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Tutto quello che serve per vendere e acquistare casa: il notaio risponde

di 671 commenti

Folon, scultura

Compravendita immobiliare: quali documenti?

Il dottor Giovanni Alcaro, notaio in Roma, risponde alle domande di CasaNoi sulla vendita e sull’acquisto di un immobile [Intervista integrale].

La documentazione necessaria, le certificazioni, la proposta d’acquisto, il compromesso, le registrazioni, i costi, i mutui.

CasaNoi
Il proprietario e l’acquirente sono intorno a un tavolo e vogliono firmare l’accordo che hanno raggiunto tra di loro: è la proposta di acquisto. Normalmente l’acquirente lascia un assegno di un importo modesto, in attesa delle verifiche notarili.
Ci può dare alcuni consigli su questo? Ovvero quali sono i contenuti salienti della proposta di acquisto?

NOTAIO GIOVANNI ALCARO

Le parti quando devono passare all’acquisto dell’immobile devono effettuare delle valutazioni di tipo giuridico. In queste valutazioni il mediatore, che ci sia o meno, non deve entrare e quindi torniamo all’ipotesi da lei fatta di avere le parti intorno a un tavolo.

Parliamo di un immobile, quindi io compratore avrò bisogno di tutti i documenti necessari a provare che chi vende è effettivamente il proprietario, che l’immobile in oggetto è libero da pesi, da ipoteche, da gravami di natura reale, da pignoramenti e da tutto quello che ne può compromettere il valore o può incidere sulla proprietà e, infine, che l’immobile è regolare sotto il profilo edilizio.

Quindi, riassumendo: documentazione di provenienza (atto di acquisto, denuncia di successione, assegnazione da società) e non solo l’atto di acquisto più recente, ad esempio la successione di mio padre che è mancato due anni fa, ma anche l’atto con cui mio padre, venticinque anni fa, ha comprato l’immobile.

Guarda la video guida del notaio

L’esperto di CasaNoi, il notaio Federico Alcaro, spiega quali sono le documentazioni necessarie alla compravendita di un immobile.

Accanto a questo atto di provenienza, io compratore dovrò ricevere la documentazione edilizia e cioè la copia della licenza di costruzione, la copia del certificato di agibilità, la dichiarazione del venditore che l’immobile è stato costruito prima del ’67 supportata dalle risultanze degli atti di provenienza; tutte le varianti edilizie: licenze in variante, concessioni in variante e adesso le DIA (denunce di inizio attività) o, ancor più, la SCIA (segnalazione certificata di inizio di attività) o la CIL (comunicazione di inizio lavori). Tutta una serie di nomi di provvedimenti edilizi che permettono all’acquirente di sapere che la conformazione dell’immobile venduto è debitamente autorizzata, magari con uno o più atti.

Se l’immobile, cosa molto frequente (stiamo parlando di un fabbricato) ha avuto in passato delle parti realizzate abusivamente o sia interamente abusivo, è indispensabile avere la documentazione inerente ai condoni edilizi che può essere o la concessione in sanatoria, se stata già rilasciata, o la copia della domanda di condono munita delle stampiglie di presentazione, unitamente alla copia del pagamento di quanto previsto come oblazione ed eventualmente come oneri concessori a seconda del tipo di domanda, importi calcolati e inseriti dal cliente nella dichiarazione stessa, quindi i bollettini di pagamento.

Ovviamente nella situazione edilizia rientra anche la situazione dei vincoli.
Un fabbricato urbano, specie a Roma o in altre città di grande pregio artistico, può essere soggetto a vincoli (il più noto è il vincolo cosiddetto delle Belle Arti) per il quale occorre che il notaio incaricato dei controlli effettui le indagini, ma praticamente il venditore se ha ricevuto una notifica da parte del Ministero dei Beni Culturali lui (o i suoi danti causa) è tenuto ad esibire questa notifica che ha una notevole rilevanza nelle trattative, tenendo conto che per i beni di maggiore importanza lo Stato ha il diritto di essere preferito all’acquirente: diritto di prelazione.

