Philip Johnson, l’architetto della Glass House di New Canaan
0 commentiPhilip Johnson, il primo architetto a vincere il premio Pritzker
Philip Johnson è stato il primo architetto a vincere il premio Pritzker nel 1979.
La vita
Nato a Cleveland nel 1906 e morto nel 2005, è stato uno degli architetti più influenti del ventesimo secolo.
Manifestò i suoi primi interessi per l’architettura nel 1928 quando, nel corso di un viaggio in Egitto, ebbe l’occasione di ammirare i templi egizi del Cairo e di Menfi.
Dopo varie esperienze come curatore di mostre e pubblicazioni di architettura, è solo nel 1940 che inizia a frequentare ad Harvard la facoltà, allora sotto la guida di Walter Gropius.
Ma Johnson si pose in maniera critica nei confronti dell’eccessivo funzionalismo del maestro tedesco di cui negò i principi dell’Existenz – Minimum, avvicinandosi invece maggiormente alla concezione teorica di Mies van der Rohe, come dimostra la sua prima grande opera, la Glass House di New Canaan, nel Connecticut, località situata a circa un’ora di treno da New York.
D’altro canto, nel corso della loro vita, i due architetti si sono più volte incontrati e influenzati a vicenda, in un mutuo scambio stilistico.
Stili e opere di Philip Johnson
Durante la sua lunga carriera l’attività di Johnson ha attraversato diverse fasi.
Il periodo dell’eclettismo funzionale è caratterizzato dalla ricerca storica, finalizzata a riproporre in strutture moderne esempi arcaici.
Espressione di questo periodo sono il Pavillon di New Canaan del 1962 e la Roofless Church a New Harmony del 1960.
Nella fase post moderna forma e funzione incominciano a essere strettamente correlate. La più importante manifestazione di questo periodo è rappresentata dal Sony Building di New York del 1984, un grattacielo costituito da uno scheletro in acciaio e vetro, ricoperto da un rivestimento in granito, dove non mancano i riferimenti storici, come quelli a Serlio e Brunelleschi.
Grazie a una mostra da lui inaugurata al MoMa di New York nel 1988, dedicata al Decostruttivismo in architettura, Johnson può essere definito uno dei principali sostenitori di questa corrente, in cui l’architettura è contraddistinta dall’uso di piani inclinati, deviazioni angolari, e sovrapposizioni volumetriche. In stile decostruttivista realizzò diversi edifici, tra cui la Puerta de Europa a Madrid del 1996, formata da due grattacieli inclinati uno verso l’altro.
La Glass House
Il progetto della Glass House, considerata il capolavoro di Philip Johnson, è durato cinquant’anni ed è incominciato con l’acquisto dei 20 ettari di terreno, nel 1946.
L’edificio, di cui si iniziò la costruzione nel 1949, fu progettato per uso personale, tanto che proprio in questa casa, divisa per 45 anni con il compagno David Whitney, avvenne la sua morte nel 2005.
L’edificio in vetro si trova all’interno di un grande appezzamento di terreno, per cui dista dalla strada principale circa centro metri.
Oltre all’edifico principale è presente un volume destinato agli ospiti, denominato Brick House, successivamente utilizzato come camera da letto distinta dal resto della casa.
Nel corso degli anni poi Johnson realizzò all’interno della proprietà altri corpi di fabbrica, tra cui:
- un padiglione affacciato sul laghetto interno e ispirato all’architettura manierista e barocca italiana, costruito nel 1962
- una galleria di dipinti interrata, che comprende anche opere di Andy Warhol e Robert Rauschenberg e fu realizzata nel 1965
- una galleria di sculture risalente al 1970
- un piccolo studio con la biblioteca personale, del 1980
- una portineria per i visitatori costruita in stile decostruttivista nel 1995.
La Glass House è un edificio in vetro di dimensioni 17 m x 9,8 m x 3,2 m di altezza, per circa 160 metri quadri di ampiezza, concepita come un osservatorio trasparente sul paesaggio che la circonda. La casa, che ha un accesso su ogni lato, poggia su un podio di mattoni disposti a spina di pesce.
La struttura portante è costituita da pilastri in acciaio che l’architetto ha voluto mascherare il più possibile con il rivestimento in vetro, a differenza di quanto avviene in alcune opere di Mies van der Rohe a cui si ispira, in cui tali pilastri sono volutamente messi in evidenza.
Oltre alla piattaforma di base, è in mattoni anche un cilindro in cui è posto da un lato il bagno e dall’altro un camino e che, emergendo dal soffitto, rappresenta un elemento dominante della casa.
A copertura di tale cilindro è realizzata una gabbia in acciaio rivestita di vetro.
Tutto il resto della casa è costituito da un unico open space, dove la differenza tra zona pranzo, zona giorno e zona notte è ottenuta con il solo ausilio degli arredi e senza utilizzare alcun setto a tutta altezza.
Molti degli arredi utilizzati provengono dalla casa newyorkese di Jhonson e furono per lui progettati dall’amico Mies nel 1930.
Per schermare le pareti in vetro, sono presenti unicamente dei pannelli in seta grezza bianca che scorrono verticalmente lungo guide.
La Brick House
La Brick House è posta di fronte e, come si evince già dal nome, ha una facciata completamente rivestita di mattoni e presenta solo tre aperture sul retro.
Entrambi gli edifici hanno la forma di parallelepipedo, sono posti parallelamente e sono collegati da sentieri diagonali di ghiaia realizzati nel prato.
Nell’intera proprietà sono presenti altri tre edifici già esistenti quando Johnson acquistò il lotto di terreno, nel tipico stile delle case americane. Johnson le restaurò, dimostrando in tal modo il suo interesse alla conservazione dell’architettura vernacolare.
Nel 1997 la casa fu dichiarata monumento storico del Connecticut e già in vita Philip Johnson ne cedette la proprietà al National Trust for Historic Preservation con l’accordo di renderla accessibile al pubblico dopo la sua morte. Oggi è infatti gestita con iniziative legate all’arte e mostre temporanee.