Come fare il calcolo dei punti luce in casa
0 commentiIl calcolo dei punti luce in un impianto elettrico
Quando si deve realizzare un nuovo impianto elettrico o modificare quello esistente nel corso di una ristrutturazione,
capita di avere a che fare con preventivi stimati a “punto luce”.
È opportuno specificare che gli elettricisti calcolano il proprio compenso in questo modo operando una semplificazione. In realtà bisognerebbe considerare singolarmente le varie scatole, derivazioni e collegamenti, ciascuno dei quali ha un costo specifico e differente.
Stabilendo però un prezzo medio a punto luce si riesce a ottenere un risultato più pratico.
Può essere utile quindi capire cosa si intende con questa espressione e imparare come calcolare e dove disporre i diversi punti luce nella propria abitazione per soddisfare le specifiche esigenze.
Definizione di punto luce
Per punto luce si intende genericamente un punto dal quale viene erogata energia, per cui esso può essere sia un interruttore, sia una presa, sia un lampadario.
Quali e quanti sono i punti luce in una abitazione?
Esistono diversi tipi di punti luce:
- interruttore
- deviatore
- invertitore
- presa
- lampada.
Per fare una differenziazione più precisa possiamo distinguere:
- punti di comando (gli interruttori di vario tipo)
- punti luce veri e propri (i lampadari, le lampade, i faretti)
- punti presa (prese elettriche, prese tv)
- punti presa di servizio CEE (le prese Schucko).
È importante sapere che non esiste un numero standard di punti luce in ambito domestico, ma esso può variare da una casa all’altra, poiché dipende da vari fattori, come il tipo e la grandezza dell’abitazione, le necessità di illuminazione e le esigenze di chi vive in quell’alloggio.
Quindi è opportuno valutare insieme all’artigiano che eseguirà i lavori e magari all’architetto che li dirigerà, quali e quanti sono i punti luce che vi occorrono e dove disporli.
Un esempio di come si calcolano i punti luce di una stanza
Supponiamo che, ad esempio, in camera da letto siano necessari i seguenti punti:
- 1 lampadario centrale
- 2 lampade da comodino
- 3 prese
- 3 interruttori.
Avremo complessivamente in questa stanza 9 punti luce.
Nelle case moderne si utilizzano molti elettrodomestici, soprattutto in cucina, si installano televisori in quasi tutte le stanze, si dispone di computer ed altri dispositivi.
Per questo nel calcolo dei punti luce necessari è sempre meglio aggiungerne qualcuno in più piuttosto che trovarsi in difficoltà con un impianto sottodimensionato.
Come calcolare il costo a punto luce
Il prezzo di un impianto elettrico computato a punto luce può essere calcolato in maniera diversa a seconda dell’impresa che effettua l’intervento.
Infatti, alcuni elettricisti propongono un prezzo forfettario indistinto per tutti i tipi di punti luce, altri invece prevedono delle tariffe diverse a seconda che si tratti di interruttori, deviatori, invertitori o prese.
Se il costo dell’impianto elettrico è stato fissato “a punto luce”, per conoscere l’importo complessivo bisognerà in ogni caso moltiplicare il prezzo di ogni singolo punto per il numero di quelli installati nell’abitazione.
Mediamente si può ipotizzare un costo di 45 – 50 euro a punto luce, a cui bisogna aggiungere il costo del quadro elettrico.
Per un appartamento di 90 metri quadri occorrono in genere almeno 50 – 60 punti luce, per cui il prezzo di un impianto elettrico si aggirerà intorno ai 3.000 – 3.500 euro.
Il prezzo così computato è comprensivo di manodopera e di materiale ma non comprende invece eventuali interventi particolari, come opere di muratura per eseguire gli impianti sotto traccia o l’utilizzo di placchette o accessori di serie civili di alta qualità.