Come calcolare l’aggiornamento Istat sull’affitto
0 commentiI contratti di afffitto possono prevedere l’aggiornamento del canone: ogni anno, il canone di locazione può aumentare in base alla variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati.
La clausola di aggiornamento del canone viene inserita all’interno del contratto di affitto, in accordo tra le parti:
- se nel contratto non si inserisce tale clausola, il proprietario non può richiedere all’inquilino una variazione dell’affitto;
- se la clausola di aggiornamento del canone è presente, l’inquilino non può opporsi all’aggiornamento periodico, purché esso avvenga nei modi specificati nel contratto di affitto;
L’aggiornamento del canone può avvenire anche fino al 100% della variazione dei prezzi di consumo, consultabili in Gazzetta Ufficiale.
Nei contratti con opzione cedolare secca il canone non può subire adeguamenti ISTAT.
Come effettuare il calcolo dell’aggiornamento del canone Istat: esempio pratico
Ipotizziamo che l’affitto casa sia di 700€ al mese.
- Si moltiplica 700 x 12 per ottenere il canone annuo: 8.400€
- Ipotizziamo una variazione percentuale rispetto all’anno precedente del 0,3%
- Si moltiplica il canone annuo per la variazione percentuale (8.400 x 0,3 = 25,20€)
- Si divide il risultato ottenuto per il numero di mesi in un anno (25,20: 12 = 2,1€)
- Dal mese successivo a questo calcolo, il nuovo canone che l’inquilino dovrà corrispondere sarà pari a 700+2,1 = 702,1€
Una volta individuato l’importo, il proprietario deve inviare all’inquilino una lettera per comunicargli il nuovo canone di locazione.