Laddove si parli di un terreno oppure se  insieme a dei fabbricati si vendano delle considerevoli quantità di terreni che non possono essere considerati semplici pertinenze del fabbricato, ricordo la necessità dei certificati di destinazione urbanistica, da rilasciarsi dal comune, dal quale emerge la destinazione di piano regolatore del terreno venduto da solo o venduto insieme ad altri fabbricati. Fatto molto importante perché informa l’acquirente della utilizzabilità del terreno e quindi lo orienta nel decidere il prezzo.

Altra documentazione necessaria è quella di tipo energetico. Una direttiva europea degli ultimi anni impone che in ogni trasferimento di immobile sia contenuta l’informazione da fornire all’acquirente sul grado di efficienza energetica dell’immobile, quanto meno per le abitazioni, uffici e cose di maggiore importanza.
Il venditore deve sentire, prima di mettersi in gioco con l’offerta di vendita, un tecnico (geometra, ingegnere, architetto) che prepari la certificazione energetica che dica che l’appartamento è molto ben isolato, perde poca energia e quindi consuma meno elettricità ed è preferibile nell’acquisto ad appartamenti vecchi. L’appartamento dove noi siamo, ad esempio, a me piace molto ma è degli anni Quaranta e quindi perde calore non solo dagli infissi ed è catalogato nella classe peggiore (G).

Un altro punto importante, nato dall’iniziativa del Governo negli anni 2007/2008, è la certificazione degli impianti tecnologici.
In questa stanza noi abbiamo un termosifone, c’è un impianto che ci dà la luce, vi potrebbe essere un impianto antincendio, vi possono essere degli impianti di allarme; ci sono gli impianti idrosanitari.

In linea teorica il venditore dovrebbe fornire all’acquirente delle attestazioni che tutti questi impianti sono stati realizzati, nel momento del loro impianto, in conformità alla normativa di sicurezza esistente allora. Questa complessa formulazione dell’esigenza che il venditore ha di fornire questi documenti all’acquirente, è normalmente assolta nelle vendite del nuovo, perché il costruttore che vende il nuovo ha con sé tutte le certificazioni degli impiantisti ed è tenuto a consegnarle. Se non le consegna ha delle sanzioni pecuniarie.

Ma il privato che vende un appartamento di cui è in possesso da quindici, venti, venticinque anni, normalmente non ha queste certificazioni. Al massimo può aver rifatto l’impianto elettrico e allora avrà avuto la certificazione dell’impianto.
Da ultimo, poi faremo un riassunto, occorre fare un’indagine sulla libertà dell’immobile. Questo è un compito che spetta al notaio.

Quindi, riassumendo, io venditore mi presenterò alla trattativa con i documenti che attestino la mia proprietà; possibilmente che attestino la mia proprietà per un periodo superiore ai vent’anni. Quindi tutti gli atti di provenienza del ventennio. Io venditore avrò la licenza edilizia, il certificato di abitabilità; quantomeno se non in copia almeno averne gli estremi. Avrò tutte le documentazioni relative oltre che alle varie varianti, alle DIA presentate, a tutti i condoni edilizi che abbiano potuto interessare il mio appartamento, ufficio, immobile. Anche l’appartamento del portiere condominiale, se questo è ricompreso nella vendita.

In terzo luogo, io venditore mi procurerò il documento che è presupposto a quello che abbiamo detto prima e cioè la documentazione catastale che è data, innanzitutto, dalla piantina catastale che si reperisce presso il catasto; dalla visura catastale che attesta come è composto e come è valutato ai fini fiscali il bene immobile ed inoltre indica in via sommaria chi ne è l’intestatario.
La necessità di avere un attestato catastale conforme alla realtà è oggi fondamentale. Il venditore in sede di alienazione dovrà dichiarare che lo stato dei fatti corrisponde alla piantina catastale. Questo presuppone che se vi sono difformità tra lo stato di fatto e la piantina catastale queste difformità devono essere giustificate da appositi provvedimenti edilizi: licenze in variante, condoni edilizi, ecc.ecc. Abbiamo detto atti di provenienza, abbiamo detto documenti edilizi e documenti del catasto. La certificazione energetica degli impianti.
Un sesto punto è dato dal fatto che nella grande maggioranza dei casi a vendere sono persone fisiche le quali possono o meno essere sposate, possono essere in comunione di beni o in separazione di beni.

