Agevolazioni fiscali per adeguamento antisismico
0 commentiItalia, Paese a elevato rischio sismico
Come si evince dai frequenti eventi calamitosi che colpiscono il nostro Paese, l’Italia è un territorio a elevato rischio sismico.
I motivi risiedono in una pericolosa combinazione di fattori:
- frequenza con cui avvengono i terremoti, anche di notevole intensità
- fragilità del patrimonio edilizio esistente, costruito prevalentemente negli anni Sessanta e Settanta con scarsa attenzione alla qualità dei materiali e senza misure antisismiche
- alta densità abitativa
- elevata concentrazione di beni di valore storico, artistico e culturale
- scarsa cultura della prevenzione.
I Comuni italiani sono classificati in 4 zone di rischio sismico, che vanno dalla 1 a rischio più elevato alla 4 a rischio ridotto.
Le Norme Tecniche per le costruzioni (NTC) prescrivono i principi da rispettare nella progettazione, costruzione e collaudo dei nuovi edifici e le misure di adeguamento antisismico da rispettare per gli edifici esistenti.
Agevolazioni fiscali per adeguamento antisismico
Gli interventi di adeguamento antisismico degli edifici esistenti risultano però piuttosto invasivi e costosi, motivi che inducono la maggior parte dei proprietari a rinunciarvi.
La Legge di Bilancio 2017 ha cercato di porre rimedio a questo problema, introducendo il cosiddetto sismabonus, un’agevolazione fiscale maggiorata destinata a favorire proprio questo tipo di interventi.
Si tratta di una misura, giunta dopo il catastrofico sisma del centro Italia del 2016, che presenta un’altra caratteristica importante: per la prima volta, il Governo non si limita a fornire aiuti per una ricostruzione post sisma, ma tenta di agire in maniera preventiva, per scongiurare altre catastrofi simili.
Vediamo allora quali sono i principi generali da seguire per adeguare sismicamente un edificio esistente, partendo dal presupposto che il primo passo deve essere costituito da una corretta diagnosi sismica condotta da un esperto strutturista.
Adeguamento antisismico degli edifici esistenti
Costruire o ristrutturare un edificio in maniera antisismica, significa renderlo in grado di sopportare un evento sismico senza subire danni tali da mettere a rischio l’incolumità degli abitanti.
Struttura in grado di oscillare senza collassare
Questo tipo di risposta della struttura è definito comportamento scatolare perché tutte le parti (pilastri, muri e solai) devono essere ben collegati e solidali tra loro.
Gli interventi più diffusi per favorire questo comportamento sono:
- le catene (barre metalliche di collegamento tra pareti opposte per evitare che si distacchino)
- i placcaggi (strutture metalliche di connessione tra solaio e struttura perimetrale).
Un intervento di adeguamento antisismico deve essere poi mirato a individuare i punti deboli della struttura per intervenire, con modalità diverse a seconda della loro tipologia.
Per gli edifici in cemento armato, si può intervenire rinforzando gli elemento strutturali. Un provvedimento frequente è costituito ad esempio dalla cerchiatura dei pilastri.
Per gli edifici in muratura, invece, si può intervenire sulle murature scarsamente coese, attraverso la sostituzione di parti, o sui collegamenti tra pareti e solai.
Un’altra soluzione efficace è costituita dalla sostituzione della copertura esistente, al fine di alleggerirne il carico e gravare di meno sulle strutture datate.
A tale proposito, abbiamo visto invece come ad Amatrice, in molti edifici crollati, il tetto era stato sostituito con strutture in cemento armato.
Un altro intervento molto diffuso, che invece è assolutamente da evitare, è la realizzazione di cordoli in calcestruzzo armato, soprattutto se le murature sottostanti non sono state adeguatamente rinforzate.