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Progettare spazi accoglienti per persone autistiche

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Architettura per l’autismo

Da un po’ di tempo anche in Italia gli architetti incominciano a interrogarsi sull’opportunità di progettare gli spazi delle abitazioni (ma non solo) in maniera più accogliente per le persone che soffrono di autismo.

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foto AGSAT – Associazione Genitori Soggetti Autistici

E’ così che si sono moltiplicati seminari, convegni e appositi corsi di studio per sensibilizzare e formare adeguatamente i progettisti su questo argomento.

Lo spazio costruito riveste infatti un ruolo importante nella vita di una persona che soffre di autismo, ancora più dell’ambiente naturale.

L’impegno in questa direzione deve essere di vasta scala perché le città stesse dovrebbero essere progettate in maniera più attenta a questi problemi, ma anche di piccola scala, perché anche nel creare gli ambienti dove le persone autistiche abitano (la casa) o vivono le loro relazioni sociali (ad esempio la scuola) si può fare tanto.

Ma cosa vuol dire progettare ambienti accoglienti per chi soffre di autismo? Significa creare luoghi che non incutano soggezione in questi soggetti.

Un lungo corridoio con tante porte tutte uguali o una stanza priva di finestre possono generare stati di ansia e agitazione in un bambino autistico.

Sono proprio queste quindi le situazioni che devono essere evitate.

A quali aspetti fare attenzione nel progettare spazi accoglienti per persone autistiche

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foto Co.Meta – Laboratorio di Metaprogetto

L’autismo è una malattia che comprende un ampio spettro di disturbi anche molto diversi tra loro, per cui ci sono varie correnti di pensiero su come debba essere progettato uno spazio che risulti accogliente per chi ne soffre.

Ci sono però alcuni principi generali che possiamo tenere in considerazione e che possono risultare utili per la progettazione in senso lato.

In maniera generica, possiamo dire che un soggetto autistico ha una sensibilità diversa dalle altre persone rispetto a stimoli esterni quali la luce, i suoni, la temperatura, le superfici.

Uno degli aspetti a cui gli architetti devono porre attenzione è l’acustica degli ambienti, utilizzando in maniera opportuna materiali fonoassorbenti e riducendo i rumori provenienti dal funzionamento degli impianti.

L’illuminazione, importante in qualunque progetto, lo diventa particolarmente per quelli spazi destinati a persone ipersensibili.

Per un autistico, la luce non deve essere né troppo fredda né troppo calda, né troppo intensa né troppo debole.

In alcuni casi la non può essere nemmeno troppo naturale. E’ importante quindi trovare l’esatto bilanciamento.

Un altro obiettivo importante è quello di creare un luogo in cui la persona autistica possa ritrovare la proprio tranquillità quando subisce eccessivamente gli stimoli provenienti dall’esterno.

Questo potrebbe accadere anche in un ambiente opportunamente studiato per evitare questi shock, per cui l’architetto deve ricordare di allestire delle piccole zone in cui il soggetto possa ritrovare se stesso, facendo una sorta di reset.

Questo aspetto è studiato e contemplato nella progettazione di scuole destinate a studenti con diverse abilità, ma sarebbe opportuno tenerne conto anche in altri contesti.

A casa, ad esempio, è opportuno prevedere piccole nicchie dove il bambino possa ritrovare momenti di silenzio quando ne ha bisogno.

Un’interessante teoria di progettazione per l’autismo

Nel campo prettamente architettonico risulta molto interessante una pubblicazione firmata dalla dottoressa Sara Roccabruna e intitolata proprio “Architettura per l’autismo”.

I suoi studi l’hanno condotta a sostenere l’importanza della proporzione nella progettazione di spazi ed edifici destinati a soggetti autistici.

In particolare, molto utile per ricercare la proporzione migliore per questi casi è la cosiddetta sezione aurea, simbolo di perfezione ed equilibrio.

La sua conclusione è dunque che le forme e gli spazi debbono risultare equilibrati e proporzionati per suscitare le stesse sensazioni nei soggetti affetti da autismo.

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