L’architetto Frank O. Gehry e la casa danzante di Praga
0 commentiFrank O. Gehry, biografia
Frank Owen Gehry è un architetto nato in Canada, ma praticamente statunitense d’adozione e vincitore del Pritzker nel 1989.
Il suo vero nome era in realtà Ephraim Owen Goldberg, ma avendogli tale tipico nome ebreo reso difficile l’infanzia, decise di cambiarlo alla nascita della prima figlia, per risparmiarle analogo destino. Scelta di cui, poi, si pentì più tardi.
Nato nel 1929 a Toronto da una famiglia di ebrei di origine polacca, si trasferisce a Los Angeles nel 1947 dove studia e si laurea, ma cambia appunto anche il suo nome in quello che oggi conosciamo.
Nel 1961 si trasferisce a Parigi dove lavora alcuni anni e conosce l’architettura storica europea e i lavori di Le Corbusier e Neumann.
Ritornato in patria, apre il suo studio di architettura a Santa Monica.
Contemporaneamente alla prolifica attività progettuale, Gehry ha portato avanti la sua carriera accademica nelle più prestigiose università americane e nel 2005 è stato anche protagonista del film documentario di Sidney Pollack a lui dedicato, “Frank Gehry, Creatore di sogni”.
Una nota di colore: a testimonianza della sua notorietà in campo internazionale, si può citare anche il fatto che sia stato inserito come personaggio “guest star” in una puntata dei Simpson.
Il decostruttivismo di Frank O. Gehry
Famoso per le forme scultoree dei suoi edifici è considerato il maggior esponente contemporaneo della corrente architettonica nota come decostruttivismo.
La sua teoria progettuale prevede infatti la scomposizione delle forme architettoniche in unità elementari, per poi ricomporle con una solo apparente illogicità, al limite tra stabilità e squilibrio.
Predilige in ogni caso le linee oblique e l’utilizzo di materiali insoliti e poveri, come la lamiera metallica e ondulata, materiali usati da molti suoi amici esponenti della pop art per le loro opere di scultura e pittura.
Espressione di questa teoria fu la sua casa personale realizzata a Santa Monica nel 1978, che suscitò molto “scandalo” presso i vicini.
In un’altra epoca la difficoltà realizzativa avrebbe frenato la sua fantasia, ma oggi questo tipo di progetti sono realizzabili grazie all’utilizzo dei moderni software di simulazione virtuale il cui uso è derivato dal settore aeronautico.
L’architetto si è distinto anche nella progettazione di abitazioni private, ma tra le sue opere più celebri possiamo elencare:
- Art and Teaching Museum di Minneapolis (1992)
- l’edificio-scultura Il Peix (Il Pesce, 1992) a Barcellona
- Frederick R. Weisman Art Museum (1994) a Minneapolis
- The American Center (1994) a Parigi
- Museo Guggenheim di Bilbao (1998)
- Walt Disney Concert Hall (2005) a Los Angeles.
L’opera che ha reso celebre Gehry presso il grande pubblico è il museo Guggenheim di Bilbao, caratterizzato dalle forme scultoree e dall’originale rivestimento in titanio, che ha contribuito a rilanciare la città basca come polo di attrazione per il turismo culturale.
Si può dire sia uno di quei casi in cui il “contenitore” (l’edificio) sia diventato poi più importante delle opere contenute.
Per l’Italia ha progettato il Venice Gateway, terminal nautico e centro polifunzionale, avente lo scopo di collegare l’aeroporto Marco Polo della città lagunare con il centro storico.
La casa danzante a Praga
Tra le opere dell’architetto canadese, scelgo di illustrarvi la casa danzante di Praga, proprio per l’ubicazione particolare che la rende un oggetto insolito della città mitteleuropea, famosa per le sue architetture storiche e soprattutto barocche e art nouveau.
Il palazzo praghese, ubicato sul lungofiume della Moldava nel quartiere Nove Mesto, sul sito occupato in precedenza da un edifico distrutto dai bombardamenti del 1945, fu progettato da Gehry in collaborazione con l’architetto di origine croata Vlado Munic.
Ben presto, grazie alla sua forma singolare fu soprannominato “casa danzante” ma è anche noto come “Fred and Ginger”, proprio per il suo aspetto che ricorda vagamente le movenze di due ballerini.
Ciò che distingue principalmente l’edificio, esempio emblematico della corrente decostruttivista, da quelli del contesto in cui è ubicato, sono la forma prevalentemente curva e i materiali, tra i quali spicca l’uso del vetro.
La torre di pietra rappresenta la figura del ballerino, mentre la parte in vetro la sua partner. La sommità della torre in pietra è decorata con nastri di rete metallica intrecciata a simboleggiare i capelli del ballerino.
Per la sua particolarità la casa ha suscitato molte polemiche sin dalla sua inaugurazione, nel 1996, ma in ogni caso è ormai diventata un simbolo architettonico della città ceca, alla stregua del castello o del Ponte Carlo, tanto da essere incisa anche sulla moneta locale.
Fortemente voluto dall’allora presidente Vaclav Havel, l’edificio avrebbe dovuto essere un centro culturale, ma così non fu e oggi ospita uffici di varie multinazionali e un lussuoso ristorante panoramico all’ultimo piano.