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Plastica: quali alternative per la casa e la persona?

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Valide alternative alla plastica

Nel 1964 erano 15 milioni di tonnellate, nel 2018 più di 310 milioni. Parliamo dei rifiuti in plastica, naturalmente, secondo i dati pubblicati da WWF Italia.

La plastica è un materiale utile, da non demonizzare, ma che dobbiamo imparare a smaltire correttamente e a limitarne il consumo eccessivo e superfluo.

Ecco allora alcune semplici “buone pratiche” da adottare, sia per quanto riguarda la casa che la persona.

Andiamo a fare la spesa con le borse di tela

alternative alla plastica per casa e persona. Foto borse di tela per la spesa
Borse di tela

Abituiamoci a portare sempre con noi le borse di tela. Leggere e non ingombranti (se ben ripiegate), di colore neutro o colorate, sono lavabili e godono di lunga vita.

Evitiamo, soprattutto al supermercato, di acquistare prodotti super impacchettati. Avete presente la vaschetta ricoperta di pellicola contenente 3 banane o una manciata di prezzemolo? Bene, preferiamo i prodotti sfusi che, al supermercato, devono essere posti nei sacchetti di plastica biodegradabile e poi pesati.
Al mercato, invece, possiamo chiedere tranquillamente al venditore di “travasare” frutta, verdura, carne e qualsiasi altro acquisto nelle nostre borse di tela.

Stoviglie usa e getta compostabili

Se proprio dobbiamo usare piatti, bicchieri e posate usa e getta, cerchiamo quelli compostabili: in fase di smaltimento riducono di molto le emissioni di CO2, non hanno nella loro composizione alcun derivato del petrolio e, conferiti nell’organico, diventano un fertilizzante naturale.

Inoltre, in sostituzione delle cannucce in plastica, se davvero non possiamo farne a meno, possiamo acquistare le cannucce in bamboo, che già si usavano una volta. Alcune aziende oggi le producono anche in acciaio: sono lavabili (con l’apposito scovolino) e imperiture.

Come conservare i cibi

Anche per la conservazione dei cibi c’è una “buona pratica” da seguire: anziché coprirli con la pellicola di plastica o di alluminio, possiamo usare barattoli in vetro, insalatiere o pentole coperte da un piatto rovesciato, da riporre in frigorifero. Anche questa era una vecchia e sana abitudine, soppiantata successivamente dalla plastica!

Idem per le mollette da bucato, che oggi possiamo tornare ad acquistare in legno. Oltre a stendere la biancheria, sono utili per chiudere i sacchetti che contengono farina, zucchero, pasta, ed altri alimenti.

Acqua: bottiglie e borracce

borraccia in alluminio alternativa alle bottiglie di plastica
Borracce in alluminio, foto tratta dal sito Cantello.it

Cerchiamo di consumare la cosiddetta “acqua del sindaco“, quella che sgorga dal rubinetto della cucina. Se poi il sapore non è dei migliori, possiamo installare un apparecchio filtrante, posto sotto il lavello o utilizzare le caraffe dotate di filtro, facilmente reperibili e dal costo contenuto.

Va detto che oggi sono molti i comuni che mettono a disposizione dei cittadini le casette – dispenser, vere e proprie “sorgenti” di città: basta dotarsi di una dozzina di bottiglie di vetro per fare il pieno di acqua gratuita o dal costo di pochi centesimi, disponibile liscia e gassata.

Per chi ha particolari esigenze di salute sulla composizione dell’acqua, è importante segnalare che oggi molte aziende imbottigliano l’acqua in vetro o in materiale compostabile.

La borraccia è il contenitore personale più adatto per chi ha la sana abitudine di bere più volte durante la giornata. Sono preferibili quelle in alluminio, dal collo largo, che consentono un efficace lavaggio giornaliero con acqua e normale detersivo per piatti, seguito da un risciacquo con acqua e bicarbonato. Per evitare cattivi odori, è bene farle asciugare aperte, a testa in giù, durante la notte.

Detersivi e spugnette per le pulizie

Varie industrie produttrici di detersivi si stanno via via convertendo ai contenitori biodegradabili. Inoltre, sempre più spesso, supermercati e negozi hanno erogatori che distribuiscono detersivi “alla spina”, da introdurre nei nostri vecchi contenitori che utilizzeremo più e più volte.

Un’altra alternativa alla plastica è rappresentata da quei detersivi concentrati inseriti in capsule biodegradabili. Hanno l’ingombro di un dito e si sciolgono nell’acqua tiepida. Basta inserirle nelle nostre vecchie bottiglie di plastica e agitare il tutto per avere a disposizione un detersivo… fresco di giornata! Sono interessanti, perché sottraggono alla nostra spesa tanto peso e volume.

Naturalmente possiamo ricorrere a detersivi e saponi “fai da te”: sono tante le ricette sul web per le pulizie eco-friendly.

Per quanto riguarda le spugnette, oggi nei negozi di prodotti biologici troviamo le spugne di luffa, che possono sostituire quelle sintetiche.

Spugne in luffa, foto tratta dal sito Nonsprecare.it

La luffa è una pianta appartenente alla famiglia delle cucurbitacee (come cetrioli, zucchine, zucche,  cocomeri, meloni) i cui frutti sono commestibili e, se essiccati, diventano una vera e propria spugna vegetale, che ha come caratteristiche avere fibre cattura – sporco ed essere biodegradabile al 100% (si raccoglie nell’umido). E’ adatta alla pulizia non solo della casa, ma anche del corpo.

Spugne per detergere il corpo

Oltre all spugne in luffa, di cui abbiamo appena detto, per il corpo si possono utilizzare anche i sacchetti a retina in sisal.

Ma cos’è la sisal?  Si tratta di una fibra naturale, biodegrabile, ricavata dall’agave, che viene tessuta e confezionata in piccoli sacchetti, in cui riporre la saponetta. Da utilizzarsi per la doccia e il bagno, il sacchetto ha delicate proprietà esfoglianti e può essere usato anche per insaponare il viso, preparandolo alla rasatura.

A proposito di rasatura

Pensiamo a quanti rasoi usa-e-getta in plastica si utilizzano ogni giorno nel mondo. Una cifra da capogiro. E allora possiamo sostituirli e tornando a utilizzare il vecchio rasoio di metallo, con lamette intercambiabili. Ormai ne troviamo di diversi tipi sul mercato. Alcuni modelli hanno anche l’impugnatura in bamboo.

Lo spazzolino da denti e da unghie

Anche per questi prodotti c’è una piccola rivoluzione in atto, anche perché é preoccupante pensare che in media gli spazzolini in plastica impiegano 1000 anni a decomporsi e, nell’arco di una vita, se ne consumano circa 300 procapite. Oggi si producono spazzolini in bamboo, con setole in carbone vegetale, dure o morbide.

Articolo scritto da:

Sara Grita

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Webwriter, copywriter, blogger. Nata e cresciuta a Milano, ho lavorato a Roma, Bologna e ancora Roma nelle produzioni video, tv, teatrali, come responsabile della comunicazione. Ho partecipato all'ideazione e alla fondazione di CasaNoi. Questo blog nasce per condividere tutte le informazioni su casa e ambiente ed è aperto alle domande dei lettori.

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