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Shigeru Ban, l’architetto de L’Aquila Temporary Concert Hall

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Il premio Pritzker 2014 è andato all’architetto giapponese Shigeru Ban, nato a Tokio nel 1957.

L'architetto Shigeru Ban Pritzker Prize 2014Ban si è laureato negli Stati Uniti nel 1984 e dopo essere stato allievo del grande architetto Arata Isozaki, ha aperto il proprio studio nella capitale nipponica nel 1985.

Per questo motivo non si considera un architetto giapponese, essendolo solo per nascita ma non per formazione e lavorando ovunque in giro per il mondo, molto più che nel suo Paese natale.

Le tensostrutture di Shigeru Ban

E’ famoso per la sua ricerca nel campo delle tensostrutture, realizzate con materiali alternativi e per lo più rinnovabili come il bamboo, i tessuti, la carta e il cartone, e utilizzate per creare strutture temporanee dopo grandi catastrofi naturali.

Ad esempio, nel 1995, dopo il disastroso terremoto di Kobe, quando tutti gli sfollati venivano ospitati in tende, Ban ideò delle casette di 16 metri quadri, realizzate con pareti fatte di tubi di cartone e fondazioni con cassette per bottiglie di birre riempite di sabbia.

Questi tubi di cartone che Ban utilizza nelle sue architetture sono realizzati avvolgendo carta riciclata su tubi d’alluminio e incollandola con collanti naturali. Una volta asciugata la carta, il tubo d’alluminio viene sfilato via, mentre quello in carta essiccata viene trattato per diventare impermeabile e ignifugo.

Da allora tecniche analoghe furono utilizzate per altre opere, quali la ricostruzione temporanea di una chiesa a Takatori o il padiglione giapponese all’Expo 2000 di Hannover.

L’architettura “leggera” di Shigeru Ban

L’utilizzo di materiali tradizionali reimpiegati con tecniche innovative è l’approccio che contraddistingue tutte le opere di Ban, in particolare nel campo delle residenze private.

La sua architettura è riciclabile, leggera, smontabile e trasportabile.

Tra gli altri suoi interventi più famosi:

  • Centre Pompidou di Metz
  • Nomadic Museum (Museo itinerante) 
  • Rose Art Museum in Massachusetts
  • “Cattedrale di cartone” Christchurch in Nuova Zelanda
  • uffici Tamedia di Zurigo
  • primo ponte di carta costruito a Remoulin in Francia.

Shigeru Ban è una personalità rara nel mondo dell’architettura, che si distingue per la sua attenzione all’utilità sociale dell’architettura.

In particolare, come si può vedere dalla sua produzione, si preoccupa di aiutare le persone più bisognose colpite da calamità naturali, private di elementi vitali come un’abitazione in cui ripararsi. Per perseguire tale scopo ha fondato una ONG, la Voluntary Architects Network.

La motivazione con cui nel 2014 gli è stato attribuito il Pritzker è proprio un riconoscimento al suo lavoro in questo campo, con il quale è stato in grado di rispondere con creatività e qualità progettuale a situazioni di estremo disagio e di emergenza.

Da oltre vent’anni infatti è presente nei luoghi dei maggiori disastri, realizzando non solo abitazioni temporanee ma anche luoghi di culto e centri comunitari per offrire ogni tipo di conforto ai sopravvissuti, sia materiale che spirituale.

Attualmente è impegnato nello studio di soluzioni abitative prefabbricate in “glass fibers”, da utilizzare non solo in caso di catastrofi o guerre, ma anche per migliorare le condizioni abitative nelle baraccopoli delle grandi metropoli.

L’Aquila Temporary Concert Hall

Anche in Italia Shigeru Ban si è distinto per la realizzazione di un’opera post terremoto.

Aquila Temporary Concert HallNel 2009, dopo il terremoto in Abruzzo, ha presentato un progetto avveniristico per la ricostruzione del Conservatorio Alfredo Casella de L’Aquila, poi riconvertito nella realizzazione della Paper Concert Hall, meglio conosciuta come Temporary Concert Hall, una sala da concerto da 230 posti a sedere adiacente alla nuova sede del conservatorio.

Ubicata nella periferia della città, la sala si presenta a chi vi giunge come una sorta di lanterna traslucida che nelle ore notturne ne segna l’ingresso orientale.

L’auditorium, inaugurato il 7 maggio del 2011, è stato finanziato  in gran parte dal governo giapponese, che pochi mesi dopo il terremoto volle offrirlo in segno di solidarietà e coinvolse Shigeru Ban per il progetto.

L’intera struttura è costata circa 620.000 euro, una somma relativamente contenuta, dovuta anche all’impiego di tecnologie e materiali sostenibili.

L’edificio è assolutamente ecosostenibile sia per il modo in cui si inserisce nel paesaggio circostante senza invaderlo e alterarlo, sia per i materiali utilizzati.

La sala ha una forma ellittica inscritta diagonalmente all’interno di un quadrato di 25 metri di lato, coperto da un tetto a forma di piramide ribassata sorretto da 44 pilastri. La forma è concepita per configurare l’edificio come una sorta di tempio dedicato ad Apollo, il dio della musica.

Intorno alla sala ellittica si articolano il foyer e una serie di altri locali accessori.

L’intera superficie ha un’estensione di 700 metri quadri e struttura in acciaio, con rivestimento costituito da sacchi di argilla espansa, a loro volta rivestiti dal cartone pressato.

C’è stato infatti un po’ uno stravolgimento rispetto al progetto originario, che prevedeva l’impiego dicartone pressato anche per le strutture, i famosi Paper Tube di Ban, segno distintivo della sua opera, e un tamponamento con pannelli trasparenti tipo policarbonato. La scelta è stata giustificata da ragioni normative, perché il cartone pressato in Italia non è un materiale il cui uso è consentito in ambito strutturale.

Pur essendo realizzata con materiali semplici, la sala ha un’acustica perfetta; del resto uno degli obiettivi principali è stato proprio quello di diffondere il suono nel modo più possibile pulito, fluido e uniforme.

Il cartone si è dimostrato molto funzionale a tale scopo, dimostrando che, se trattato opportunamente, può risolvere brillantemente anche le problematiche acustiche.

Articolo scritto da:

Carmen Granata

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Architetto libera professionista e giornalista pubblicista. Si occupa di progettazione e consulenza immobiliare anche online. Il suo sito è "GuidaxCasa".

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