Lettera 22, macchina per scrivere di Olivetti, ha 70 anni
0 commentiOlivetti Lettera 22, meccanica portatile
Il modello Lettera 22 della Olivetti cominciò a essere prodotto a partire dal 1950. Nel 2020, quindi, la macchina per scrivere, ormai entrata nel mito, compie 70 anni.
A progettarla fu l’architetto e designer Marcello Nizzoli, collaboratore dell’azienda dal 1938, con la supervisione tecnica dell’ingegnere Giuseppe Beccio.
Adriano Olivetti volle che non fosse prodotta negli stabilimenti di Ivrea, ma in quelli di Agliè, cittadina del canavese (la storica zona del Piemonte) quest’anno impegnata nelle celebrazioni della ricorrenza.
Lettera 22 divenne ben presto la macchina preferita dei più grandi giornalisti italiani: da Indro Montanelli, che è ritratto mentre la usa nel suo monumento posto negli omonimi giardini di Milano, a Enzo Biagi e Pier Paolo Pasolini.
Lettera 22 rimase in produzione fino al 1959, quando fu sostituita dalla Lettera 32.
Caratteristiche della macchina per scrivere di Olivetti
Uno dei motivi dell’immediato successo della Lettera 22 furono le dimensioni relativamente compatte per l’epoca, che la rendevano un modello che potremmo definire “portatile”.
Misurava infatti 8,3 × 29,8 × 32,4 cm, pesava solo 3 chili e 700 grammi ed era venduta in una valigetta di cartone o similpelle con maniglia che ne facilitava il trasporto negli spostamenti.
Ma come funzionava la Lettera 22? Era una macchina per scrivere meccanica con leve di scrittura a pressione.
Premendo un tasto di scrittura, il martelletto corrispondente andava a battere sul nastro con inchiostro rosso o nero, dietro al quale c’era il foglio di carta sul quale veniva in questo modo impresso il simbolo corrispondente.
Tra le varie novità, la Olivetti Lettera 22 consentiva di utilizzare la leva per:
- spostare il nastro
- passare dall’inchiostro nero a quello di colore rosso
- scrivere in assenza di inchiostro, funzione utile per usare la carta carbone.
La tastiera, come avviene per la maggior parte delle macchine per scrivere italiane, era del tipo QWERTY (il nome deriva dalla sequenza delle lettere dei primi sei tasti della riga superiore della tastiera.
Era incorporata nella carrozzeria di alluminio, all’interno del quale c’era anche il rullo che non emergeva se non con la manopola.
La leva dell’interlinea invece emergeva, ma in maniera contenuta, per esigenze di trasportabilità e ingombro limitato.
Oltre ai tasti di scrittura, la tastiera comprendeva:
- barra spaziatrice
- 2 tasti delle maiuscole
- tasto fissamaiuscole
- tasto di ritorno
- tasto di tabulazione.
Solo il tasto di ritorno aveva un simbolo (una freccia verso destra), mentre gli altri erano vuoti.
Nella tastiera mancavano i simboli dell’1 e dello 0, che erano sostituiti rispettivamente dalla “l” minuscola o dalla “i” maiuscola e dalla “O” maiuscola.
Mancavano anche le lettere accentate, per cui si sopperiva utilizzando l’apostrofo.
E’ curioso constatare come ancora oggi molte persone mantengano questa abitudine, pur avendo a disposizione con i programmi di scrittura del computer tutti i tasti e i simboli possibili, proprio a testimonianza di quanto l’uso di questa macchina fosse diffuso.
Il design, i riconoscimenti
Negli anni Cinquanta la macchina per scrivere Lettera 22 fu uno dei prodotti di maggior successo della Olivetti.
Fu presto insignita di due dei più importanti riconoscimenti nel campo del design:
- nel 1954, il Premio Compasso d’oro
- nel 1959, fu dichiarata miglior prodotto di design del secolo secondo l’Illinois Institute of Technology.
E’ oggi esposta nella collezione permanente del MoMa di New York, tra gli oggetti più iconici del design italiano di tutti i tempi, e in altri importanti musei di tutto il mondo.