Il progetto Amate Amatrice di Stefano Boeri
0 commentiLa mensa scolastica è parte del progetto Amate Amatrice
A sei mesi dal terremoto che ha distrutto Amatrice, Norcia ed altri comuni del centro Italia, divampano le polemiche per quanto finora è stato fatto.
Lo scorso 23 dicembre è stata inaugurata ad Amatrice una mensa scolastica progettata dallo Studio Boeri Architetti, composto da Stefano Boeri, Corrado Longa, Marco Giorgio, Julia Gocalek, Daniele Barillari.
La progettazione strutturale è stata curata dagli ingegneri Mirko Degano e Loris Borean.
La struttura è stata costruita da sei aziende della Filiera del legno del Friuli: segheria De Infanti, falegnameria Vidoni, Domus Gaia, Diemme Legno, Legnolandia e Stolfo mobili.
Lo spazio polifunzionale (potrà infatti essere utilizzato anche come cinema e sala per eventi) è stato pensato nell’ambito di Amate Amatrice, progetto di ricostruzione della cittadina laziale gravemente colpita dal sisma dello scorso 24 agosto.
L’edificio è costituito da una struttura temporanea in legno, materiale sostenibile, flessibile, economico e soprattutto antisismico.
Presenta una grande vetrata che si affaccia sul panorama dei monti sibillini.
E’ stato realizzato in appena 30 giorni, a dimostrazione di come, con le tecnologie giuste, si possa intervenire per la ricostruzione delle zone terremotate in tempi rapidi e a costi contenuti.
Questi i materiali utilizzati:
- elementi prefabbricati in legno per l’involucro esterno e gli elementi portanti
- lamiera coibentata per gli elementi modulari della copertura
- alluminio e vetrocamera per i serramenti perimetrali
- materiali a secco per le partizioni interne
- cemento elicotterato e gres per le pavimentazioni interne ed esterne dei locali di servizio e cucina.
In cosa consiste il progetto Amate Amatrice
Il progetto Amate Amatrice ha lo scopo di restituire ai cittadini del luogo la speranza anche attraverso il rilancio della tradizione gastronomica.
L’intera struttura si compone infatti di diversi moduli prefabbricati in legno. Il primo, già ultimato, è quello della mensa scolastica per ospitare 150 bambini, ma sono previsti anche nove ristoranti di diversa metratura.
Il passo successivo alla costruzione della mensa sarà infatti quello di costruire questi ristoranti per permettere di riattivare l’economia del territorio, attraverso la sua tradizione culinaria, in particolare della famosa amatriciana. Il polo della ristorazione potrebbe dare lavoro a circa 130 cittadini.
I moduli dei ristoranti saranno realizzati con gli stessi materiali usati per la mensa, ma ognuno di essi sarà dotato di una struttura leggera in acciaio e legno da utilizzare come dehors per tavoli all’aperto da utilizzare in estate.
La partizione interna dei vari spazi di servizio e delle sale sarà la medesima per tutti i ristoranti, mentre l’allestimento delle sale sarà personalizzato per conferire la giusta riconoscibilità a ciascun utente.
Tutti i moduli saranno disposti intorno a uno spazio pubblico centrale, costituito da una parte ricoperta da pavimentazione in legno pedonale, attrezzata con sedute e illuminazione e una parte piantumata.
Al centro di questa sorta di piazza verde sarà posta l’installazione di arredo urbano in legno Radura. Radura, progettata dallo stesso Boeri per il Salone del Mobile 2016, è stata poi donata ad Amatrice.
Si tratta di una struttura in legno proveniente dalle foreste friulane, pensata per restituire il suono e il profumo del bosco.
Il progetto per Amatrice è una struttura temporanea, ma duratura. La sua dote principale è infatti quella di avere caratteristiche di montaggio e smontaggio tali da poterlo rimuovere e installare altrove.
Le strutture saranno in parte assemblate in officina e poi verranno montate in opera secondo le indicazioni di progetto e della direzione dei lavori.
Il legno per il progetto Amate Amatrice
Nella scelta del materiale per la ricostruzione, Boeri è voluto andare volutamente contro corrente, privilegiando un materiale non utilizzato nella tradizione locale, il legno appunto.
Eppure, la maggior parte dei paesi situati lungo la dorsale appenninica e dunque più esposti al rischio terremoti sono circondati da grandi foreste, soprattutto di querce, faggi e castagni.
Il materiale, quindi, localmente non manca e sceglierlo per la ricostruzione potrebbe essere una soluzione vantaggiosa anche dal punto di vista economico e potrebbe far nascere una nuova filiera produttiva, come è accaduto in Friuli.
Del resto, il legno è un materiale leggero e flessibile e si rivela adatto sia per le nuove costruzioni, che per gli interventi di ricostruzione, in particolare per la formazione di solette e di tetti.
Inoltre, utilizzato in forma prefabbricata, come in questo caso, consente anche di realizzare gli interventi in maniera molto rapida.
Certamente l’utilizzo del legno deve essere fatto sfruttando competenze d’eccellenza, a partire da quelle necessarie per il taglio dei boschi, che deve avvenire all’insegna dello sfruttamento responsabile.
Da questo punto di vista, potrebbe essere esemplare anche l’esperienza maturata in altri settori, come quello del distretto mobiliere delle Marche.
Insomma, dalla ricostruzione potrebbero nascere anche interessanti opportunità di lavoro.