Guida alla certificazione energetica della casa
2 commenti in certificazione energetica e altri certificatiChe cos’è la certificazione energetica?
La certificazione energetica ha lo scopo di calcolare i consumi energetici di un immobile e di prescrivere le modalità che si possono mettere in atto per ridurli e quindi aumentare la sua efficienza energetica.
Il risultato della certificazione è l’ Attestato di Prestazione Energetica (APE), un documento che descrive le prestazioni energetiche dell’immobile attraverso un parametro che è detto indice di prestazione energetica, che indica i consumi dell’edificio o dell’appartamento in un anno, e lo classifica attraverso una classe di efficienza energetica.
L’attestato ha durata decennale, ma può essere necessario rinnovarlo anche prima della scadenza dei 10 anni ogni qual volta vengano effettuati interventi tali da comportare modifiche del rendimento energetico.
Prima del 6 giugno 2013, data di entrata in vigore della legge n.90, il certificato energetico prendeva il nome di Attestato di Certificazione Energetica (ACE). Gli immobili che ne sono provvisti continueranno ad essere in regola fino alla scadenza dei 10 anni, a meno che non vengano effettuati, appunto, interventi modificativi.
Chi redige la certificazione energetica?
L’Attestato di Prestazione Energetica può essere redatto da diversi soggetti. Tuttavia riteniamo che quelli più idonei ad occuparsene siano i professionisti del settore dell’edilizia, come architetti, ingegneri, geometri e periti edili.
La redazione dell’attestato, infatti, richiede un’analisi globale del manufatto edilizio, riguardante le caratteristiche dell’impianto di riscaldamento e del tipo di generatore che lo alimenta, nonché quello dell’involucro edilizio, comprendente pareti, finestre e tetto.
Il tecnico certificatore, dopo aver effettuato sopralluogo, inserisce tutti i dati rilevati in uno specifico software che calcola l’indice di prestazione energetica e la classe energetica.
Il professionista, però, non deve limitarsi a elaborare tali dati, ma deve fornire al committente indicazioni da mettere in atto per migliorare le prestazioni energetiche della propria casa (e ridurre così i consumi). Entro 15 giorni, inoltre, deve inoltrare copia dell’Attestato alla Regione di competenza.
Quando è necessario l’Attestato di Prestazione Energetica?
L’Attestato di Prestazione energetica è un documento obbligatorio in caso di trasferimento di una casa. Può trattarsi quindi di una compravendita, ma anche di una donazione o di una locazione. Per quest’ultima, in particolare, l’obbligo di allegazione sussiste solo per i nuovi contratti stipulati dopo il 6 giugno 2013, e non per i rinnovi di quelli già in essere. L’APE è necessario anche quando si realizza un nuovo edificio o una ristrutturazione di carattere rilevante.
La mancata presenza dell’APE comporta gravi rischi: innanzitutto il contratto può essere dichiarato nullo e inoltre il proprietario è soggetto a pesanti sanzioni. Per la mancanza dell’APE in un contratto di compravendita la sanzione può andare dai 3.000 ai 18.000 euro; nel caso di contratto di locazione dai 300 ai 1.800 euro.
L’indice di prestazione energetica deve essere inoltre indicato in tutti gli annunci immobiliari, con qualsiasi mezzo vengano diffusi, in caso contrario si rischiano sanzioni amministrative dai 500 ai 3.000 euro.
L’Ape è necessario anche in caso di richiesta di detrazioni fiscali del 65% per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica di un edificio, per alcune tipologie di interventi. È infatti necessario dimostrare che gli interventi realizzati hanno comportato il raggiungimento di determinati parametri fissati dalla normativa e quindi un miglioramento della classe energetica.
Quanto costa l’Attestato di Prestazione Energetica?
Il mercato relativo alla redazione dell’Ape presenta tariffe quanto mai diversificate.
Il caso più eclatante è rappresentato dalle offerte di certificati attraverso siti di sconti e coupon alla cifra irrisoria di 30 euro circa.
Abbiamo spiegato come il tecnico certificatore, oltre ad essere competente e abilitato (cosa che comporta anche la frequenza di specifici corsi), deve effettuare sopralluogo recandosi nel posto in cui è ubicato l’immobile, che può essere distante anche diversi chilometri dal proprio studio, utilizzare un software (di solito a pagamento) per i calcoli ed impiegare il tempo opportuno per le sue analisi. Solo in questo modo si potrà svolgere un lavoro in maniera professionale ed accurato, e la prestazione non potrà certo avere un costo così basso.
A livello indicativo possiamo comunque dire che le tariffe possono variare in funzione della grandezza dell’immobile.
Buongiorno!!Una domanda sull’idoneità alloggiativa negata,causa altezza minima non rispettata! Si parla di una casa di 100 m2 in affitto costruita prima del 1920!Non sono riuscita a trovare nulla nel archivio del comune! La casa aveva una volta i travi in vista ed è stata ristrutturata! I lavori sono stati regolarizzati con la sanatoria del 1985,dove sono stati chiusi i travi con controsoffitto,così l’altezza è diventata 2,40m! Fatto sta che non mi danno il certificato di idoneità che mi serve per la questura!Cosa posso fare?Grazie
Di solito per gli edifici molto antichi sono previste delle deroghe per i requisiti igienico sanitari. Dovrebbe farsi seguire da un architetto per vedere se nel suo comune è previsto. architetto Carmen Granata