Ponte Morandi, l’idea di progetto donata da Renzo Piano
0 commentiL’incontro di Renzo Piano con i rappresentati delle istituzioni
Lo scorso 28 agosto l’architetto Renzo Piano si è incontrato a Genova con il governatore della Liguria e commissario all’emergenza legata al crollo del Ponte Morandi Giovanni Toti e con il sindaco della città Marco Bucci.
L’incontro ha suscitato notevole clamore perché Renzo Piano si è presentato con un dono simbolico per la sua città: un’idea di progetto per la ricostruzione del Ponte Morandi concretizzata da un plastico che lo rappresenta con l’area sottostante.
Renzo Piano ha tenuto a specificare che la sua proposta è soltanto un’idea, sulla quale occorre ancora a lungo lavorare, ma che lo spirito di fondo deve essere il ricordo della tragedia e il rispetto per le vittime.
Ha riferito infatti che dal momento del crollo, avvenuto lo scorso 14 agosto mentre si trovava a Ginevra, non ha fatto altro che pensare al tragico avvenimento, da cui è stato particolarmente colpito visto che è avvenuto nella sua città.
L’architetto ha sottolineato come sia importante procedere alla ricostruzione velocemente, ma senza fretta, cioè senza rincorrere tempi da record per puri scopi propagandistici, ma pensando in maniera accurata sia all’infrastruttura sia a tutto quello che dovrà sorgervi intorno.
L’idea di progetto di ponte elaborata e donata da Renzo Piano alla città di Genova
Il progetto presentato dall’architetto e senatore a vita genovese è molto semplice e lineare e caratterizzato dalla presenza di 43 pali dell’illuminazione a ricordare le 43 vittime della tragedia.
Secondo questa idea, lo spazio sottostante al ponte non può che essere vuoto e quindi destinato a un grande parco, circondato da edifici che arricchiscano il contesto urbano.
Il presidente Toti ha tra l’altro auspicato che nell’aerea sorgano nuovi immobili per dare una casa a tutte le persone sfollate a causa del crollo.
Renzo Piano ha poi specificato che l’opera dovrà essere frutto di un lavoro corale e che non intende sostituirsi ai progettisti, architetti e ingegneri che vi dovranno lavorare chiamati su concorso.
Ha risposto così, anticipatamente e implicitamente, alla polemica scatenata in queste ultime ore da Inarsind, il sindacato di architetti e ingeneri, sul fatto che la sua proposta a titolo gratuito impedisca ad altri professionisti di sviluppare una propria idea progettuale.
All’opera dovrà lavorare infatti, vista la sua complessità, una equipe molto ampia di tecnici, soprattutto strutturisti.
Petizione contro la demolizione affrettata del Ponte Morandi
Mentre da un lato ci si affretta a portare al termine la demolizione di quanto resta del ponte per ragioni di sicurezza, però, dall’altro è stata lanciata una petizione per fermare l’intervento sottoscritta da numerosi architetti e ingegneri, anche docenti universitari.
Promotore dell’iniziativa è l’architetto e urbanista Antonino Saggio, docente di Progettazione Architettonica e Urbana all’università La Sapienza di Roma.
L’intento è quello di fare preventivamente un’analisi costi – benefici dell’intervento e studiare le possibili soluzioni alternative dal punto di vista estetico, simbolico, ecosistemico e viabilistico.
Con la petizione i professionisti chiedono di valutare l’ipotesi alternativa di un retrofitting, cioè di non demolire il ponte, ma di ristrutturare quanto rimasto e realizzare una protesi per la parte crollata, definitiva o temporanea in attesa dell’analisi costi – benefici.
Questo perché il ponte di Morandi sul Polcevera rimane comunque un capolavoro dell’ingegneria dal valore fortemente simbolico nella storia della città di Genova e di tutta l’Italia.
Tra i firmatari dell’appello spicca la figura dell’ingegner Edoardo Cosenza, ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università di Napoli e componente del Consiglio superiore lavori pubblici che sin dal primo momento si è schierato contro la demolizione del ponte e a favore del suo recupero.
Il professore vorrebbe che il ponte rimanesse come Ponte della Memoria: la memoria dell’ingegneria, dell’importanza della manutenzione delle opere ingegneristiche, delle povere vittime.