Le costruzioni antisismiche
0 commenti in ristrutturazioni e ediliziaCostruzioni antisismiche in Italia
La resistenza ai terremoti è quindi uno dei criteri indispensabili che le costruzioni devono rispettare, sancito anche da specifiche normative.
La normativa antisismica e la classificazione dell’Italia in zone sismiche
Sin dagli anni Settanta apposite leggi stabiliscono i requisiti che i progettisti devono rispettare per le nuove costruzioni e per la ristrutturazione di quelle esistenti, ma attualmente il testo normativo più importante in materia è rappresentato dalle “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni”, approvate con il Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008.
Il decreto classifica il territorio della Penisola in zone soggette a differente rischio sismico: si va da quello più elevato della zona 1, a quello ridotto della zona 4.
Il progettista, quindi, deve per prima cosa verificare in che zona si trova l’edificio da costruire o sul quale bisogna intervenire e analizzare le caratteristiche geologiche del sottosuolo.
Come costruire una casa antisimica. Dalle costruzioni antisismiche in cemento, muratura e acciaio ai prefabbricati in legno
Per progettare un edificio antisismico, si devono rispettare determinati requisiti di sicurezza, cioè si deve fare in modo che esso sia in grado di evitare i crolli e non subire dissesti gravi.
Per far ciò è indispensabili innanzitutto adoperare materiali di eccellente qualità.
Gli edifici antisismici possono essere costruiti in cemento armato (normale o precompresso), ovvero in calcestruzzo in cui vengono annegate barre di acciaio, opportunamente dimensionate.
L’acciaio utilizzato deve essere inossidabile o al carbornio e le barre devono avere un diametro minimo di 5mm, mentre il cemento dovrà avere una classe di resistenza più o meno elevata, a seconda della zona sismica in cui si va ad intervenire.
Un altro materiale antisismico è il legno, caratterizzato da grande flessibilità e leggerezza, può essere assemblato con adesivi o con giunti meccanici.
Oggi si va infatti diffondendo l’utilizzo di particolari strutture prefabbricate in legno che consentono di costruire edifici resistenti ai terremoti, anche di molti piani, che sono al contempo particolarmente efficienti dal punto di vista energetico ed ecosostenibili.
Anche l’acciaio, materiale duttile, flessibile e riciclabile, si presta alla realizzazione di strutture antisismiche.
Ma tra i materiali “antisismici” contemplati dalle Norme non manca nemmeno la tradizionale muratura. In effetti, ciò che rende resistente un materiale è la sua qualità e la qualità dei leganti e dei collegamenti impiegati, come dimostrano i monumenti antichi che continuano a resistere nel tempo.
Oltre ai materiali, ciò che conta per la realizzazione di un edificio antisismico è il rispetto di determinati requisiti costruttivi. In un edificio in cemento armato, ad esempio, devono essere rispettati determinati rapporti dimensionali tra travi e pilastri, mentre in uno in muratura, bisogna prestare attenzione agli spessori minimi e massimi dei muri portanti.
Molto importante è poi la forma in pianta degli edifici: per resistere alle onde sismiche è opportuno che essa sia quanto più possibile regolare e compatta rispetto alle due direzioni ortogonali.
L’altezza deve rispettare precisi limiti che, anche in questo caso, variano a seconda del grado di pericolosità della zona sismica.
Il costo di un edificio costruito secondo questi criteri può essere superiore del 30% rispetto a uno tradizionale, ma naturalmente l’investimento, oltre che essere importante per l’incolumità degli abitanti, risulta ammortizzato a fronte della minore necessità di spese per eventuali riparazioni o addirittura ricostruzioni dovute a danni da terremoto.
Le stesse norme da seguire per le nuove costruzioni vanno poi rispettate per la verifica e l’adeguamento degli edifici esistenti.