Scoperta l’identità di Banksy, l’esponente della street art?
2 commentiChi è Banksy, uno dei maggiori esponenti della street art
Dietro lo pseudonimo Banksy si cela da anni l’identità segreta del più celebre tra i “graffitari”, uno degli esponenti di questa forma di espressione che hanno contributo a far riconoscere alla street art pari dignità con tutte le altre forme d’arte.
Robin Gunningham è Banksy?
Negli ultimi giorni si è tornato a citare il suo nome nelle cronache perché pare che la sua identità stia finalmente per essere svelata.
Secondo uno studio della Queen Mary University di Londra, il misterioso artista sarebbe Robin Gunningham, nato a Bristol nel 1973 o 1974 secondo altre fonti.
Si tratta in realtà un’ipotesi già diffusa da tempo sull’identità di Banksy, confermata grazie a tecniche di mappatura statistiche utilizzate anche dalle forze dell’ordine per monitorare i criminali.
In pratica, è stato condotto un controllo incrociato tra i luoghi frequentati abitualmente da Gunningham e quelli in cui sono “apparse” alcune tra le opere più emblematiche di Banksy.
I dati di Banksy: 140 opere e 6 aree tra Londra e Bristol
I dati utilizzati dall’Università sono completamente di dominio pubblico e quindi del tutto legali.
In particolare sono state analizzate 140 opere dell’artista realizzate tra Londra e Bristol e, in base alla loro localizzazione, sono state individuate 6 aree delle città.
In queste aree sono stati distinti alcuni luoghi in cui la presenza di Gunningham è risultata ufficialmente documentata, come:
– un pub
– una casa a Bristol
– tre case a Londra
– un campo da gioco.
Per il momento non c’è stata alcuna conferma, per cui non si sa se effettivamente il mistero sia stato risolto.
Ciò che è certo è che il clamore mediatico ha sicuramente contribuito a rendere noto anche al grande pubblico questo famoso writer la cui origine è comunque sicuramente di Bristol visto che proprio lì sono apparse le sue prime opere insieme con quelle londinesi, per poi diffondersi solo in un secondo momento nelle principali città d’Europa e non solo.
L’arte secondo Banksy
L’intento di Banksy è quello di liberare l’arte dagli schemi stabiliti dai critici dell’arte che pretendono di decidere se un’opera può essere famosa o no.
La tecnica preferita è quella dello stencil che, proprio grazie a lui, ha cominciato a riscuotere grande successo presso gli street artist di tutto il mondo.
Probabilmente, per realizzare gli stencil utilizza il computer, mentre per dipingere predilige il bianco e nero, con un leggero sfumato e qualche volta con un accenno di colore.
I temi affrontati, spesso con tono satirico, sono sempre legati all’etica, alla politica e alla cultura. Insomma all’attualità.
Le opere e il modo in cui sono realizzate si inscrivono in quel movimento definito di guerrilla art, che si oppone alle iniziative del governo.
Le immagini rappresentano in genere animali, soprattutto scimmie e topi, ma anche poliziotti, soldati e bambini. Spesso sono accompagnate da slogan, con messaggi di denuncia contro la guerra e le istituzioni, anti capitalisti e a favore della pace.
Le opere
I ratti (Rats) sono uno dei temi ricorrenti e dalla città natale sono stati portati un po’ in tutto il mondo. Banksy li ha scelti come simbolo per veicolare i suoi messaggi di pace o di protesta perché animali odiati, perseguitati, ma spesso in grado di mettere in ginocchio intere civiltà.
Uno dei suoi graffiti più famosi, purtroppo rimosso, era quello che raffigurava i protagonisti di “Pulp Fiction” che impugnavano banane al posto delle pistole.
Ma tra gli altri suoi murales più celebri (e particolarmente belli) ci sono anche quelli dipinti sulla barriera eretta dal governo israeliano nei territori della Cisgiordania, a testimonianza del suo impegno politico. Essi rappresentano, grazie alla tecnica del tromp l’oeil, dei veri e propri squarci nel muro che intendono mostrare quello che c’è al di là della barriera (di solito paesaggi tropicali, bambini che giocano, spiagge) o, in un altro caso, una scala per scavalcare il muro.
E che dire della celeberrima Armored Dove? La colomba col ramoscello d’ulivo in bocca simbolo della pace, ritratta con un giubbotto antiproiettile e un mirino puntato sul cuore, è ormai un’immagine celeberrima in tutto il mondo.
Banksy ha lasciato tracce anche in Italia, precisamente a Napoli. In via Benedetto Croce, ad esempio, aveva realizzato uno stencil che rappresentava una interpretazione dell’Estasi della Beata Ludovica Albertoni del Bernini, con in mano un panino e delle patatine, quali simbolo del consumismo. L’opera fu però ricoperta da un altro murales di un artista locale per cui oggi non ve n’è più traccia.
In Piazza dei Gerolamini, invece, è ancora presente una “Madonna con la pistola”, reinterpretazione di un’opera del barocco romano.
Uno dei lavori più recenti è stato realizzato presso la baraccopoli di Calais, dove i rifugiati siriani attendono il passaggio dalla Francia al Regno Unito.
Il murale rappresenta Steve Jobs con in mano una sacca e un vecchio computer della Apple, chiaro riferimento al fatto che il padre del celebre informatico era proprio un rifugiato siriano arrivato a New York negli anni Cinquanta.
Con quest’opera Banksy ha voluto testimoniare la propria vicinanza ai profughi, spesso visti come un problema per i nostri Paesi, mentre la storia di Jobs dimostra come possano diventare una risorsa.
Oltre che per la realizzazione di murales, la sua attività artistica si distingue però anche per una serie di performance provocatorie, come la stampa di false banconote della sterlina con Lady Diana al posto della Regina Elisabetta o la diffusione nei negozi di dischi di una parodia di “Paris”, un album di Paris Hilton.
Di frequente, riesce a intrufolarsi nei musei più famosi del mondo e a lasciare tra le altre opere alcuni suoi quadri dipinti in perfetto stile antico, ma con l’aggiunta di particolari anacronistici.
Sono diversi i luoghi in cui è possibile ammirare le opere di Banksy, ad esempio a Londra sono decisamente numerose per cui non è difficile imbattersene girando per la città.
Purtroppo si tratta però di opere effimere: visto infatti che sono portatrici di messaggi scomodi per il potere non è raro che vengano rimosse, anche se ormai l’artista è riconosciuto e stimato dagli appassionati di arte contemporanea e i suoi lavori raggiungono cifre da record nelle aste di tutto il mondo. Non c’è dubbio infatti che Banksy affronti argomenti su cui spesso si tende a chiudere un occhio, come il riscaldamento globale, le barbare tecniche di macellazione, la sempre maggiore diffusione dell’Aids in Africa, la prepotenza della polizia.
Fonte foto: Banksy
Che tecniche utilizza l’artista?
Come si può leggere nell’articolo:
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