Affitto stanze o l’intero appartamento?
2 commentiCosa faccio: affitto stanze o l’intero appartamento?
Chi decide di affittare il proprio appartamento, deve prima stabilire se affittarlo a un inquilino o a un nucleo familiare unico, oppure a diverse persone, ognuna alloggiata in una stanza. Per prendere la decisione giusta, è bene conoscere le detrazioni e gli oneri fiscali di entrambi i casi.
A decorrere dal 2011, il proprietario (o il titolare di un diritto reale di godimento) di unità immobiliari affittate ad uso abitativo (al di fuori dell’esercizio dell’attività d’impresa o di arti e professioni) può optare per l’applicazione della cedolare secca (21% o 19%) sostitutiva di Irpef e relative addizionali regionale e comunale, di imposte di registro e di bollo sui relativi contratti, in alternativa rispetto al regime ordinario di tassazione dei redditi di fabbricati (tassazione a scaglioni).
Convenienza e differenza
Per quanto concerne la convenienza di affittare le stanze singolarmente o l’intero appartamento, la sostanza non cambia, in quanto i singoli canoni si sommano tra loro formando un unico reddito; è ovvio che in caso di locazione delle stanze singolarmente occorrerà predisporre e depositare differenti contratti e, in caso di mancata applicazione del regime della cedolare secca, sostenere le differenti spese, come ad esempio l’applicazione dei valori bollati sugli stessi.
Affitto per studenti
Si segnala che, per quanto riguarda gli affitti a studenti, è previsto una tipologia di contratto (art. 5, L. 431/1998) con la quale si prevede la possibilità di stipulare contratti di locazione per soddisfare le esigenze abitative di studenti universitari sulla base di contratti-tipo definiti dagli accordi tra i comuni sede di università o di corsi universitari distaccati, eventualmente d’intesa con comuni limitrofi.
Buongiorno,
non so se mi sto rivolgendo all’indirizzo esatto.. spero di si, perché davvero ho bisogno di un aiuto!!
Cerco di essere chiara e concisa…
Fino a qualche mese fa vivevo a Milano, dove tuttora risulto residente.
Mi sono decisa al trasferimento a Roma perché con il mio fidanzato avevamo deciso di cominciare una convivenza.
Tuttavia, poco prima che io arrivassi a Roma, il fidanzamento è saltato in modo irrecuperabile!
E io, avendo ormai disdetto l’affitto dell’appartamento di Milano, ho dovuto urgentemente cercare una stanza in affitto, dal momento che ero (e sono tuttora) senza lavoro.
Era l’unica soluzione, visto che l’unica persona a cui potrei rivolgermi è mio fratello che vive con moglie, due figli e suocera… non mi sembrava il caso di aggiungergli un ulteriore peso (oltre al fatto che non c’è posto in casa…).
Al momento credo che l’unica cosa da fare sia rimanere a Roma, cercare un lavoro e poi trovare una sistemazione abitativa più tranquilla.
Al momento ho una stanza in un appartamento che divido con un’altra ragazza, con uso di bagno e cucina.
Il problema è che necessito ora di spostare la residenza a Roma, non solo per le agevolazioni di cui i residenti possono usufruire, ma anche perché, dovendo recarmi trimestralmente in ospedale per controlli medici, ho assoluta necessità di avere un medico qui a Roma e la possibilità di fare visite presso gli ospedali tramite impegnativa.
Con il proprietario non abbiamo ancora stipulato alcun contratto, perché fare un 4+4 ci sembra davvero esagerato… io vorrei trovare un lavoro, stabilizzarmi un attimo e poi spostarmi magari in un mini monolocale, in modo da non continuare con la coabitazione con persone che alla fine sono estranee…
Che tipo di contratto si potrebbe fare? E soprattutto che mi consenta di richiedere la residenza…
Una volta residente, e avendo in affitto non una casa, ma una stanza, quali sarebbero le tasse a mio carico?
Spero di essere riuscita a spiegarmi…
Grazie infinite per i consigli che mi saprete dare…
I più cordiali saluti
Cara Erika,
viste le esigenze prospettate, le consigliamo di proporre al proprietario dell’appartamento che attualmente occupa, un contratto di locazione ad uso transitorio utilizzato principalmente per esigenze temporanee e non turistiche. Con tale contratto viene concesso l’immobile per un limitato periodo di tempo e per un’esigenza transitoria ben individuata, ovvero il godimento di un immobile destinato ad abitazione di un altro soggetto dietro il pagamento di un corrispettivo. Generalmente questo tipo di contratto ha durata minima di un mese e massima di diciotto.
Con tale tipo di contratto non sono dovute imposte specifiche (oltre alla metà dell’imposta di registro per la registrazione del contratto stesso) ; vista la continua evoluzione della disciplina di IMU e TASI, le consigliamo comunque di verificare le relative delibere comunali con l’approssimarsi delle relative scadenze.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Maria Fiorillo
Studio Bernoni & Partners
Lungotevere Michelangelo 9 | 00192 Roma | Uffici: Milano, Padova, Roma, Trento
T: +39 06 397 344 95 | F: +39 06 397 341 24
E: maria.fiorillo@bernoni.it.gt.com | W: http://www.bernoni-grantthornton.it