Tadao Ando e la Casa Invisibile
0 commentiTadao Ando è uno dei più noti architetti giapponesi. Vincitore del Pritzker nel 1995, donò in beneficenza il premio di 100.000 dollari guadagnato, destinandolo agli orfani del terremoto di Kobe.
La vita
Nato nei pressi di Osaka nel 1941, Ando rappresenta una figura del tutto particolare nel panorama dell’architettura contemporanea, in quanto autodidatta. Prima di dedicarsi a questa attività, infatti, ha esercitato i più svariati mestieri, tra cui quelli di pugile e camionista.
Diversamente dalle attuali archistar, il suo percorso formativo non è stato di tipo formale, ma ha imparato “l’arte” dalle sue numerose letture e dai viaggi in Europa, USA e Africa.
La sua opera è fortemente influenzata allo stesso tempo dal Movimento Moderno (e in particolare da Le Corbusier) e dall’architettura tradizionale giapponese.
Da questa trae probabilmente il suo grande rispetto per l’ambiente e la ricerca dell’armonia tra architettura e natura che lo hanno reso famoso nel mondo.
Il suo stile è stato definito dal critico Francesco Dal Co Regionalismo critico, in quanto le strutture seguono le naturali forme del paesaggio, piuttosto che “disturbarlo” facendolo conformare allo spazio costruito.
A differenza dell’edilizia tradizionale giapponese, però, le costruzioni di Ando tendono a chiudersi piuttosto che aprirsi verso l’esterno.
A tale scopo crea muri destinati a delimitare uno spazio intimo e calmo, a misura d’uomo, separato dal caos esterno.
Laddove realizza edifici con pareti vetrate, lo scopo è quello di riflettere il disordine urbano e creare uno spazio interno ordinato e tranquillo.
Elemento fondamentale è sempre l’uso creativo della luce naturale, che contribuisce a definire il carattere degli spazi.
Anche nella scelta dei materiali si denota il rispetto della tradizione da un lato e il ricorso ai prodotti più rappresentativi del progresso, dall’altro.
Per le sue costruzioni utilizza quasi esclusivamente il cemento grezzo, con casseforme che riprendono la dimensione standard del tatami, associando spesso questo materiale a legno e pietra.
Ma attenzione per l’ambiente per Ando significa anche riduzione del consumo di energia e dell’inquinamento. Per questo motivo è impegnato per l’adozione di norme per il contenimento dei consumi energetici e per favorire la longevità degli edifici.
Esemplare a tale proposito è il complesso residenziale a Rokko in Giappone che, oltre a rispondere ai canoni tipici della sua architettura, come l’integrazione con l’ambiente, ha saputo resistere perfettamente al catastrofico terremoto del 1995 senza riportare alcun danno, proprio grazie ai suoi accorgimenti strutturali.
Le opere architettoniche
Queste alcune delle sue opere principali:
– Casa Azumo a Osaka (1976)
– Chiesa della Luce a Ibaraki (1989)
– Fondazione Pulitzer per le arti a Saint Louis (2001)
– Museo di arte moderna a Fort Worth, Texas (2002)
– Fondazione Langen a Neuss, Germania (2004)
– Centro benessere a Naoshima (2006)
– Design Site a Tokio (2007).
Numerosi anche gli interventi in Italia:
– il centro di ricerca Fabrica del Gruppo Benetton a Villorba
– il progetto di risistemazione della Punta della Dogana a Venezia, sede della Fondazione François Pinault
– la AB-house o casa invisibile a Ponzano Veneto
– la sede della casa di moda e il Teatro Armani a Milano
– il flagship store e lo show-room di Duvetica a Milano.
La Casa Invisibile
Tra le opere di Tadao Ando in Italia, anche la dimora per la famiglia di una delle coppie più glamour del jet set nostrano: Alessandro Benetton e Deborah Compagnoni.
Ancora una volta l’ispirazione che ha portato alla progettazione di questa villa unifamiliare è stata la ricerca del dialogo tra lo spazio interno e il contesto ambientale.
La struttura, parzialmente ipogea, è composta da due piani completamente nascosti da terrapieni verdi, mentre il terzo si apre allo spazio grazie alle ampie e luminose vetrate.
Gli spazi interni sono scanditi in maniera modulare, a eccezione del tunnel d’ingresso, alto ben 5 metri, che fa somigliare lo spazio all’interno di una cattedrale modernista.
Il tunnel costituisce l’ingresso per gli ospiti, mentre la famiglia accede all’abitazione direttamente dal garage. Le dimensioni esagerate del tunnel smentiscono però quello che si percepisce nell’interno, in cui le proporzioni sono molto più regolari e a misura d’uomo.
Gli spazi si articolano attraverso i seguenti ambienti:
– quattro camere da letto, di cui una raggiungibile attraverso una sorta di ponte di vetro che sovrasta il soggiorno
– il soggiorno posto al centro della casa e lungo oltre 20 metri
– una sala giochi per i bambini
– una sala da pranzo che si affaccia su un cortile interno
– una palestra con attrezzature sportive.
Le strutture sono realizzate con setti e pareti in cemento architettonico che hanno richiesto l’intervento di maestranze qualificate per l’esecuzione.
L’intera costruzione occupa circa 2000 metri quadri ed è protetta da una vasta cortina di alberi che quasi la nascondono alla vista: per questo l’architetto l’ha denominata Casa Invisibile.
Ma la casa è anche un incontro tra la cultura orientale e il design moderno. Lo dimostra la dislocazione degli spazi, con una corte interna che ricorda le forme di una pagoda e un arredamento moderno dal minimalismo strettamente occidentale.