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Il vetro e sue lavorazioni: vetrate, arredi, complementi

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Le origini del vetro, un materiale antico

Le lavorazioni del vetro oggi sono sempre più diversificate, basta guardarsi attorno per vedere le vetrate utilizzate in edilizia, gli arredi, le stoviglie e tutte le suppellettili che sono parti integranti del nostro abitare. Ma il vetro sembra accompagnare l’uomo fin da epoche remote…

Infatti, secondo una tradizione attribuita a Plinio, fu scoperto occasionalmente dai Fenici. Questi, sbarcati in Siria, presso il fiume Belo, accesero un falò su cui posero dei blocchi di nitrato, utilizzato per appoggiarvi i contenitori per la cottura dei cibi.
Il nitrato, fondendosi con il calore del fuoco e mescolandosi alla sabbia della spiaggia, diede vita a un nuovo liquido trasparente che, una volta raffreddato e solidificato, fu il primo prototipo del vetro.

Si tratta probabilmente di una leggenda, ma in ogni caso i primi a sviluppare una lavorazione vetraria con la soffiatura furono i Romani, che cominciarono a usarlo per le finestre delle case.

Aspetti tecnici del vetro

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Vetro come arredo

Dal punto di vista tecnico, il vetro può essere definito una soluzione solida risultante dalla solidificazione progressiva, priva di cristallizzazione, di miscugli omogenei in fusione formati principalmente da silice, soda, calce.

Per fabbricare il vetro è necessario infatti fondere insieme tre elementi base, ognuno contraddistinto da una particolare proprietà:

  • vetrificante – la silice, sotto forma di sabbia
  • fondente – come la soda o potassa, sotto forma di solfato o carbonato (abbassa la temperatura di fusione della silice)
  • stabilizzante – la calce, sotto forma di carbonato (conferisce al vetro una resistenza maggiore agli attacchi dell’acqua).

Quello più utilizzato  dall’industria vetraria è il float glass (vetro galleggiante): grazie alla sua versatilità e alla resistenza ad essere sottoposto a numerose applicazioni, trova attualmente largo impiego nell’edilizia.

Oggi è possibile realizzare vetrate ad alto contenuto tecnologico, a dimostrazione del fatto che il vetro non è solo materiale di tamponamento, ma è un componente primario della costruzione.

Esistono infatti pannelli termicamente isolanti, cristalli colorati filtranti e riflettenti, cristalli temperati per la sicurezza, vetri profilati, ecc.
Anche nel campo dell’arredamento e dell’illuminazione il vetro trova largo impiego, tanto che oggi alcune collezioni di mobili sono realizzate in vetro.

Le lavorazioni del vetro: vetrate, arredi, interior design

Vetromarca è un’azienda che opera nel settore della lavorazione del vetro dal 1983, andando a specializzarsi in modo particolare nella realizzazione di vetro destinato all’arredamento e all’illuminazione. Esegue anche lavorazioni personalizzate su disegno fornito dal cliente.

Vediamo allora più nel dettaglio alcuni dei trattamenti specializzati destinati proprio al settore dell’arredo.

lavorazioni del vetro arredi complementi foto: sabbiatura del vetro
Lavorazione del vetro: sabbiatura

Sabbiatura

Si tratta di un processo meccanico attraverso il quale è possibile creare incisioni, decorazioni, velature oppure opacizzare il vetro, senza però comprometterne la luminosità.

Satinatura o acidatura

La satinatura prende il nome dall’aspetto finale ottenuto dal materiale, simile al tatto al raso o alla seta.
Vetromarca è in grado di ottenere questo risultato senza compromettere la luminosità del vetro, con effetti artistico-decorativi di opacizzazione parziale o totale.

Si consiglia in particolare per porte interne, pannelli scorrevoli, ante d’armadio vintage, finestre, apparecchi per l’illuminazione e simili.

L’acidatura si chiama così perché si impiega l’acido fluoridrico, in soluzione diluita, oppure applicato come gelatina sulla superficie del vetro.

Tempra

La tempra è un trattamento termico a cui il vetro viene sottoposto per trasformarlo in quello che è detto appunto vetro temperato o temprato.

Prima di essere sottoposta al trattamento, la lastra deve essere tagliata a misura e sottoposta a qualunque altra lavorazione sia necessaria, come svasatura o levigatura degli spigoli.

Per temprare il vetro lo si pone quindi su dei rulli che lo trasportano all’interno di un forno dove viene riscaldato fino alla temperatura di circa 640 gradi. In questo modo raggiunge una fase di rammollimento e per essere nuovamente indurito viene sottoposto a getti di acqua gelida.

Pertanto si raffreddano e induriscono prima le parti esterne e poi quelle interne. Quando incomincia a raffreddarsi la parte centrale, sulla superficie si produce una tensione di compressione bilanciata all’interno da un’azione distensiva.

Il vetro raggiunge con questa lavorazione una resistenza a flessione sei volte superiore a quello di un vetro float.
Infatti, i difetti superficiali sono bloccati dalle tensioni compressive, mentre la parte interna è più libera da eventuali difetti e possibilità di creparsi.

Quando una lastra di vetro temperato si rompe, non esplode in mille pezzi come un vetro normale, ma si frantuma in miriadi di pezzi non taglienti, con maggiori garanzie in termini di sicurezza.

Tuttavia, c’è uno svantaggio. Una eventuale rottura in un punto esterno porta il vetro a frantumarsi completamente. Per questo tutte le lavorazioni, come il taglio, vanno effettuate prima del procedimento di tempra.

Inoltre, non tutti i vetri sono temperabili. In particolare, se presentano fori vicini o forme articolate, possono rompersi durante la lavorazione per via delle tensioni interne.

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