Modifica intestazione della casa tra compromesso e rogito
0 commentiModifica intestazione della casa tra compromesso e rogito
Cosa accade se il compromesso viene firmato da una persona, ma in realtà la casa viene intestata ad una coppia o a una persona diversa? Ci sono conseguenze?
E’ quanto ha chiesto la nostra lettrice Morgana al notaio Federico Alcaro di Roma, autore di diversi articoli in questo blog di CasaNoi.
Poiché l’argomento è d’interesse generale, riportiamo integralmente la domanda e la risposta ricevuta dal notaio Federico Alcaro.
Scrive Morgana:
Salve, vorrei porre un quesito al notaio riguardante la cointestazione della casa.
Io e il mio compagno non siamo sposati e, dato che io non recepisco uno stipendo, il contratto preliminare è stato firmato solo da lui.
La casa però volevamo intestarla a entrambi, ma un notaio della zona ci ha detto che non era possibile cointestare la casa senza averlo prima specificato nel contratto preliminare, pena una multa per evasione fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, in quanto risulterebbe una sorta di “compravendita”.
Un altro notaio invece ci ha assicurato che basterebbe il pagamento di 200,00€ di tasse per aggiungere il mio nome, senza alcuna ripercussione.
Nessuno però ci ha mai detto che era necessario specificarlo nel contratto preliminare, non è scritto da nessuna parte.E’ possibile quindi una cosa del genere? C’è una possibilità di cointestare la casa senza ricorrere a un nuovo rogito (e quindi ulteriori spese)?
Grazie mille per la risposta. Saluti, Morgana
La risposta del notaio sulla modifica intestazione della casa tra compromesso e rogito
Gentile Morgana,
il contratto preliminare vincola le parti che lo hanno sottoscritto. Con il consenso di entrambe le parti, pertanto, è ben possibile modificarlo, annullarlo o eseguirlo in modo diverso da quanto originariamente pattuito.
Dunque sotto il profilo giuridico non ci sono ostacoli a che il venditore venda metà a ciascuno di voi, in esecuzione di quel contratto preliminare.
La questione si pone invece sotto il profilo fiscale perché l’Agenzia delle Entrate, secondo la sua interpretazione delle leggi tributarie, spesso di segno sfavorevole per il contribuente, ci potrebbe “leggere” una cessione del contratto preliminare a suo favore e pretendere la relativa tassa (i famosi 200 euro di cui parlava il secondo collega).
Vada a parlare direttamente con il notaio incaricato dell’atto e si faccia spiegare. L’operazione è semplice e piuttosto comune.
Cordiali saluti
Federico Alcaro notaio
Studio Notarile ALCARO – RANDAZZO
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