Artisti a casa tua: cos’è il progetto My little house
Vi ho già parlato in un precedente post delle gallerie d’arte in casa. Il progetto che sto per presentarvi ne è in qualche modo legato, ma presenta una grande novità: in questo caso l’artista è ospite nella casa; ne consegue, una convivenza insolita e speciale tra lui/lei e la persona o la famiglia ospitante.
Curiosi? Vi basta continuare a leggere!
Il progetto My little house
Il gioco è semplice: bastano “…piccole case, messe a disposizione da persone comuni. Persone che vogliano provare e farsi travolgere dall’esperienza della convivenza con un artista.” – spiega l’ideatore.
I proprietari di casa che aderiscono al progetto possono scegliere e invitare un artista all’interno della loro abitazione per la durata di una settimana. L’artista che accetterà dovrà realizzare dei lavori site-specific, a titolo gratuito, in relazione con la vita della casa ospitante.
L’arte come dispositivo di aggregazione
Importante la fase successiva. Infatti, dopo i sette giorni di convivenza è fondamentale per il completamento dell’operazione che venga coinvolto il vicinato e, più in generale, la comunità. Vicini di casa, amici, parenti, studenti, bambini e anziani saranno invitati a scoprire il manufatto e/o l’intervento realizzato all’interno dell’appartamento. Lo scopo ultimo di My little house è dunque creare un momento di aggregazione, di confronto e di dialogo all’interno delle mura domestiche.
La prima tappa
Fulvio Ravagnani, l’ideatore del progetto My little house, si è messo in gioco in prima persona e ha invitato nella sua piccola casa, la prima settimana di marzo, l’artista Cristina Gardumi.
Fulvio vive a Milano in un bilocale all’angolo delle vie Dolci/Ricciarelli, in un edificio popolare, costruito negli anni ‘30.
Gli aspetti vincenti del progetto
My little house permette di mettersi alla prova, ospitando una persona estranea, di cui però si apprezza il lavoro. La convivenza genera il confronto e da questo nascono nuovi stimoli e sinergie che vanno ancor più a incrementarsi grazie al coinvolgimento delle persone che saranno invitate a casa, alla presenza dell’artista, per un caffè, una cena, un brunch. Singoli o in piccoli gruppi, l’importante è fare esperienza dell’arte in un luogo accogliente e a tu per tu con l’artista.
Ecco l’intervista di approfondimento al curatore Fulvio Ravagnani:
Qual è il fine del progetto My little house?
Creare progetti legati alla creatività e all’arte che rispondono ad esigenze più “umane” di fruizione, meno strutture e più semplicità.
Ora che la prima tappa è stata compiuta, quali saranno gli step successivi? Ci sono già persone che vogliono aderire?
Stiamo già lavorando alle prossime “My Little House”. Inaspettatamente mi hanno scritto tantissime persone per mettere a disposizione la propria casa. Credo sia questo il successo più grande del progetto.
Che tipo di risposta stai avendo dal pubblico?
Molto entusiasmo! Ho la casa invasa da sconosciuti che vengono per un caffè, un bicchiere di vino, portano dolci e condividono con me questa esperienza. E’ una sensazione bellissima.
Qual è il tuo ruolo?
Farò da collante tra tutte le “My Little House” che nasceranno, sarò il mediatore tra Artisti e Ospitanti, collaborerò con le altre realtà che vorranno cimentarsi e che si proporranno. Insomma, come si dice in questi casi, farò un po’ il curatore del progetto. Ho un’idea precisa e voglio che i valori del progetto restino saldi.
Cosa ti aspetti in futuro per questo progetto?
Spero di trovare partner istituzionali e privati per sostenere tante altre “My Little House” e generare una cultura e un flusso alternativo per godersi questa modalità così poetica.
My little house è un progetto nato a Milano, ma speriamo che si allarghi a macchia d’olio in tutta Italia…e non solo.
Volete anche voi andare a visitare “My little house” o aderire all’iniziativa? Potete inscrivervi tramite Facebook o scrivere una mail a ravagnanifulvio@gmail.com