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Stufe a pellet: come funzionano

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stufe-a-pelletUna delle variabili che contraddistingue i diversi sistemi di riscaldamento presenti in commercio è il tipo di combustibile utilizzato per produrre calore.

Negli ultimi anni in particolare si è molto diffuso l’uso del pellet come combustibile alternativo alla legna per alimentare camini, stufe, caldaie, barbecue e anche termocucine.

Il pellet è un prodotto ottenuto dalla pressatura di scarti di lavorazione del legno, come segatura e lignina, attraverso la quale si ottengono dei piccoli cilindretti compatti.

Si tratta quindi di un combustibile vegetale, ecologico e facilmente trasportabile.

In commercio è possibile trovarne in confezioni dalle dimensioni, durezza e capacità calorica differenti.

Il principale vantaggio del pellet rispetto alla legna è rappresentato dalla migliore resa calorica, ma l’utilità del suo uso è anche di carattere pratico, in quanto è più semplice da stoccare in casa.

Una stufa a pellet si compone delle seguenti parti:

– un serbatoio per la raccolta del combustibile, di solito a carica dall’alto e con capienza variabile da 15 a 60 kg, a seconda dei modelli

– una coclea o vite di Archimede

– un focolare con braciere

– un display per l’accensione e la regolazione delle funzioni.

Il funzionamento della stufa a pellet prevede che il combustibile sia automaticamente prelevato dal serbatoio in cui è alloggiato mediante una coclea che provvede a dosarne la quantità necessaria e a farla cadere nel focolare.

Qui viene immessa aria attraverso un aspiratore posto sotto il braciere (lo stesso che consente lo scarico dei fumi), il combustibile viene acceso attraverso una resistenza elettrica e si produce il calore.

Il giusto dosaggio tra la quantità di pellet da utilizzare, l’aria da immettere e i fumi da espellere avviene grazie alla presenza di una apposita centralina elettronica.

Il calore prodotto viene diffuso in ambiente in due modi:

– per convezione naturale

– tramite ventole ad aria forzata.

Per capire quanto calore è in grado di produrre una stufa, bisogna valutare diversi parametri:

– la potenza nominale della stufa

– la potenza termica del focolare

– la potenza termica utile

– il potere calorifero del pellet impiegato.

I fumi prodotti vengono poi estratti verso l’esterno tramite un tubo che può anche essere convogliato nella canna fumaria, se esistente.

Equipaggiate con appositi kit di canalizzazione, le stufe possono servire per riscaldare anche i locali adiacenti a quelli in cui sono installate. In linea di massima, una stufa a pellet della potenza di 12 kW può riscaldare un appartamento di 100 metri quadri.

Nelle termostufe il calore viene sfruttato anche per riscaldare uno scambiatore di acqua sanitaria collegato all’impianto termico.

Gli apparecchi sono inoltre equipaggiati di una componente elettronica e di una serie di sensori che consentono di regolare alcuni parametri come il momento e la durata dell’accensione o la temperatura dell’acqua o dell’aria.

Le stufe a pellet non possono essere installate in cucine dove ci sono apparecchi di ventilazione o aspirazione o dispositivi a camera non stagna.

Uno degli svantaggi delle stufe a pellet sono le loro dimensioni considerevoli, soprattutto se l’apparecchio serve anche a riscaldare l’acqua sanitaria, per cui può essere difficoltoso trovare il luogo adatto in cui installarle in casa.

La stufa è soggetta a una manutenzione abbastanza costante. Il braciere deve infatti essere pulito prima dell’accensione, mentre periodicamente va svuotato il contenitore in cui si accumula la cenere.

Una volta l’anno va poi effettuata una pulizia della camera di combustione e dei tubi di carico e scarico dell’aria. Per questa operazione deve essere utilizzato un aspiracenere, non va invece usato il comune aspirapolvere.

Attenzione: un recente test effettuato da Altroconsumo ha rilevato che alcuni modelli di stufe a pellet in commercio sono poco affidabili dal punto di vista della sicurezza, tanto da essere stati segnalati al Ministero dello Sviluppo Economico. Potete trovarli indicati sul sito dell’associazione.

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