Renzo Piano, l’architettura sostenibile e il MUSE
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«La sostenibilità – credo – sia la scoperta recente che la terra è fragile e che le città sono vulnerabili». Questo dice, in un’intervista del 2008, l’architetto Renzo Piano riguardo la sostenibilità in cui non vede solamente una scoperta scientifico-tecnica, ma soprattutto un’opportunità per l’architettura di esplorare nuovi linguaggi e la possibilità di dialogare con il clima e con il contesto.
Il tema della fragilità della terra
La fragilità della terra è oggi l’elemento ispiratore dell’architettura e il tema della sostenibilità è inevitabilmente una priorità. Secondo Piano, l’arte del costruire deve tornare alle sue origini perchè l’architettura nasce sostenibile. Basta scavare nel passato e scoprire quando le case venivano costruite usando leggerezza o pesantezza, in rapporto alle esigenze degli uomini che dovevano utilizzarle e al luogo in cui andavano inserite.
Il futuro degli architetti, quindi, sarà reinventare il modo di costruire, attingendo dal passato e applicando la tecnologia più avanzata.
Per “ben costruire”, afferma Piano, si dovrebbe intendere non solo il corretto uso delle risorse e del risparmio energetico, ma anche la riscoperta del rapporto con il contesto storico e anche ambientale. Spesso gli architetti moderni creano grandi edifici-scultura, senza porre la giusta attenzione alla sostenibilità. Invece, specie in un paese come l’Italia, si dovrebbe prestare più attenzione alla fragilità del territorio e ai rischi idrogeologici e sismici.
Il MUSE: il Museo delle Scienze
Nonostante tutto, in Italia non mancano le eccellenze. Un esempio è il Trentino-Alto Adige, la più importante realtà nazionale in termini di sostenibilità ambientale con cui lo stesso architetto genovese si è potuto confrontare.
A Trento, Renzo Piano ha progettato il MUSE: il Museo delle Scienze, un esempio di costruzione attenta alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica.
Seguendo i principi della bioarchitettura, nella costruzione sono stati scelti materiali di provenienza locale per limitare l’inquinamento dovuto al trasporto. Il criterio della sostenibilità trova applicazione nella scelta del bambù di produzione italiana come legno per la pavimentazione delle zone espositive. Mentre il risparmio energetico è perseguito con un ampio e diversificato ricorso alle fonti rinnovabili: sono presenti sistemi di ventilazione naturale e di geotermia, pompe di calore e pannelli solari di ultima generazione. Ma l’edificio ha un forte elemento di riconoscibilità soprattutto nella copertura che simula i versanti delle montagne: una successione di spazi e di volumi adagiati su un grande specchio d’acqua.