Inaugurato il nuovo ponte di Calatrava a Cosenza
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Lo scorso 26 gennaio, con una cerimonia in grande stile, è stato inaugurato a Cosenza un ponte progettato dall’archistar Santiago Calatrava, vincitore di un concorso nel 2000.
Si tratta della terza opera progettata in Italia da Santiago Calatrava, dopo il ponte della Costituzione di Venezia e i ponti iconici e la stazione ferroviaria di Reggio Emilia.
Alla cerimonia del taglio del nastro ha partecipato lo stesso progettista, architetto, ingegnere e scultore di fama mondiale.
Il ponte è stato intitolato a San Francesco di Paola, il santo patrono della Calabria.
Tralasceremo in questo articolo le ormai “solite polemiche” sui costi dell’opera, nonché le critiche sull’esuberanza formale dell’architetto, elemento ricorrente ogni volta che in Italia si tenta di fare architettura e ci soffermeremo invece sulle caratteristiche del ponte, che rimane una delle più importanti opere di architettura costruite nell’Italia meridionali negli ultimi anni, nonché un segnale del cambiamento della città di Cosenza, sempre più proiettata verso il futuro.
L’opera è stata finanziata con 13 milioni e mezzo di euro, arrivati a 20 milioni di euro con le opere accessorie, è stata realizzata dall’impresa Cimolai e ha impegnato l’amministrazione comunale cosentina dal 2011.
L’ambizioso progetto era stato però promosso circa 17 anni fa dall’allora sindaco Giacomo Mancini e poi portato avanti dall’attuale, Mario Occhiuto.
I ponti sul fiume Crati
Il ponte di Calatrava è solo l’ultimo di uno serie di ponti che negli anni hanno scandito il paesaggio del fiume Crati.
Si va ad aggiungere infatti al ponte Mario Martire, al ponte di Alarico e al Ponte Europa per caratterizzare l’area più moderna della città, dove dovrà essere realizzato un nuovo quartiere residenziale.
L’apertura del ponte di Calatrava permetterà di chiudere al traffico veicolare il vecchio ponte che sorge alla confluenza del Crati e del Busento, realizzando così un’isola pedonale.
Come è fatto il nuovo ponte di Calatrava a Cosenza
Il ponte è realizzato con i materiali solitamente utilizzati dall’architetto valenziano: cemento, acciaio e pietra naturale.
Costituito da un arco strallato di 130 metri, si tende da un fuso bianco di 104 metri di altezza, inclinato di 52 gradi, e scavalca per 22 metri il fiume Crati.
Si tratta pertanto del ponte strallato, ovvero sorretto da una serie di cavi ancorati a piloni di sostegno, più alto d’Europa.
La struttura, simile a quella realizzata da Calatrava per il ponte dell’Alamillo di Siviglia, è stata considerata dagli esperti una vera e propria innovazione nel campo dell’ingegneria.
La forma creata dai cavi che si dipartono dal pilone per sorreggere l’impalcato del ponte lo fanno chiaramente assomigliare a un’arpa, simbolo inequivocabile di armonia, mentre l’altissima antenna si scorgerà da ogni angolazione dalla città.
Una illuminazione a led consentirà di rendere visibile nel paesaggio il ponte anche durante le ore notturne.
La campata è suddivisa in quattro corsie con anche un percorso ciclopedonale e dovrebbe accogliere anche la metropolitana leggera.
Sotto l’antenna del ponte, una piazza mirador apre verso il fiume e i monti della Sila.
Il ponte congiunge la città vecchia con la nuova (la zona di via Popilia con la Contrada Gergeri, una delle aree più degradate della città).
L’area è stata bonificata e riqualificata, proprio per puntare l’attenzione sulle zone periferiche e migliorare la qualità di vita dei residenti.