Come progettare una cucina per persone disabili
0 commentiUna cucina sicura per tutti
La cucina, insieme al bagno, è la stanza della casa a maggior rischio di incidenti domestici.
La sua progettazione richiede sempre grande attenzione ai requisiti di sicurezza, ma a maggior ragione se deve essere utilizzata da persone con difficoltà motorie, anziani o disabili costretti a spostarsi in sedia a rotelle.
In questi casi, alla sicurezza occorre curare con impegno l’ergonomia e la funzionalità d’uso, in modo tale che queste persone possano utilizzarla anche in autonomia.
Del resto la cucina è anche il luogo dove si trascorre la maggior parte del tempo in casa, per consumare i pasti o stare insieme alla famiglia, per cui richiede una cura particolare della progettazione.
Le misure di una cucina per disabili
Come abbiamo visto in un precedente articolo dedicato alla progettazione dell’ingresso e del soggiorno per persone disabili, la soluzione ideale per garantire una certa facilità di movimenti è un grande open space comprendente il soggiorno stesso, la cucina e l’area pranzo.
Se però ciò non è possibile e la cucina fa parte di un locale a sé stante, la porta di accesso deve essere larga almeno 75 cm per consentire un agevole ingresso.
Affinché una cucina possa essere vissuta con una certa autosufficienza da un persona in sedia a rotelle, sono necessari alcuni accorgimenti, primo fra tutti quello di abbassare il piano di lavoro a 70 – 80 cm di altezza.
L’altezza massima raggiungibile da una persona seduta è di circa 130 cm, mentre difficilmente si possono raggiungere punti posti al di sotto dei 40 cm.
Queste misure sono fondamentali per capire a che altezza posizionare i pensili e fino a che altezza utile considerare le basi.
I mobili della cucina per persone disabili
Per poter essere utilizzati in autonomia da persone disabili i mobili della cucina devono avere caratteristiche particolari, diverse da quelle delle collezioni tradizionali.
Per consentire a una persona in carrozzina di accostarsi al piano di lavoro, non solo questo deve essere più basso, come abbiamo visto, ma lo spazio al di sotto deve essere libero.
Pensili e scolapiatti devono essere facilmente raggiungibili, per cui i primi vanno collocati a un’altezza opportuna, mentre per lo scolapiatti si può scegliere un modello da appoggio.
Il lavello deve essere largo ma anche poco profondo (non oltre i 15 cm) con uno spazio sottostante di almeno 65 cm e 40 cm di profondità.
Vediamo ora quali caratteristiche devono avere gli elettrodomestici. Al piano cottura con fuochi a gas è preferibile un modello con piastre a induzione. In quest’ultimo caso infatti è possibile spostare le pentole trascinandole, anziché alzandole. Le manopole per l’accensione devono inoltre essere poste in posizione frontale.
Forno e lavastoviglie vanno posizionati in maniera tale da poter essere utilizzati da seduti. Quindi va bene anche l’installazione a colonna, in modo da non doversi necessariamente piegare, ma a un’altezza inferiore a quella generalmente utilizzata nelle cucine convenzionali.
Per quanto riguarda invece i contenitori, sono da preferire quelli con cestelli estraibili, che consentono di vedere completamente il contenuto una volta aperti.
Le ante con apertura a vasistas, verso l’alto, sono utili soprattutto alle persone con problemi di vista, perché permettono di aprire i mobili senza essere di ostacolo.
Il tavolo da pranzo deve avere un’altezza che possa essere regolata a seconda delle necessità.
La domotica nella cucina per disabili
Fortunatamente oggi ci viene in aiuto la tecnologia che consente di rendere automatiche molte funzioni che si svolgono in cucina.
Grazie a un impianto domotico infatti una persona con disabilità è in grado di comandare funzioni come:
- aprire le ante dei mobili
- regolare in altezza il piano di lavoro
- accendere la piastra a induzione, il forno, la lavastoviglie.
Il tutto regolabile anche attraverso un’app gestibile con lo smartphone.