Piano Casa: a che punto siamo

Cos’è il Piano Casa?

Con il nome di Piano Casa si indicano le disposizioni introdotte dal Governo Berlusconi con il decreto Legislativo 112/2008, operative dal primo aprile 2009.

Si tratta di una legge speciale che consente, in deroga a quanto disposto dai piani regolatori vigenti, l’ampliamento degli edifici esistenti, regolarmente realizzati e conformi al titolo abilitativo con cui sono stati realizzati o ristrutturati.

L’obiettivo principale della legge era quello di rilanciare il settore edilizio in grave crisi e al contempo rispondere al fabbisogno abitativo, senza incidere sul consumo di suolo con la costruzione di nuovi alloggi.

Le norme si sono poi arricchite di ulteriori disposizioni volte a:

• PREMIARE la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, incentivando soluzioni abitative sostenibili e a basso impatto ambientale
• FAVORIRE l’adeguamento antisismico degli edifici, anche attraverso la demolizione e ricostruzione di strutture in aree a rischio, e incentivare la bonifica dell’amianto.

Il bonus minimo di ampliamento offerto ai cittadini per conseguire questi obiettivi è del 20% rispetto al volume esistente, ma può aumentare, se si rispettano particolari requisiti, fino ad arrivare al 50% in caso di demolizione e ricostruzione.

Le norme di carattere generale previste a livello nazionale sono state recepite dalle singole Regioni (infatti in base alla Costituzione la legislazione urbanistica compete alle Regioni).

Ciascuna Regione ha quindi legiferato individualmente, fissando determinati requisiti e bonus volumetrici.

Il Piano Casa è considerato una “legge speciale” in quanto l’intento iniziale era quello di mantenere in vigore le norme per un periodo limitato, fissato in 18 mesi.

Con il passar del tempo, però, quasi tutte le Regioni hanno prorogato, anche più di una volta, la propria legge sul Piano Casa e, anzi, alcune hanno inserito strutturalmente le norme previste nella propria legislazione, per cui restano sempre in vigore.

Facciamo allora un quadro riepilogativo per sapere qual è lo stato delle norme per i diversi enti territoriali.

Il Piano Casa: lo stato nelle diverse Regioni

A parte la Sardegna, dove è stato prorogato fino al 30 giugno 2020, il Piano Casa è stato prorogato al 31 dicembre 2020 nelle seguenti Regioni: Abruzzo, Campania, Calabria, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Toscana.

IMPORTANTE! Stante però l’attuale situazione di emergenza coronavirus, che ha causato la sospensione di quasi tutti i cantieri privati e la proroga delle scadenze amministrative dei titoli abilitativi, non è da escludere la possibilità di ulteriori proroghe.

In queste altre Regioni, invece, la legge è stata resa permanente: Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e provincia autonoma di Bolzano.

La provincia autonoma di Trento non ha mai recepito la legge, mentre in Emilia Romagna e Lombardia non è stata prorogata già da diversi anni.

Come funziona il Piano Casa

Per realizzare un ampliamento secondo le norme previste dal Piano Casa è necessario presentare una Segnalazione Certificata di Agibilità (Scia) o un Permesso di Costruire, a seconda dell’intervento.

L’ampliamento di un edificio esistente, in base alle varie norme, può andare dal 20% al 40% e dipende anche dalla tipologia di immobile (residenziale o non residenziale).

La maggiore premialità è rivolta a interventi che prevedano il ricorso alle fonti rinnovabili.

Gli interventi di demolizione e ricostruzione con ampliamento, invece, possono avere bonus volumetrici che arrivano come detto al 50%.

Quando non si può applicare

Ci sono però anche dei casi in cui non è possibile l’applicazione del Piano Casa . Si tratta di edifici:

• realizzati in assenza o in difformità dal titolo autorizzativo o non accatastati
• situati nei centri storici
• vincolati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio
• ricadenti in aree di inedificabilità assoluta o sottoposti a vincoli
• situati in zone di interesse militare
• collocati in parchi nazionali.

Anche in questo caso, le varie leggi regionali possono prevedere norme più restrittive, in base anche alle peculiarità locali.