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NZEB, edifici a energia quasi zero

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NZEB, edifici a energia quasi zero

 

Cosa si intende per NZEB?

L’acronimo NZEB significa Nearly Zero Energy Building, ovvero edifici a energia quasi zero, e sta a indicare un tipo di costruzioni in cui il bilancio tra energia prodotta ed energia consumata è quasi uguale a zero.

Tale concetto è disciplinato dall’art. 9 della direttiva europea 2010/31/UE, la EPBD – Energy Performance Building Directive.

La necessità di ricorrere a edifici a bassissimo consumo energetico, quindi a energia quasi zero, fu ipotizzata per la prima volta verso la fine degli anni Settanta, a seguito della crisi energetica mondiale, ma è solo in questo secolo che si sta cercando di legiferare in maniera concreta in questa direzione.

Possono essere edifici a energia quasi zero tutti i tipi di costruzioni, quindi tanto immobili di tipo residenziale, che edifici commerciali, industriali, pubblici o privati, ecc..

Grazie alle loro elevatissime prestazioni energetiche, questo tipo di edifici riducono al minimo i consumi per riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, illuminazione, produzione di acqua calda sanitaria.

Ciò è possibile utilizzando:

  • energia prodotta da fonti rinnovabili
  • elementi passivi per il riscaldamento e il raffrescamento
  • sistemi di ombreggiamento
  • adeguata illuminazione naturale.

Cosa stabilisce la direttiva EPBD?

La direttiva EPBD stabilisce che, a partire dal 31 dicembre 2020, tutte le nuove costruzioni dovranno essere edifici NZEB.
Tale scadenza è anticipata, per gli edifici pubblici, al 31 dicembre 2018.

La stessa direttiva però non fornisce una definizione univoca di ciò che debba intendersi per edificio NZEB, ma solo un concetto generale delineato all’articolo 2: un edificio a energia quasi zero è un edificio ad altissima prestazione energetica.

Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.

Il compito di redigere una definizione precisa viene invece demandato a ciascun Paese membro, in virtù delle specificità locali, offrendo così ampia possibilità di personalizzazione.

Proprio di recente, il Building Performance Institute Europe (BPIE) ha pubblicato un rapporto che riepiloga le diverse disposizioni adottate dai vari paesi membri per giungere alla rispettiva definizione.

edificio a energia quasi zero CasaClima a PoedenoneNZEB in Italia

ItaliaPer quanto riguarda l’Italia, la normativa a cui bisogna fare riferimento è innanzitutto il D.lgs. 192/2005, poi integrato e modificato dal D.Lgs. 311/2006, dal D.P.R. 59/2009, e più specificamente dal D.L. 63 /2013 convertito nella L. 90 /2013, che è proprio quello che recepisce la direttiva europea sugli NZEB.

In queste normative è data particolare importanza, per l’efficienza energetica, alla produzione di energia da fonte rinnovabile realizzata sul sito stesso della costruzione.

Al di là di ciò che è previsto dalle normative in vigore, la cui definizione deve scontrarsi sempre con una certa lentezza burocratica, è giusto ricordare che a livello locale si sta facendo molto in maniera concreta verso la realizzazione di edifici a elevatissima efficienza.

Protocolli di Bolzano e il tedesco Passivhaus 

Risultato delle ricerche svolte in questa direzione sono protocolli come Passivhaus in Germania e l’analogo CasaClima di Bolzano.

In entrambi gli standard di progettazione è posta particolare attenzione allo studio dell’involucro edilizio, al fine di minimizzare i consumi energetici per riscaldamento, raffrescamento e ventilazione.

Il fabbisogno energetico rimanente viene coperto con l’uso prevalente delle fonti rinnovabili.

Le applicazioni pratiche più diffuse si ritrovano nelle regioni del Nord Europa anche se, ultimamente si sta tentando di sperimentare soluzioni tecnologiche adatte anche a climi più caldi.

Conclusioni

In linea generale, si può dire quindi che la progettazione di un edifico a energia quasi zero segue le regole della progettazione bioclimatica, orientata a creare un microclima ideale con sistemi passivi, in modo da minimizzare il ricorso all’uso degli impianti di climatizzazione.

L’applicazione della direttiva sugli NZEB dovrebbe avere effetti positivi anche dal punto di vista economico per il settore delle costruzioni.

Infatti il nostro Paese, per riconvertirsi al nuovo sistema costruttivo, dovrebbe sostituire una parte della spesa investita attualmente per importare combustibili fossili dall’estero con una spesa in materiali e lavoro da effettuare direttamente in Italia.

Articolo scritto da:

Carmen Granata

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Architetto libera professionista e giornalista pubblicista. Si occupa di progettazione e consulenza immobiliare anche online. Il suo sito è "GuidaxCasa".

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