Il barocco di Noto, giardino di pietra
0 commentiL’architettura barocca di Noto
Pur non potendo definire un concetto unitario di architettura barocca, essendo questa espressione di diversi sistemi filosofici, religiosi e politici che si susseguirono nel Seicento, possiamo individuarne le caratteristiche fondamentali.
Forme curvilinee, sia in pianta sia in alzato, le composizioni complesse per la distribuzione degli spazi, l’uso sapiente della luce naturale, l’utilizzo di stucchi, specchi e materiali preziosi e l’impiego dominante degli elementi decorativi.
Pittura e scultura, infatti, sono parti costitutive della stessa composizione architettonica, con la quale si armonizzano in un perfetto connubio.
L’architettura delle città barocche si contraddistingue per l’intento scenografico con il quale vengono progettati palazzi, piazze e giardini, allo scopo di destare ammirazione negli osservatori.
Le abitazioni nobiliari si distinguono in due tipologie: i palazzi di città e le ville di campagna.
I palazzi urbani restano sostanzialmente immutati rispetto alla tipologia rinascimentale, caratterizzata dalla presenza di una corte centrale. Sono in genere formati da più corpi di fabbrica e si articolano spesso intorno a giardini adorni di statue e ricchi di fontane e spettacolari giochi d’acqua.
Per quanto riguarda l’architettura sacra, le chiese sono prevalentemente a pianta centrale, spesso a generatrice ellittica, o a navata unica, con facciate ricche di decorazioni scultoree.
L’architettura barocca in Italia: il barocco di Noto
In Italia, tra i numerosi centri che videro lo sviluppo dell’architettura barocca, citiamo la Val di Noto, inserita nel 2002 dall’Unesco tra i siti mondiali patrimonio dell’umanità.
Degli otto centri che costituiscono la valle, Noto è quello principale. Per la magnificenza delle sue chiese e dei suoi palazzi nobiliari è un vero e proprio gioiello di questo stile e per la delicatezza dei fregi presenti è stata definita giardino di pietra.
La città fu quasi completamente distrutta dal tragico terremoto del 1693, per cui l’originario centro (oggi denominato Noto Antica) fu abbandonato e ricostruito a circa 10 km di distanza.
Pertanto Noto deve paradossalmente la sua fortuna a questo tragico evento, visto che fu ricostruita con l’aspetto scenografico e monumentale che oggi possiamo ammirare.
L’impianto urbanistico si presenta con strade ampie e parallele, in linea con l’impostazione dell’urbanistica barocca.
I palazzi della città, costruiti con la locale pietra calcarea, furono progettati con un’impostazione scenografica, per cui la città è un tripudio di facciate decorate con mensole, riccioli e volute, con i parapetti dei balconi in ferro battuto.
Le tre piazze barocche di Noto
L’asse viario principale è corso Vittorio Emanuele, al quale si accede dalla monumentale Porta Reale. Il percorso della strada è scandito da tre piazze, ciascuna caratterizzata da una chiesa.
In piazza dell’Immacolata si trova la chiesa di San Francesco dell’Immacolata, a cui si accede attraverso un’ampia scalinata che conduce a una terrazza.
Di notevole interesse anche il monastero del SS. Salvatore, che sorge alla sinistra della chiesa, edificato su progetto di Sinatra. Presenta lateralmente una torre curvilinea a più piani con logge, e un belvedere con balaustra.
Lungo il percorso si ammira anche la chiesa di Santa Chiara, progettata da Rosario Gagliardi, il più celebre tra gli architetti che presero parte alla ricostruzione della città.
La piazza del municipio è quella più monumentale per la presenza di palazzi e della cattedrale.
Alla sinistra della piazza si erge infatti il Palazzo Ducezio, cinto da un porticato classicheggiante. A destra, invece, una sinuosa scalinata conduce alla Cattedrale di san Nicolò, la cui facciata è scandita da due campanili laterali e di cui molti ricorderanno il crollo, avvenuto nel 1996.
Prima di arrivare alla terza piazza si incontra la chiesa e collegio dei Gesuiti, con un bel portale, racchiuso da quattro colonne sovrastate da maschere mostruose. In piazza XVI Maggio si trova, infine, la chiesa di S. Domenico, il cui interno è ricoperto di stucchi e marmi policromi.
Degno di nota è anche il palazzo Nicolaci, nella via omonima, famosa perché vi si celebra ogni anno a metà maggio la splendida festa dell’Infiorata.
E’ caratterizzato dalla presenza di mensole con putti, cavalli, sirene e leoni e figure grottesche, in mezzo ai quali spicca la figura di un personaggio mediorentale.
Altri gioielli barocchi della città sono la chiesa del Carmine, dalla facciata concava tipica di questo stile e i palazzi di via Cavour, palazzo Astuto e Palazzo Trigona Cannicarao.