Come funziona il baratto amministrativo
0 commentiCos’è il baratto amministrativo?
Il baratto amministrativo è uno strumento introdotto dal decreto Sblocca Italia del 2014.
Consente ai cittadini in difficoltà economica di saldare i propri debiti con il fisco mediante lavori socialmente utili da compiere a favore del Comune.
Si tratta infatti in genere di tributi comunali, come IMU, TASI e TARI.
Il decreto Sblocca Italia ha regolamentato questa possibilità con l’articolo 24, che chiarisce la necessità da parte del Comune di redigere uno specifico regolamento da adottare mediante delibera che definisca i criteri e le modalità di tali lavori.
Il nuovo codice dei contratti, Dlgs n. 50 del 2016, ha poi esteso il baratto anche ad altri enti territoriali, oltre ai Comuni.
Il baratto amministrativo rappresenta una soluzione molto importante dal punto di vista sociale per quei cittadini che, ad esempio, hanno perso il lavoro o comunque si trovano in difficoltà, consentendo loro di saldare i debiti con il fisco attraverso il lavoro, in una maniera quindi che ne preservi la loro dignità di persona.
Il Comune, dal canto suo, ci guadagna con forza lavoro da impiegare per quel tipo di lavori per i quali dovrebbero essere destinati proprio i proventi dei tributi locali.
Come funziona il baratto amministrativo?
Il decreto Sblocca Italia lascia ampi margini di autonomia ai Comuni per definire i criteri e le condizioni per poter usufruire del baratto, purchè gli interventi proposti da cittadini e associazioni siano in stretta relazione con il territorio da riqualificare.
Per poter usufruire del baratto amministrativo, nei Comuni in cui è regolamentato, i cittadini devono dimostrare il proprio disagio economico e avere tributi il cui pagamento è scaduto.
Devono quindi presentare apposita domanda al Comune, secondo le modalità prestabilite, indicando il tipo di attività socialmente utile per le quali intendono prestarsi o il proprio progetto di attività.
Gli interventi devono essere di interesse per la collettività, quindi riguardare:
- la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade
- interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati
- la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano.
L’esenzione dal pagamento delle tasse comunali, da sostituire con il baratto amministrativo, può essere concessa solo per un tempo limitato da definire proprio con il regolamento comunale.
Esperienze di baratto amministrativo
Dalla pubblicazione del decreto Sblocca Italia, sono stati diversi i Comuni a servirsi del baratto amministrativo.
L’esempio del Comune di Invorio (Novara)
Il primo Comune italiano a regolamentare il baratto amministrativo è stato Invorio, in provincia di Novara, dove è stato approvato il Regolamento con delibera del 2 luglio 2015.
Il regolamento prevede che siano i cittadini a presentare il proprio progetto di attività socialmente utile, da eseguire a integrazione dei lavori svolti dai dipendenti comunali.
Per il lavoro dei cittadini di Invorio è stata fissata una tariffa oraria di 7,50 euro, che concorre a maturare un credito che va a coprire l’importo del debito accumulato.
Il Comune ha anche stabilito i criteri per poter usufruire del baratto amministrativo:
- aver maturato un debito non superiore a 5.000 euro
- essere residenti maggiorenni nel Comune
- avere un ISEE non superiore a 8.500 euro
- che i debiti siano tributi comunali iscritti a ruolo non ancora pagati o che si abbiano ottenuto contributi come inquilini morosi non colpevoli negli ultimi 3 anni.
L’esempio di Milano
Nel 2016 il baratto amministrativo è stato attivato anche a Milano, dove è stata concessa la possibilità agli inquilini in situazione di morosità incolpevole di saldare i propri debiti con lavori di manutenzione e abbellimento di beni comunali.
Il regolamento di Milano prevedeva però alcuni paletti. Per prima cosa, era possibile saldare unicamente debiti maturati entro il 2013 e per un mino di 1.500 euro.
Era poi necessario dimostrare che il disagio economico derivava da:
- perdita o riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare a causa di licenziamento
- riduzione di reddito consistente (oltre il 30%) per cassa integrazione o riduzione di orario di lavoro
- mancato rinnovo del contratto
- cessazione di attività libero professionale
- problemi di salute o variazioni nella composizione del nucleo familiare che provocano la riduzione del reddito.
Comune di Gela (Caltanissetta) ed altri
L’ultimo Comune ad aderire è stato Gela, in provincia di Caltanissetta, dove è possibile presentare domanda entro il 3 novembre 2017.
Oltre ai singoli cittadini, possono usufruirne anche associazioni e altre formazioni sociali aventi i requisiti previsti dal regolamento.
L’amministrazione comunale predisporrà poi una graduatoria degli aventi diritto.
La formula del baratto è stata comunque sperimentata in tutta Italia in numerosi altri Comuni.
Dubbi sul baratto amministrativo
Alcuni dubbi su questo istituto sono però stati sollevati da alcune sezioni della Corte dei Conti.
In particolare, la sezione Emilia Romagna, con la pronuncia del 23 marzo 2016 (delibera n. 27), ha chiarito che il baratto amministrativo deve essere disciplinato da un regolamento e non da una semplice delibera e non può riguardare debiti pregressi.
La sezione Veneto ha invece chiarito che l’agevolazione non può essere fruita dalle imprese.