Proposta di legge: autorecupero di edifici abbandonati
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Con il termine autorecupero edilizio si indica un intervento che prevede l’affidamento dei lavori di ristrutturazione di un immobile agli stessi assegnatari, che svolgono un certo numero di ore lavorative in cantiere.
Tale sistema è utilizzato per il recupero di vecchi edifici abbandonati mediante interventi di manutenzione, ristrutturazione e restauro e con l’utilizzo di tecniche ecosostenibili.
Il cantiere diventa un’esperienza sociale importante, in cui i partecipanti hanno anche l’opportunità di partecipare a workshop e corsi di formazione.
Inoltre, quali futuri fruitori degli stessi immobili i cittadini hanno modo di prendere parte in maniera attiva al salvataggio di porzioni del proprio territorio altrimenti destinate alla rovina.
A parte alcune esperienze locali, come quelle in Regione Toscana, non esiste attualmente in Italia una legge nazionale che regoli l’attuazione di interventi di autorecupero.
Autorecupero di edifici abbandonati: il disegno di legge
Il Movimento 5 Stelle ha presentato in febbraio un nuovo disegno di legge che riprende alcune tematiche già affrontate in due analoghe proposte risalenti allo scorso anno.
La proposta consiste nello stanziamento di 400 milioni di euro destinati a finanziare gli interventi di autorecupero promossi dai cittadini per riqualificare edifici fatiscenti e abbandonati.
Le norme hanno i seguenti obiettivi:
- creare nuovi alloggi senza determinare ulteriore consumo di suolo
- migliorare la sicurezza antisismica di edifici degradati
- migliorarne l’efficienza energetica.
Il fondo stanziato sarebbe ripartito in 10 milioni di euro per il 2017 e 390 milioni per il 2018.
Le risorse finanziarie dovrebbero così essere recuperate:
- dalla riduzione della percentuale di deducibilità degli interessi passivi delle banche e di altri enti e società finanziari
- dalla rideterminazione del valore della produzione netta delle banche e di altri enti e società finanziarie.
Come funzionerà la legge per l’autorecupero edilizio
Lo stanziamento economico servirà per finanziare:
- l’acquisto dei materiali
- i costi di progettazione
- i costi delle procedure di gara
- i costi delle certificazioni.
I cittadini che parteciperanno all’intervento di autorecupero otterranno dai proprietari il comodato d’uso degli immobili per 18 anni.
In questo modo, i proprietari potranno vedersi ristrutturati i propri immobili gratuitamente e, trascorso questo lasso di tempo, rientrare in possesso di un edificio sicuro e funzionante.
Le aree interessate dagli interventi dovranno essere individuate dai Comuni, che dovranno provvedere anche a emanare un bando in cui siano indicati gli interventi da effettuare.
Una volta arrivate le richieste da parte dei cittadini, il Comune dovrà approvarle e indicare le fasi con cui compiere gli interventi, i tempi entro cui realizzarli e stipulare con questi una convenzione con la quale si impegnano a completare l’autorecupero entro tempi certi.
Restano di competenza del Comune gli interventi di tipo strutturale, ovvero quelli di messa in sicurezza statica e di adeguamento antisismico.
Le opere interne, invece, compreso quelle di rifacimento e messa a norma degli impianti, saranno di competenza dei gruppi di autorecupero che, per realizzarle, potranno rivolgersi a ditte e professionisti, con preferenza per le piccole imprese artigiane locali.