Panic Room, una stanza a prova di effrazione e di intrusione
0 commentiLe statistiche più recenti riferiscono di un allarmante aumento del numero di furti in appartamento. L’aspetto più preoccupante del fenomeno è però che molte di queste intrusioni avvengono quando gli occupanti delle abitazioni sono presenti in casa e soprattutto di notte, quando vengono narcotizzati nel sonno e derubati di ogni cosa. Nella peggiore delle ipotesi c’è addirittura il rischio che gli occupanti, accortisi delle intrusioni, possano subire violenze anche con tragiche conseguenze.
Al di là degli avvenimenti più drammatici, tale tipo di intrusione è di sicuro tra le più odiose, perchè viola l’intimità della famiglia e a quel punto il furto diventa addirittura il male minore. Questo tipo di problemi è particolarmente sentito da chi abita in ville e abitazioni private, ma gli inquilini di appartamenti in condominio nemmeno possono considerarsi completamente al sicuro.
I sistemi di sicurezza passiva che si possono mettere in atto sono diversi:
– porte blindate
– finestre e porte finestre antieffrazione
– tapparelle rinforzate
– grate con ferramenta anti scasso.
Oltre a questi sistemi ormai noti, però, si stanno diffondendo da un po’ di tempo anche le porte blindate per interni, quelle che consentono di realizzare una sorta di panic room o stanza blindata.
La panic room è una stanza in cui ritirarsi in caso di gravi pericoli, ma è anche il luogo in cui conservare i propri averi più preziosi ed è caratterizzata dall’essere dotata di porte blindate pensate specificamente per gli interni.
Insomma, una sorta di cassetta di sicurezza in cui custodire denaro , gioielli, documenti riservati, ma soprattutto in cui proteggere la propria vita e quella degli altri componenti della famiglia in caso di necessità.
Nel 2002, il film Panic Room con Jodie Foster ha reso noto il concetto di stanza di sicurezza, mostrandone un esempio estremo del suo utilizzo.
La protagonista si nasconde infatti in una stanza equipaggiata con apparecchiature ad alta tecnologia per sfuggire a malviventi senza scrupolie riesce alla fine ad avere la meglio.
In realtà, la stanza di sicurezza non è una invenzione moderna: le più antiche di cui si abbia memoria risalgono all’Antico Egitto, dove i faraoni le facevano costruire all’interno delle piramidi per proteggere tesori e oggetti personali da eventuali saccheggiatori; ancora, in epoca medioevale, i castelli erano dotati di una o più stanze segrete per proteggere i nobili proprietari da intrusioni e attacchi esterni e spesso anche di tunnel sotterranei per facilitare la fuga in caso di pericolo.
Durante la seconda guerra mondiale , poi, si diffusero le stanze – bunker per proteggere la popolazione dai bombardamenti aerei.
Oggi, la maggior parte delle volte le stanze della casa che si sceglie di blindare per renderle più sicure sono le camere da letto.
Di solito, quando si pensa a una porta blindata, vengono in mente portoni in lamiera con maniglie imponenti e serrature evidenti, pensati più dal punto di vista della funzionalità che da quello del gusto estetico. Quelle per interni, invece, sono particolarmente curate nel design, in modo da integrarsi armoniosamente qualunque sia lo stile della casa.
Diverse sono le aziende che propongono a catalogo porte blindate da interni per realizzare una panic room: possiamo pensare a Oikos, Dierre o Garofoli, solo per citare i marchi più famosi.
La panic room o safe room, però, può anche essere un locale indipendente della casa da utilizzare solo in caso di pericolo.
Per realizzare questa tipologia di panic room il momento più opportuno è in fase di costruzione di una nuova casa, ma non è impossibile farlo neanche in corso di ristrutturazione. Non occorrono in effetti grandi spazi, ma pochi metri quadri ricavabili da sgabuzzini, sottoscala, nicchie e così via.
Se si intende mantenere segreta la stanza, deve essere opportunamente nascosta, mascherandola con armadi, librerie o boiserie.
L’accesso può essere automatizzato mediante l’uso di telecomandi o interruttori nascosti nell’arredo della casa.
La stanza bunker abbina alla protezione passiva delle porte blindate quella attiva offerta dai sistemi di allarme e di rilevazione delle intrusioni.
La stanza deve essere a prova d’intrusione, ma allo stesso tempo adeguatamente accessoriata per permettere di comunicare con l’esterno e chiedere aiuto in caso di bisogno.
Dall’interno della stanza invece si potranno controllare eventuali micro – camere installate nelle zone strategiche della casa e del giardino e allo stesso tempo avere un sistema di collegamento con le forze dell’ordine per allertare i soccorsi.
La presenza di un sistema antintrusione abbinato a un impianto di video sorveglianza servirà ad avvertire dell’imminente pericolo per ritirarsi in tempo nella stanza di sicurezza ed evitare il confronto con gli intrusi.