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Architettura e fantascienza

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Design e fantascienzaEsiste un punto in comune tra architettura e fantascienza? A nostro parere, si! Design e cinema, con la creazione di nuovi immaginari formali, influenzano profondamente la nostra visione del mondo. Che si tratti di modellare spazi e oggetti della vita quotidiana o di rielaborare forme per dare una sembianza tangibile alla nostra immaginazione, in entrambi i casi si tratta di disegno, di dare forma al futuro. Sia il regista che l’architetto sono accomunati dalla necessità di prevedere, di progettare.
 
L’architettura ha un ruolo centrale nel cinema. Lo spazio costruito è protagonista insieme agli attori, non è solo sfondo, ma partecipa alla narrazione comunicando moltissime informazioni utili all’interpretazione del messaggio del film. Il rapporto tra scenografia e architettura può essere inteso in questi termini: l’architettura come costruzione e edificazione del reale, la scenografia come simulazione della costruzione.
 
cinema e architetturaLa scenografia, infatti, ha da sempre sfruttato la possibilità di simulare qualsiasi spazio architettonico, contaminando gli stili e riadattandoli con la massima disinvoltura. Sfruttando gli effetti di «impressione di realtà», il cinema inserisce il soggetto all’interno di queste forme, simulandone l’esperienza spazio-temporale grazie all’identificazione dello spettatore con la cinepresa.
 
Lo scenografo può essere considerato a tutti gli effetti una figura di congiunzione tra il mondo del design e quello del cinema.
Non a caso, molte figure fondamentali per la storia della scenografia del genere di fantascienza come Douglas Trumbull (2001: Odissea nello spazio; Incontri ravvicinati del terzo tipo; Star Trek; Blade Runner), John Dykstra (2002: La seconda odissea; Guerre stellari; Spider-Man) e Syd Mead (Blade Runner;Tron; Aliens; Star Trek), si sono formati nel campo dell’architettura o del design di prodotto.
 
Architettura e science fictionMa perché l’architettura è cosi importante nel genere fantascientifico?
La fantascienza si rivolge al futuro in quanto sfera del possibile.
In ogni visione fantascientifica è implicito un rapporto di causa ed effetto con la realtà che conosciamo per esperienza diretta: un film di fantascienza non mette in scena un mondo altro, ma parla di questo mondo e delle sue possibili evoluzioni future. Proprio questo legame implicito con il presente rende lo studio della fantascienza così interessante in relazione alla pratica del design.
 
Il nostro modo di immaginare il futuro, di trovare soluzioni pratiche e formali a problemi che immaginiamo come evoluzione della realtà presente, ha molto a che fare con la nostra capacità di progettare.

 

Articolo scritto da:

Alessandro Rossi

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Alessandro Rossi, Chief Financial Officer (CFO) di CoContest. CoContest è la prima piattaforma al mondo di crowdsourcing dedicata al mercato dell’interior design, che permette a chiunque necessiti di idee progettuali per ristrutturare un appartamento o un locale di poter trovare la soluzione ideale in tempi rapidi e con costi contenuti.

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