Come saranno le casette per il post terremoto
1 commentoA meno di un mese dal sisma che ha colpito il Centro Italia, si fa un gran parlare del programma Casa Italia e del “sismabonus”, un incentivo fiscale che a breve dovrebbe essere disponibile per gli interventi edilizi compiuti su tutto il territorio e anche per le seconde case.
In questo momento, però, il problema più grave da risolvere è quello dell’emergenza abitativa, per cui è necessario pensare a dare un alloggio ai circa 4.500 sfollati.
A tale scopo, è stato messo a punto un progetto di soluzioni abitative temporanee presentato nei giorni scorsi dalla Protezione Civile.
Purtroppo occorreranno comunque 7 mesi di lavoro per mettere su queste casette, quindi per molti dei terremotati si presenta la prospettiva di trascorrere l’inverno in tenda. Per questo motivo, nelle Marche nei giorni scorsi, è iniziato il trasferimento di alcune famiglie negli alberghi della costa.
Le casette in progetto sono comunque le cosiddette Soluzioni Abitative d’Emergenza (SAE), denominate anche con un altro acronimo, MAP, ovvero Moduli Abitativi Provvisori.
Nel 2014 è stato infatti bandito dalla Protezione Civile un concorso per la fornitura, il trasporto e il montaggio di alloggi temporanei per le emergenze, di cui è risultato vincitore il Consorzio Nazionale Servizi. Sarà proprio questa società, che ha ottenuto un appalto per sei anni, a occuparsi di tali aspetti.
Le case saranno al massimo 850 e dovranno essere le Regioni a scegliere le ditte per la fornitura e decidere il numero di moduli necessario.
I materiali prevalentemente adoperati per la costruzione delle abitazioni saranno acciaio, poliuretano e legno. Infatti avranno:
– struttura portante in acciaio
– tamponamento e copertura in pannelli isolanti di poliuretano
– una veranda esterna in legno.
Le abitazioni, che si sviluppano su un solo piano, hanno tagli da 40, 60, e 80 metri quadri a seconda delle esigenze delle famiglie e sono fruibili anche da persone disabili. Si va quindi dal modulo abitativo pe runa sola persona o una coppia a quello per una famiglia composta da oltre 4 persone.
Il costo di ogni abitazione, compreso il montaggio, va dai 50mila euro di quella più piccola ai 70mila euro di quella più grande.
Possono avere una, due o tre camere da letto, uno o due bagni e hanno sempre un grande ambiente living comprensivo di salone e cucina.
Sono tutte in classe energetica A+, completamente arredate, dotate di allacci luce e gas e di tutti gli elettrodomestici in classe A++.
Dal punto di vista impiantistico, per il riscaldamento alla pompa di calore è stata preferita una caldaia tradizionale con radiatori in ghisa, per evitare di dare l’idea di un’abitazione provvisoria.
L’intento è infatti quello di approntare degli alloggi che non diano la sensazione di temporaneità, mitigando quella percezione di provvisorietà tipica di queste costruzioni, ma che siano invece in grado di offrire il senso di conforto caratteristico di una vera casa.
La speranza è però che il fatto che le case non abbiano un aspetto provvisorio non diventi una scusante per protrarre all’infinito la messa in sicurezza della case danneggiate dal sisma e la ricostruzione di quelle crollate.
Considerando che sono molte le persone(famiglie composte da 1 o + persone e nuclei fam. con disabili) che sono in attesa di alloggio, perché non si procede a acquisire moduli abitativi per soddisfare anche questo tipo di emergenza?