentarsi della poca pulizia delle strade.
Per non parlare di quelli che svuotano i posacenere della propria auto o che, mangiato il tramezzino, accartocciano il tovagliolo e lo buttano per terra.
Sogno una cartellonistica comunale che, con una campagna mirata, suggerisca e sancisca una buona volta e per tutti i corretti comportamenti. E, a suon di multe, li faccia rispettare. Chiedo troppo?