Tassa Airbnb per gli affitti brevi
0 commentiCos’è la tassa Airbnb?
Nella cosiddetta “Manovrina” di aprile 2017 è stato inserito un nuovo adempimento fiscale per gli intermediari che affittano immobili per periodi brevi: l’applicazione di una cedolare secca del 21%.
Ricordo che per affitto breve si intende quello che prevede un periodo di locazione inferiore a 30 giorni, per il quale non è previsto l’obbligo di registrazione del contratto.
L’imposta è stata definita tassa Airbnb in quanto è parsa subito rivolta a quelle piattaforme on line, come Airbnb appunto, dedicate all’affitto di case vacanza.
Il provvedimento è stato preso dal Governo al fine di contrastare l’evasione fiscale molto diffusa per questo tipo di affitti.
La tassa non rappresenta infatti una nuova imposta. Le imposte sugli affitti brevi ci sono da sempre, ma in realtà sono davvero in pochi a pagarle ed è proprio per questo motivo che c’è stato il giro di vite da parte del Governo.
Come funziona la tassa Airbnb?
L’intermediario, dunque, una volta ricevuto il pagamento del canone fissato per la locazione, è tenuto a trattenere il 21% dell’importo a titolo di ritenuta, da versare poi al Fisco.
Ciò equivale a dichiarare all’Agenzia delle Entrate gli affitti brevi di durata inferiore a 30 giorni.
Applicando la ritenuta alla fonte, il proprietario non potrà quindi più evadere le tasse.
Dopo aver effettuato il pagamento, l’intermediario dovrà poi rilasciare al proprietario la Certificazione Unica, in quanto sostituto d’imposta.
L’intermediario è tenuto a rilasciare al proprietario tale certificazione entro il 31 marzo di ogni anno.
La violazione di questo adempimento comporterà per l’intermediario una sanzione pari a 2.000 euro.
La cedolare secca del 21% applicabile a scelta da parte dei proprietari su tutti i redditi da locazione, fa sì che questo tipo di introito non concorra a formare il reddito imponibile ai fini Irpef, ma sia tassabile separatamente con un’aliquota fissa pari proprio al 21%.
A chi è rivolta la tassa Airbnb
La tassa per gli affitti brevi riguarda prevalentemente i soggetti intermediari a cui in genere i turisti si affidano per questo tipo di locazioni. Si tratta proprio di piattaforme on line, ma anche, per fare qualche esempio, Tripadvisor o Expedia.
Questi portali web prevedono di solito il pagamento on line da parte degli utenti.
Gli stessi adempimenti valgono però anche per le agenzie immobiliari che, in caso di affitto breve di immobili, saranno tenute anch’esse a:
- comunicarlo all’Agenzia delle Entrate
- effettuare la ritenuta di acconto del 21%
- consegnare al proprietario la Certificazione Unica.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la base imponibile su cui applicare la cedolare secca del 21% è costituita dall’importo chiesto come canone di locazione, per cui la provvigione dell’intermediario va calcolata a parte.
Questo costituirà un problema per i portali web, che sono soliti trattenere la provvigione dall’importo pagato dal cliente, ma non per le agenzie immobiliari.
Per queste si presenta invece un altro problema: poiché i clienti intestano di solito l’assegno direttamente al conduttore, l’agente dovrebbe anticipare la ritenuta di tasca propria.
La soluzione potrebbe essere quella di far pagare tramite bonifico, in modo da uscire dall’obbligo di ritenuta.
Ancora, è possibile utilizzare i contanti fino a 3.000 euro. In questo caso, l’agente potrebbe trattenere facilmente la somma corrispondente alla ritenuta.
Entrata in vigore della cosiddetta tassa Airbnb
La norma si applica agli affitti brevi i cui contratti sono stati stipulati a partire dal primo giugno 2017.
Non sono però previste sanzioni per quelli stipulati fino all’11 settembre 2017, per cui si può dire che l’obbligo sia entrato in vigore dal 12 settembre.
Pertanto, poiché la ritenuta deve essere effettuata entro il 16 del mese successivo, si può dire che la data del 16 ottobre 2017 rappresenta la prima scadenza da rispettare per gli intermediari.
Naturalmente, le imposte andranno pagate anche per gli affitti stipulati in precedenza, ma per questi la responsabilità cadrà interamente sui proprietari che non abbiano provveduto agli adempimenti.