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La facciata termoattiva per ridurre i consumi energetici

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Cosa si intende per facciata termoattiva?

La facciata termoattiva è un innovativo sistema per la climatizzazione degli edifici che sfrutta l’inerzia termica della struttura stessa. In pratica, le pareti esterne vengono utilizzate come una sorta di accumulatori di caldo e freddo.

Sistema termofacciata alimentato da pompa di calore riduce consumi energeticiSono diversi gli elementi che compongono il sistema, primo tra tutti uno speciale termointonaco a base cementizia e a elevata resistenza, appositamente brevettato, che consente di mantenere una temperatura controllata, compresa tra 25 e 30 gradi e fa da scudo alle dispersioni termiche.

Sotto questo intonaco è posato un sistema di serpentine all’interno delle quali scorre acqua calda o fredda a seconda delle esigenze.

Il tutto viene controllato grazie all’energia rinnovabile di un impianto solare termico e a un impianto domotico che gestisce il controllo delle temperature.
In questo modo si riesce a sfruttare le capacità di accumulo delle pareti.

Completa il tutto uno strato isolante che ricopre la facciata.

Gli ideatori della termofacciata che riduce i consumi

Per questo per l’innovativa facciata, detta anche involucro adattivo (ovvero che si adatta alle condizioni climatiche e ambientali del luogo in cui si trova) è stato messo a punto un brevetto dallo studio DBM di Sesto San Giovanni (Milano).

La nuova tecnologia, dopo essere stata sperimentata su un edificio residenziale di Paderno Dugnano, sarà utilizzata per riqualificare alcuni edifici pubblici del Comune di Certosa di Pavia (il municipio, alcune scuole e ambulatori medici).

L’intervento sarà realizzato dalla Esco Samso che si è aggiudicata il bando da 1,8 milioni di euro.
Porterà alla realizzazione di edifici NZEB – acronimo di Nearly Zero Energy Building, ovvero a consumo energetico pari quasi a zero.

L’architetto Gianpaolo Di Giovanni dello studio DBM ha spiegato che il principio alla base del sistema è in realtà noto già da tempo, ma era stato sempre utilizzato solo per le nuove costruzioni. E’ la prima volta invece che viene utilizzato nel campo delle ristrutturazioni.

Considerando che il patrimonio edilizio italiano è costituito da circa 12 milioni di immobili che necessitano di una riqualificazione, si comprende la potenzialità della nuova tecnologia.

Con l’Università di Bergamo è ora allo studio la possibilità di armare l’intonaco per rendere la tecnologia funzionale anche dal punto di vista del rafforzamento antisismico.

A quali edifici si può applicare l’involucro adattivo

Termofacciata, la sezione di una facciata termoattiva con i vari strati che la compongono
I vari strati che compongono la facciata termoattiva

E’ opportuno sottolineare che la facciata termoattiva non si può applicare a tutte le tipologie di edifici.

Il sistema funziona tanto meglio quanto più è massiccia la muratura perimetrale. E’ per questo che si adatta molto bene agli edifici con struttura in cemento armato e un po’ meno a quelli in mattoni pieni o forati.

E’ di difficile applicazione anche sugli edifici storici, ma in questo caso il motivo è dovuto alla difficoltà di riproduzione di forme e decori originari.

Per gli edifici in legno invece risulta inutile visto che sono già ben isolati.

Quanto costa l’applicazione di una facciata termoattiva?

Il costo di una termofacciata è decisamente superiore a quello di un tradizionale cappotto: si passa infatti dai 55 -60 euro a metro quadro a 110 – 120 euro.

Il ritorno economico dell’investimento è stimato però nella metà degli anni: 6 – 7 anziché 13.

Ciò è dovuto al fatto che con l’installazione di un involucro adattivo i consumi si riducono praticamente a zero e in alcuni casi è possibile fare a meno della caldaia.

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