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Escher in mostra a Napoli

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Chi è Escher?

Maurits Cornelis Escher è un nome che a qualcuno potrebbe non dire granché, ma basta mostrare l’immagine di una qualsiasi delle sue opere per scoprire che sicuramente gli è già nota.

Escher in mostra a Napoli - opera Galleria di stampe
1. Galleria di stampe

Chi non ha visto ad esempio le fantastiche scale di Relatività riprodotte sull’album On the run dei Pink Floyd o nei film della saga di Harry Potter o in Una notte al museo?

Si tratta infatti di uno degli artisti contemporanei più popolari, la cui iconografia è stata utilizzata in una vasta gamma di applicazioni, dal cinema alla musica, dai fumetti alla moda. Non a caso è stato coniato il termine “Eschermania”.

Nato in Olanda nel 1898, Escher da bambino era piuttosto timido e chiuso e non otteneva buoni risultati a scuola. Eccelleva però già da allora nel disegno.

Terminati gli studi, iniziò a viaggiare per i Paesi del Mediterraneo. Per la sua formazione risultò particolarmente importante Granada, dove lo splendido palazzo moresco dell’Alhambra divenne per lui fonte di ispirazione.

Visse anche diversi anni in Italia, Paese a cui rimase molto legato perché proprio ad Atrani conobbe la moglie Jetta Umiker.

Nel nostro Paese ammirò e fu ispirato in particolare dalle incisioni di Giovanbattista Piranesi.

Lasciò l’Italia nel 1935 a causa del clima politico che non accettava. Si trasferì prima in Svizzera, poi in Belgio, per poi tornare nel suo paese natale, dove morì nel 1972.

La tecnica di Escher

Escher in mostra a Napoli - opera: Giorno e notte
2. Giorno e notte

Escher ha utilizzato quasi esclusivamente le tecniche della litografia e della xilografia, tecniche che prevedono:

  • nel primo caso l’incisione del disegno a negativo su tavolette di pietra;
  • nel secondo caso l’incisione del disegno a negativo su tavolette di legno.

Le tavolette vengono poi inchiostrate e consentono così di riprodurre su foglio più copie dello stesso disegno.

Del resto Escher sosteneva che l’arte non doveva essere unica, ma riproducibile.

In fase di colorazione, utilizzava nella maggior parte delle opere esclusivamente il bianco e il nero.

Le opere di Escher

Geometrie impossibili, prospettive incredibili, animali che escono dal foglio e che diventano essi stessi geometrie per poi ridiventare animali: sono questi i soggetti ricorrenti delle opere di Escher.

Tra i principi ripetuti nelle sue opere troviamo:

  • la tassellatura dello spazio
  • il moto perpetuo
  • l’autoreferenzialità (ad esempio mani che si autodisegnano)
  • l’effetto Droste

Quest’ultimo prende il nome da una marca di cacao olandese e consiste nella ripetizione dell’immagine nella stessa immagine e così via all’infinito.

Anche questo effetto lo ritroviamo nella copertina di un famoso disco dei Pink Floyd, Ummagumma.

Metamorphose II

Tra i suoi capolavori Metamorphose II (fig. 3 ), un disegno che si sviluppa in lunghezza (in questa versione è lungo circa 4 m per 20 cm di altezza).

La raffigurazione parte da una scacchiera che diventa una serie di lucertole via via più realistiche, che poi ridiventano elementi geometrici (esagoni) per poi trasformarsi in un alveare, da cui fuoriescono api che poi diventano uccelli, che poi ridiventano elementi geometrici (cubi) che si trasformano in un paesaggio reale (Atrani), poi diventano una scacchiera tridimensionale, infine ridiventano la scacchiera bidimensionale da cui si era partiti.

Escher in mostra a Napoli - opera Metamorphose II
3. Metamorphose II

Giorno e notte

Altra opera particolarmente famosa è Giorno e notte (fig.2). Qui si parte da una fantastica visione del paesaggio olandese dall’alto per degenerare in un volo di anatre bianche e nere.

Galleria di stampe

Fu però Galleria di stampe (fig. 1) l’opera che gli diede più filo da torcere. Il disegno mostra, nella parte sinistra, un ragazzo intento a osservare un’immagine in una galleria d’arte.

L’immagine stessa, che rappresenta il porto maltese de La Valletta, mostra l’ingresso della galleria in cui si entra, in una prospettiva che si contorce in maniera incredibile fino al lato destro, con l’intento di ritornare sul ragazzo.

Escher non riuscì però a trovare la “soluzione” della prospettiva e completò l’illustrazione inserendo al centro la sua firma.
Solo in anni recenti un gruppo di matematici olandesi è riuscito a risolvere l’inghippo, completando l’opera.

La mostra di Escher a Napoli

La grande retrospettiva sull’artista olandese che ha battuto ogni record è in mostra attualmente al PAN di Napoli, dove resterà fino ad aprile 2019. Info orari e biglietti

Il motivo di tanto successo risiede nell’essenza pop di Escher, in quel suo essere compreso e ammirato anche da chi di arte non se ne intende o non è appassionato, da adulti quanto da bambini.

La mostra non solo ripercorre la carriera artistica di Escher attraverso circa 200 opere, ma accompagna il visitatore anche con una serie di installazioni interattive grazie alle quali può entrare a far parte dell’opera stessa.

Articolo scritto da:

Carmen Granata

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Architetto libera professionista e giornalista pubblicista. Si occupa di progettazione e consulenza immobiliare anche online. Il suo sito è "GuidaxCasa".

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