Il Pritzker 2019 assegnato ad Arata Isozaki
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Il Premio Pritzker, considerato il più alto riconoscimento per l’architettura (una sorta di Nobel per quest’arte), è stato assegnato quest’anno ad Arata Isozaki, architetto, urbanista e teorico giapponese.
Il premio è stato fondato nel 1979 da Jay A. Pritzker e da sua moglie Cindy. Isozaki è il quarantanovesimo architetto a riceverlo (in alcuni anni sono stati premiati più professionisti).
Gli italiani insigniti dell’onorificenza sono stati solo due: Aldo Rossi nel 1990 e Renzo Piano nel 1998.
Isozaki è invece l’ottavo architetto giapponese a riceverla. [Per vedere gli altri Premi Pritzker, clicca sulla tag a fondo pagina]
La giuria di questa edizione era composta da Stephen Breyer, che la presiedeva, André Aranha Corrêa do Lago, Richard Rogers, Kazuyo Sejima, Benedetta Tagliabue, Ratan N. Tata, Wang Shu e Martha Thorne.
La premiazione ufficiale si svolgerà in Francia, nel Castello di Versailles, il prossimo maggio. Come da tradizione, l’architetto riceverà un premio di 100 mila dollari, una pergamena e una medaglia in bronzo.
Chi è Arata Isozaki
Nato a Oita nel 1931, Isozaki si è laureato a Tokio nel 1954 ed è stato allievo di Kenzo Tange.
Nel 1963 ha fondato l’Arata Isozaki Atelier, oggi Arata Isozaki & Associates.
In tutta la sua attività, però, l’architetto Isozaki ha sempre portato con sé il ricordo del bombardamento atomico Del Giappone. La sua città natale si trovava infatti esattamente a metà strada tra Hiroshima e Nagasaki.
Come ha ricordato egli stesso, è cresciuto in un luogo dove di edifici ne erano rimasti ben pochi, non esistevano vere e proprie città, ma solo baracche e rifugi.
Il suo primo confronto con l’architettura, quindi, è stato quello con gli spazi “vuoti” e la sua carriera è stata caratterizzata da uno sforzo verso la ricostruzione non solo fisica, ma anche culturale.
Nel 2005 ha aperto uno studio anche a Milano, lo studio Arata Isozaki & Andrea Maffei Associati srl con il socio Andrea Maffei.
Le opere di Arata Isozaki
Una buona parte della carriera di Isozaki è stata dedicata alla ricostruzione della sua città natale, Oita, per la quale ha ideato edifici come l’Oita Medical Hall (1959-60), Annex , e la Oita Prefectural Library.
Ma Isozaki è soprattutto un cittadino del mondo e con la sua prolifica attività ha unito il mondo occidentale con quello orientale.
La sua mentalità aperta e il suo approccio culturale (ha ricordato come abbia viaggiato almeno una decina di volte in giro per il mondo prima di compiere i trent’anni) l’hanno portato a essere uno dei primi architetti giapponesi a costruire all’estero.
Tra le sue opere più importanti possiamo ricordare il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1981-1986) e il Centennial Hall a Nara (1992-98), in Giappone.
Numerosi dei suoi lavori si trovano anche in Italia, primi fra tutti il palahockey olimpico per Torino 2006 e la Stazione dell’alta velocità di Bologna (mai completata).
Molto controverso è stato anche il suo progetto per la nuova entrata degli Uffizi a Firenze, bloccato sin dal 1999.
A Milano ha invece realizzato il grattacielo detto Torre Isozaki, ma noto anche come Torre Allianz o Il Dritto.
La struttura, con i suoi 209 metri di altezza, rappresenta l’edificio più alto d’Italia dopo la torre Unicredit, sempre a Milano.