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Ricostruzione privata post sisma

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ricostruzione privata post sismaContributi per la ricostruzione privata post sisma

Dal 30 marzo 2017 i cittadini proprietari di edifici che hanno subito danni dopo il terremoto dello scorso agosto, possono fare domanda per ottenere i contributi stanziati dallo Stato.
Si tratta dunque dell’inizio della fase operativa per l’erogazione degli aiuti stabiliti dal decreto 189 del 2016.

Nell’annunciare l’inizio delle attività, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani ha anche reso noto attraverso un comunicato l’elenco delle banche aderenti alla Convenzione ABI-CDP “Plafond Sisma Centro Italia”. Saranno proprio queste ultime a poter erogare i fondi.
Attualmente aderiscono a questa convenzione 11 banche, ma l’elenco sarà via via aggiornato, mano a mano che aderiranno altre banche.

Per quali danni è possibile richiedere i contributi per la ricostruzione post sisma

Attualmente è possibile richiedere i finanziamenti nei seguenti casi:

  1. danni lievi ad abitazioni e strutture non residenziali
  2. danni gravi a strutture non residenziali.

E’ necessario infatti rispettare passo per passo tutto l’iter burocratico, definito in questo caso dalle ordinanze numero 4 e numero 13 del Commissario Errani.
Per i danni gravi alle abitazioni è invece ancora in corso di definizione la relativa ordinanza.

Vasco Errani, Commissario Straordinario per la ricostruzione post- sisma
Vasco Errani, commissario straordinario ricostruzione

Come richiedere i contributi per la ricostruzione privata post sisma

Per ottenere i finanziamenti i cittadini interessati devono affidarsi a un professionista abilitato (architetto, ingegnere, geometra), che certifichi i lavori da compiere e compili la richiesta.

Tramite il professionista, infatti, il titolare della richiesta dovrà presentare la domanda contestualmente:

  1. all’Ufficio Speciale per la ricostruzione
  2. al Comune dove è situato l’immobile.

In particolare, per la riparazione degli edifici a uso abitativo bisognerà presentare una comunicazione di avvio dei lavori in cui siano indicati:

  • il numero e la data dell’ordinanza comunale di inagibilità
  • i tecnici incaricati della progettazione, della direzione dei lavori e del coordinamento della sicurezza
  • l’impresa incaricata di eseguire i lavori, scelta tra almeno 3 ditte mediante procedura concorrenziale e iscritta alla cosiddetta Anagrafe antimafia degli esecutori.

Alla comunicazione vanno allegati:

  • perizia asseverata dal tecnico incaricato
  • progetto
  • computo metrico redatto utilizzando il prezzario unico per la ricostruzione
  • scheda AeDes, se non è ancora stata redatta.

Il tecnico dovrà asseverare il nesso di causalità tra il danno all’immobile e il terremoto della scorsa estate.

Con questa istanza, insieme alla richiesta di finanziamento, viene data notizia al comune dell’avvio dei lavori (se non è stato ancora fatto). In pratica, si presenta una Cila o una Scia.

Alla domanda, l’Ufficio Speciale risponderà con l’assegnazione o il diniego dei contributi. In caso positivo, ne darà comunicazione agli Istituti di Credito.
Con l’avanzare dei lavori, o a lavori ultimati, l’avente diritto dovrà presentare ulteriore richiesta per poter ricevere il contributo e, a quel punto, l’Ufficio Speciale darà mandato agli Istituti di Credito per effettuare i pagamenti.

intervento di ricostruzione privata post sismaIl ruolo del tecnico per la ricostruzione privata post sisma

Il tecnico incaricato per la presentazione dell’istanza deve essere iscritto all’albo del proprio Ordine Professionale e all’Elenco Speciale istituito dal Governo per la ricostruzione post terremoto.

Il professionista deve essere dotato di firma digitale, poichè le domande devono essere presentate attraverso la piattaforma MUDE, istituita dalla Regione Piemonte e già utilizzata per la ricostruzione successiva al sisma dell’Emilia Romagna del 2012.

L’acronimo MUDE sta per Modello unico digitale per l’edilizia e il portale è ufficialmente utilizzato in Piemonte per l’inoltro telematico di tutte le pratiche edilizie.

Con l’attivazione del MUDE per la presentazione delle domande di contributo, sono state pubblicate due guide, che aiutano il professionista sia nell’invio e nella compilazione delle istanze, sia per seguire tutto il procedimento necessario per la richiesta di contributo:

  • Documento operativo su istruttoria, controlli e pagamenti
  • Vademecum all’utilizzo del Mude.

Per poter svolgere questa attività, i professionisti devono aprire un conto corrente dedicato, per la tracciabilità dei pagamenti. Per questi, devono poi far riferimento al Cup, ovvero Codice unico di progetto, assegnato per ciascuno intervento approvato.
Inoltre, l’incarico può essere accettato solo mediante la sottoscrizione di un contratto redatto secondo un modello tipo approvato per lo scopo.

Per approfondire: testo integrale del Decreto Legge 189/2016 pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Articolo scritto da:

Carmen Granata

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Architetto libera professionista e giornalista pubblicista. Si occupa di progettazione e consulenza immobiliare anche online. Il suo sito è "GuidaxCasa".

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