Cane che abbaia disturba il vicinato. Come difendersi?
0 commentiIl cane dei vicini abbaia e disturba, soprattutto durante il riposo notturno. Si tratta di un problema molto diffuso ma anche di difficile risoluzione. Cosa fare per difendersi?
Molte famiglie hanno un cane che vive con loro in appartamento e non è possibile impedirlo nemmeno in un condominio, perché la legge di riforma lo ha reso legittimo a meno che un regolamento approvato all’unanimità non preveda l’espresso divieto.
Inoltre, una sentenza ha sancito che i cani sono esseri senzienti e quindi hanno il “diritto” di abbaiare (è il loro modo di esprimersi) e ciò non può essere impedito con l’uso, ad esempio, di una museruola.
Diritti animali e diritti umani
I diritti degli animali vanno riconosciuti e rispettati, dunque. Ma come si concilia ciò con il diritto delle persone a riposare nella propria abitazione e a non vedere turbata la propria quiete?
Anche perché la proprietà privata va tutelata non solo dalle intrusioni materiali, ma anche da quelle sonore.
Non mancano le pronunce giurisprudenziali in materia, l’ultima delle quali è la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 17811 del 30 aprile 2019.
Cerchiamo quindi di vedere cosa si può fare quando il cane del vicino disturba, partendo però dal presupposto che purtroppo la legge non definisce una precisa soglia di “tollerabilità” del rumore, né per l’abbaiare del cane né per altri tipi di rumore, per cui molto è da attribuire all’interpretazione del giudice.
Soglia di tolleranza dei rumori
Il Codice Civile stabilisce delle regole per la tollerabilità dei rumori, parlando di “normale tollerabilità” e facendo riferimento a tutti quei rumori tipici della vita moderna (ad esempio quelli dovuti all’uso degli elettrodomestici) che comunque non possiamo evitare neanche nella nostra privata abitazione.
Il codice non indica però un criterio di “misura” per ciò che si intende per normale tollerabilità, per cui non abbiamo un indice per capire quando l’abbaiare del cane diventa molesto.
Pertanto, di volta in volta il giudice dovrà valutare il fastidio in base a una serie di variabili che ora andiamo ad analizzare.
Il primo elemento da prendere in considerazione è il momento in cui il cane abbaia: una cosa è che avvenga durante il giorno, quando ci sono gli elettrodomestici in funzione, il transito delle auto, ecc.; altra che avvenga di notte, quando anche una mosca che vola può infastidirci.
Altro aspetto è il ripetersi dell’abbaiare: se il cane lo fa ogni tanto non si può definire un fastidio, mentre se l’abbaiare si protrae per tutto il giorno diventa insopportabile.
Si considera poi anche l’ubicazione dell’alloggio. L’abbaiare di un cane incide in maniera sicuramente inferiore se avviene in un condominio in città ubicato su una strada trafficata di quanto possa avvenire in una solitaria casa di campagna.
Infine, si valuta anche la taglia dell’animale: è tacito che un pastore tedesco possa avere un’emissione sonora più potente rispetto a un chihuahua.
Il giudice può valutare questi elementi in vari modi, anche assegnando eventuali perizie fonometriche, e stabilire se l’abbaiare supera la normale tollerabilità e configura dunque un illecito. Ma si tratta di un illecito di natura civilistica o penalistica?
Abbaiare del cane: illecito civile o penale?
A seconda dei casi, variano le contromisure e le prescrizioni del giudice.
Se l’illecito è considerato un reato civilistico, il giudice ordinerà l’interruzione della molestia e anche il risarcimento del danno. Se invece è considerato un reato penale, si può arrivare al sequestro dell’animale.
Ebbene, è intervenuta la Cassazione a stabilire come capire se l’abbaiare del cane si configura come reato civile o penale. La discriminante non è costituita dall’entità del rumore, ma dal numero di “vittime” coinvolte.
Se il disturbo è arrecato a molte persone, l’abbaiare può diventare un illecito penale, ma se a essere disturbata è, per esempio, soltanto la famiglia che abita nell’appartamento adiacente, non è così.
Questo perché il reato di disturbo della quiete pubblica proprio per sua natura deve interessare una pluralità di persone e non poche e individuabili come può essere la famiglia del piano di sotto, indipendentemente dal fatto che a sporgere denuncia sia stata una sola persona.
Conclusioni
Alla luce di quanto detto, possiamo dire che il padrone di un cane può essere denunciato per i latrati dell’animale solo se si è certi che il disturbo sia arrecato a molte persone.
In pratica, dovete assicurarvi che l’abbaiare disturbi un po’ tutto il palazzo e magari anche le abitazioni vicine e non soltanto voi. In caso contrario, è molto difficile che le forze dell’ordine redigano un verbale.