La rimozione e lo smaltimento dell’Eternit e dell’amianto
2 commentiL’Eternit, il fibrocemento con amianto
L’amianto, erroneamente chiamato Eternit dal nome dell’azienda che per anni fu la principale produttrice di prodotti che lo contenevano, è un minerale naturale a struttura microcristallina e di aspetto fibroso.
In realtà il nome Eternit indica più esattamente il fibrocemento, un particolare cemento a base di fibre di amianto dalle proprietà ignifughe, utilizzato in edilizia in particolare per realizzare lastre di copertura, ma anche tubature e canne fumarie.
Le fibre dell’amianto sono più sottili di un capello, tanto che in un centimetro lineare se ne possono allineare anche 335.000. Questa sua caratteristica lo rende un materiale facilmente assorbibile attraverso le vie respiratorie.
La pericolosità dell’Eternit e la normativa
Le polveri rilasciate dall’amianto si sono rivelate negli ultimi decenni particolarmente pericolose per la salute umana, visto che provocano una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, una malattia che purtroppo tende a conclamarsi solo dopo molti anni e ha impedito di comprendere per tempo la vera gravità del pericolo.
Comunque è dal 1992, con l’entrata in vigore della legge n. 257, che ne è stata vietata l’estrazione, la produzione il commercio.
Il cittadino non è obbligato dalla legge a effettuare lo smaltimento se il materiale appare compatto, ma esso è vivamente consigliato, e diventa addirittura irrinunciabile se la struttura delle lastre di eternit appaiono deteriorate.
Infatti, mentre nel caso in cui il materiale sia integro può considerarsi non pericoloso, quando è deteriorato libera le fibre nell’aria e diventa molto nocivo.
La presenza di amianto deve essere segnalata all’ASL di riferimento, che provvederà al suo censimento e a verificarne lo stato di deterioramento.
Generalmente all’ASL vanno segnalati:
– i dati anagrafici del proprietario
– i dati dell’immobile dove è presente l’amianto
– la quantità di materiale da rimuovere
– il responsabile della rimozione.
Come rimuovere e smaltire l’amianto e l’Eternit e le detrazioni fiscali
Ci sono due modi principali per intervenire sui manufatti in amianto: effettuare la loro totale rimozione e sostituzione con materiali idonei, oppure procedere al cosiddetto incapsulamento. In questo caso i manufatti vanno sottoposti a un programma di verifica periodica delle loro condizioni.
Per quanto riguarda la rimozione completa dell’eternit, per piccoli quantitativi è possibile procedere in autonomia, seguendo rigorosi criteri di sicurezza.
Per quantitativi superiori, trattandosi di un tipo di intervento piuttosto delicato e comportante rischi per la salute, è obbligatorio rivolgersi a una ditta specializzata e autorizzata dagli organismi preposti che, oltre a eseguire il lavoro, si occuperà di effettuare tutti gli adempimenti di legge necessari, come la richiesta di controllo preventivo da parte dell’ASL e quella dell’autorizzazione al Comune.
Per effettuare la rimozione dell’amianto, gli operai della ditta devono attuare particolari procedure di sicurezza.
I lavoratori di queste aziende operano nel rispetto di procedure standard programmate in maniera tale da rendere praticamente nullo il rischio per la loro salute.
L’azienda incaricata deve preventivamente svolgere un sopralluogo per valutare lo stato, la quantità e l’accessibilità del materiale da smaltire.
In questo modo si potrà stilare un preciso programma di tutte le fasi dell’operazione da svolgere, tutelando nel contempo la salute delle persone che vivono nelle vicinanze.
Il personale deve innanzitutto indossare una tuta specifica del tipo usa e getta con copricapo, una maschera per polveri, guanti e scarpe antiscivolo.
Il materiale, prima di essere rimosso, deve essere preventivamente trattato con prodotti collanti o vernicianti per impedire alle fibre di staccarsi dal cemento e liberarsi nell’aria. Per far sì che le lastre, i tubi o altri manufatti rimangano perfettamente integri, è vietato l’uso di attrezzi come il trapano, il martello elettrico, ecc.
Tutti i materiali rimossi per lo smaltimento devono essere accantonati e imballati con teli di plastica sigillati, quindi etichettati per essere conferiti a discarica. Lo smaltimento deve avvenire però solo ed esclusivamente nelle discariche autorizzate allo scopo.
Dopo il temine dei lavori tutte le aree interessate dall’intervento, nonché gli attrezzi utilizzati dovranno essere accuratamente puliti.
A livello nazionale non esistono incentivi per la rimozione dell’amianto, per cui è necessario informarsi localmente per sapere se sono previsti finanziamenti dal proprio Comune o dalla propria Regione.
Per tutta Italia invece sono valide le detrazione fiscali Irpef del 50%, che consentono di rientrare in 10 anni della metà della spesa sostenuta.
Ciao, anche se non ci sono agevolazioni fiscali riservate proprio all’amianto, ci si può appellare ai vari bandi Inail regionali, alle agevolazioni per i lavori di ristrutturazione e ecosostenibilità (come per esempio l’utilizzo di pannelli fotovoltaici sui tetti) e altre cose sparse qua e là per far si che la spesa per la rimozione non sia esageratamente onerosa. Anche se lo è! Questo è il motivo principale per cui molti rimandano i lavori, spesso si tratta di cifre astronomiche e allora si preferisce rischiare la salute.
Speriamo che qualcuno si inventi delle agevolazioni ad hoc, che possano premiare effettivamente chi si trova costretto ad intervenire sull’eternit. Con l’amianto non si scherza.
Pubblichiamo volentieri il contributo di franco