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Vivere tra gli edifici è possibile

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Ricostruzione virtuale di “Live between buildings!”, progetto di un appartamento a  forma di fumetto/ nuvola

Realizzare piccole abitazioni nello spazio che intercorre tra due edifici. E’ questa la proposta di una coppia di architetti per sfruttare gli spazi anche minimi delle grandi metropoli superaffollate. Una notizia che ho trovato geniale, scovata durante le vacanze.

Il concorso promotore

L’idea è sorta in seguito all’annuale concorso internazionale “New Vision of the Loft 2 design award”, indetto dai produttori di lucernai e finestre da tetto Fakro e dalla rivista “A10 – New European architecture magazine”. Si chiedeva ai partecipanti di sviluppare proposte per la realizzazione di loft urbani a risparmio spaziale ed energetico. Loft che avrebbero dovuto sfruttare il più possibile la luce naturale, oltre che utilizzare prodotti della linea Fakro.

Una soluzione ai problemi di spazio

Diagramma Shibuya-ku, Yoyogi, Tokyo, GiapponeI due architetti danesi Mateusz Mastalski e Ole Robin Storjohann hanno vinto il primo premio per il loro progetto innovativo, chiamato “Live between buildings!”, ovvero “Vivere tra gli edifici!” L’idea alla base propone un modo per sfruttare al meglio lo spazio vuoto che intercorre, nelle grandi città, tra un palazzo e l’altro. Sono stati immaginati una serie di appartamenti, più che altro micro-case, per la vita urbana: soluzioni abitative dalle forme giocose, anomale per un consueto appartamento, come la sagoma di una X, una O, un albero, una nuvola o un fumetto.

Un micro appartamento funzionale e dinamico

Nel loro progetto creativo Mastalski e Storjohann prevedono tutte le stanze che compongono un normale appartamento e anche di più: ingresso, area relax con amaca, bagno, stanza da letto, cucina, studio e anche un’area verde dove le piante possono godere di moltissima luce dal momento che la piccola abitazione è completamente circondata da lucernai. A rendere ancora più insolito e divertente il tutto, un’altalena nel salotto – vicino alla libreria per una lettura volante – e una piccola parete per l’arrampicata proprio sopra al letto, dove le eventuali cadute sono attutite dal morbido materasso.

Per ogni città una soluzione

Diagramma - Chelsea Gardens, LondraDiverse le soluzioni per “riempire” le disparate tipologie di spazi tra gli edifici in tutto il mondo, a seconda dello stile architettonico della città. Alcuni esempi: una costruzione a forma di X per Amsterdam, invece per Oslo si immagina uno spazio loft site-specific con i contorni che imitano quelli dell’edificio adiacente.Diagramma - Kanaalstraat 2, Amsterdam, Olanda

Dunque il progetto illustra come l’innovativo concetto potrebbe funzionare bene in città ad alta densità come New York, Tokyo, Helsinki e Londra, magari contribuendo ad alleviare le crisi degli alloggi affrontati da molti spazi urbani sovraffollati.

Un’idea assolutamente vincente, in un momento, come quello presente, di sovraffollamento immobiliare e di finanze ridotte. Voi cosa ne pensate, trovate possa funzionare anche in Italia?

Articolo scritto da:

Martina Adami

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Critica e curatrice di arte contemporanea, vive e lavora a Roma. Al suo attivo vanta la realizzazione di mostre sia collettive sia personali; è stata assistente per una galleria d’arte, oltre ad essere collaboratrice di diversi artisti. Dal 2011 collabora con varie testate di arte contemporanea («Artribune», «Inside art», ecc.) scrivendo recensioni, interviste e articoli di approfondimento. Ha vissuto a Londra da dove è stata corrispondente estera per «Exibart», «Exibart International» e «Inside Art». Tra le esperienze più significative la collaborazione con l'Istituto Nazionale per la Grafica dove ha svolto ricerche bio-bibliografiche e seguito la digitalizzazione dell’archivio video. Adora girare in bicicletta, spostarsi da un'inaugurazione all'altra e visitare gli artisti nei loro studi. Il suo blog personale è www.martbug.it.

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