Case in legno: indagini diagnostiche
0 commentiIl legno come materiale strutturale
Il legno è un materiale che ormai incontra un notevole seguito per la realizzazione di strutture come le case in legno perché consente di realizzare costruzioni ecocompatibili ed ecosostenibili.
Oltre ad avere ottime capacità statiche, è infatti un materiale in grado di catturare l’anidride carbonica presente in atmosfera e di influenzare positivamente il clima interno, ottimizzando il tasso di umidità e la temperatura.
Tuttavia, le strutture in legno hanno lo svantaggio di subire del degrado nel corso del tempo dovuto sia a fattori biotici sia a fattori abiotici.
I fattori biotici sono le muffe, i microorganismi, gli insetti e i parassiti che possono attaccarlo, mentre quelli abiotici sono le condizioni meteo sfavorevoli, l’umidità eccessiva, la combustione e così via.
Molto spesso questi fattori agiscono in combinazione tra loro e questo può essere davvero pericoloso perché porta il legno a perdere quelle caratteristiche meccaniche fondamentali per assolvere al suo ruolo strutturale.
Ecco allora che si rendere necessario sottoporre le case in legno a periodiche indagini per conoscerne lo stato e decidere in che modo intervenire.
Una prima indagine può essere anche solo di carattere visivo, in modo da rendersi conto dello stato in cui si trovano le strutture, eventualmente sottoposte a marcescenza, con presenza di nodi, attacchi di funghi e altri danni. In base ai risultati di questa indagine visiva si potrà poi programmare se e come andare a effettuare indagini strumentali più complesse, ma non distruttive.
Le tre fasi delle indagini sulle case in legno
Le indagini sulle strutture in legno si articolano in tre fasi: la prima è quella di cui vi ho già accennato, ossia l’ispezione visiva.
Segue poi una fase ispettiva “in situ”, infine si svolge la fase mediante cui si esaminano i risultati ottenuti, espressi attraverso una relazione tecnica.
1. Ispezione visiva
L’indagine visiva viene effettuata osservando direttamente la struttura lignea dall’esterno e mettendo in evidenza tutti gli elementi che possono risultare significativi.
Dall’indagine si possono evincere informazioni molto importanti per decidere poi il tipo di intervento di restauro da condurre, come:
- qualità resistente del legno
- specie legnosa
- tipo, dimensioni e distribuzione di difetti e anomalie
- presenza eventuale di degrado biologico evidenziandone il tipo, la distribuzione e la possibile evoluzione nel tempo
- sezione resistente residua
- eventuale presenza di danni di tipo meccanico come rotture, sconnessioni e deformazioni eccessive.
Se attraverso l’indagine visiva non si riesce a risalire alla specie legnosa, sarà necessario prelevare un campione in modo da analizzarlo in laboratorio attraverso il microscopio.
In questa fase saranno raccolte anche informazioni relative al periodo di realizzazione della costruzione, alla pratica costruttiva del tempo e all’individuazione di eventuali interventi di recupero o di manutenzione compiuti nel corso degli anni.
2. Diagnosi in situ
La seconda fase prevede una serie di indagini strumentali da condurre in loco per approfondire, in modo però non distruttivo, alcuni aspetti che non possono essere analizzati esclusivamente con l’indagine visiva.
In questo modo si potranno quindi esaminare quei punti non accessibili o non visibili, come gli appoggi delle travi sulle murature o le parti interne nascoste da altri elementi.
Un esempio di questo tipo di indagine è l’analisi resistografica. Essa si conduce con il resistografo, uno strumento con cui si penetra nella trave in diagonale, per una quarantina di centimetri, per misurarne la resistenza.
La penetrazione avviene con una punta a scalpello e consente di registrare un diagramma delle resistenze incontrate durante la perforazione.
3. Risultati e relazione tecnica
L’ultima fase, come detto, consiste nell’elaborazione di tutti i risultati ottenuti riguardanti la classificazione secondo la qualità resistente, la stima della sezione resistente residua di ogni elemento, l’identificazione e la localizzazione delle sezioni di minima resistenza, la stima dello stato e dell’efficienza dei collegamenti e la visualizzazione grafica dei risultati.
I dati strumentali saranno quindi interpretati per procedere a una diagnosi e compiere la verifica strutturale della costruzione.