La pittura per raccontare il Settecento inglese
0 commentiAl Museo Fondazione Roma, fino al 20 luglio, è in mostra la pittura del Settecento inglese
“Nuove imprese commerciali, invenzioni, macchine, manifatture, in una nazione che va avanti e progredisce sotto i nostri occhi; queste cose aprono nuovi scenari ogni giorno, e fanno sì che l’Inghilterra mostri una faccia nuova e diversa”.
Con queste parole Daniel Defoe descrive l’Inghilterra a lui contemporanea quando, nel XVIII secolo, divenne una potenza internazionale, protagonista della rivoluzione industriale e dell’egemonia sulle rotte marittime.
Una splendida mostra ripercorre l’Inghilterra di quei tempi, quando la nazione si pose per la prima volta il problema della nascita di una propria scuola artistica, per affermare la sua nuova identità.
Approfondisco la mostra che ho visitato proponendo spunti (anche la scelta delle immagini) che credo possano interessare gli amici di CasaNoi.
La mostra
La mostra “Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità”, è ospitata presso il Museo Fondazione Roma nella sede di Palazzo Sciarra, fino al 20 luglio 2014.
L’esposizione, curata da Carolina Brook e Valter Curzi, offre una visione d’insieme dello sviluppo artistico e sociale che si definì nel XVIII secolo, di pari passo con l’egemonia conquistata dalla Gran Bretagna sul piano storico – politico ed economico.
In mostra un corpus di oltre cento opere di pittori – Hogarth, Reynolds, Canaletto, Gainsborough, Wright of Derby, Stubbs, Füssli, Constable e Turner – che offre uno spaccato significativo della peculiarità e originalità dell’arte inglese dell’epoca.
L’allestimento
Il viaggio a ritroso che si ripercorre in mostra, coinvolge anche l’allestimento delle sale espositive. Infatti queste ultime propongono gli ambienti interni delle abitazioni borghesi inglesi dell’epoca, riprendendo fedelmente alcune architetture sia interne sia esterne di Robert Adam, il quale credeva che l’armonia connoti tutta la struttura architettonica e crei uno stretto, inscindibile legame anche con gli arredi mobili.
In alcune stampe di Hogart, dove è raccontata una storia sul matrimonio di interesse, gli ambienti domestici provano l’ostentazione della ricchezza tipica dell’epoca, dove gli ambienti sono ornati di statue, quadri e suppellettili di pregiata fattura.
Celebrazione della modernità
In apertura della mostra diverse tele mostrano l’ampliamento urbanistico che ha coinvolto la città di Londra, proprio a partire dal ‘700.
Infatti, l’Inghilterra celebrò la modernità dimostrando dinamicità negli investimenti legati all’architettura. Diversi sono i pittori che hanno testimoniato con il loro pennello lo sviluppo della città, in un periodo che vide sorgere nuove infrastrutture (ponti e cisterne per l’acqua) e nuovi spazi sociali (sale da the).
Tra loro, il veneziano Canaletto fu invitato in Inghilterra, per la sua grande maestria, a documentare la costruzione del Westminster Bridge.
William Marlow in View of the Adelphi From the River Thames (1789) riproduce un edificio destinato alla borghesia urbana. La costruzione, oggi non più presente, era un esempio dello stile georgiano che si distingue per la ripresa di elementi classici e un lessico decorativo derivati dall’Antica Roma o dalla Grecia, insieme all’uso di pietre o mattoni e l’impiego di portici per rendere più enfatici gli ingressi.
Pittura di paesaggio
Alla pittura di paesaggio, tra i generi prediletti della pittura inglese, sono dedicate le ultime tra sezioni della mostra, che propongono l’evoluzione del genere fino alla modernità con tele di Constable e Turner. Il suo kit portatile per la pittura ad acquerello ha rappresentato un’innovazione tecnica che ha permesso agli artisti di lavorare all’aperto, restituendo con immediatezza le variazioni luministiche del paesaggio.
Sono riprodotti scenari inglesi ma anche italiani, perché in quei secoli era di moda il grand tour, giro di studio per l’Europa che aveva come meta ultima l’Italia, culla della civiltà classica.
Tra gli acquerelli con vedute di paesaggi vi sono:
Castel Sant’Elmo di Napoli, una Veduta del Tevere, Il giardino di Villa Barberini – opere di Francis Towne
Veduta delle mura Vaticane, con la rotonda del museo Pio Clementino di Thomas Jones.
Se volete approfondire ulteriormente, vi suggerisco di vedere anche il film “Mr. Turner” (Regno Unito, 2014) di Mike Leigh – presentato al festival di Cannes – che propone la vita del celebre pittore inglese massimo esponente della pittura di paesaggio.
Info mostra:
Museo Fondazione Roma – Palazzo Sciarra Colonna
Via Marco Minghetti 22
www.fondazionemuseoroma.it
info@fondazioneromamuseo.it