Guarda la video guida del notaio

L’esperto di CasaNoi, il notaio Federico Alcaro, spiega le differenze tra regime di comunione e di separazione dei beni riguardo alla proprietà di una casa.

 

E’ opportuno che il venditore ma anche l’acquirente (ora spiegherò perché) si preparino con gli estratti degli atti del matrimonio (è un documento specifico, estratto e non certificato) a margine dei quali risultano le eventuali separazioni dei beni, fondi patrimoniali; cioè tutte quelle scelte che i coniugi possono fare.
Ovviamente se una persona non è sposata, avrà cura di portare un certificato di stato civile da cui risulta che è libero o che è libero a partire da…, perché a seconda della data in cui è tornato libero per il divorzio, gli effetti dell’acquisto sono vari perché l’immobile può cadere in comunione o meno.
Questa è la documentazione di base.
Poi vi possono essere dei minori, allora si avrà cura di organizzarsi con le autorizzazioni, similmente per gli incapaci o per coloro che sono muniti di un amministratore di sostegno.
 Se è una società a vendere o a comprare ci sarà bisogno sempre della visura storica in camera di commercio che mi attesti di chi è la società, chi è l’amministratore; dello statuto della società al fine di vedere quelli che sono i poteri.

Da ultimo ricordo che il notaio è stato trasformato dalla normativa antiriciclaggio in una sorta di commissario Maigret. Dico “commissario” perché a noi sono stati dati compiti di indagine e “Maigret” perchè ci vuole la sua intelligenza per riuscire a fare quello che lo stato pretende dai notai.

Comunque le interpretazioni della Guardia di Finanza sono che il notaio – in quanto professionista e similmente per le loro competenze i sindaci, i commercialisti, gli agenti immobiliari – deve indagare sull’atto che gli viene proposto al fine di appurare se vi sono ipotesi che possono nascondere atti di riciclaggio di denaro illecito o atti di terrorismo.

Con questo compito che è stato così affidato (ringrazio Iddio che andrò in pensione quanto prima, ma mio figlio Federico anche è notaio e quindi se la dovrà vedere con questa cosa) il notaio dovrebbe dire: – Ok. Lei gentile signora compra una casa per cinquecentomila euro! – non solo vedere i mezzi di pagamento, ma indagare come è pervenuta questa somma alla signora e perché lo fa.

Ci sono tutta una serie di indizi di pericolosità tra cui uno molto bello: “L’approfondita conoscenza della normativa antiriciclaggio è di per sé un fatto sospetto” (questo, magari, perché qualcuno si è informato). In questa situazione – io ne parlo con allegria ma è drammatica – il notaio laddove ritenga che ci sia il sospetto di riciclaggio deve effettuare una segnalazione con un complicato modulo informatico alla Banca d’Italia, la quale poi effettua le sue indagini.
Tenete conto che se il notaio fa una segnalazione in base a sospetti che risultano infondati il segnalato può fare causa al notaio per avergli creato problemi. Quindi come la mettiamo…

L’acquirente dovrà essere cauto nella valutazione dell’immobile soprattutto se ritiene di dover prendere un mutuo. Deve sempre pensare a quanto la banca può dargli sul valore, che non è mai il 100%.
E’ opportuno che l’acquirente si faccia un ampio giro di banche cercando di parlare non con il primo impiegato, ma con il funzionario addetto ai mutui o il direttore, andando su internet e facendo la massima comparazione possibile.

Ultima informazione, ma rilevante, quando le parti si siedono e trovano un accordo è bene che si informino sui costi dell’operazione.
I trasferimenti hanno dei costi rappresentati dalle tasse che prende lo Stato, dai costi vivi che il notaio o il tribunale in caso di sentenza, sopporta per una serie di adempimenti presso il catasto e presso le conservatorie dei registri immobiliari e poi da quello che è l’onorario del notaio che è l’unica variabile.

Ricordo che dal 2006/2007 non esistono più le tariffe notarili, se non come riferimento in caso di contestazione. Quindi in linea teorica il notaio può fare il prezzo che gli pare opportuno. Sconsiglio di fidarsi dei colleghi che fanno tariffe stratagliate perché la nostra attività richiede delle strutture minime che hanno dei costi. Questo è quanto. Ovviamente tutto quello che è un costo, va di per sé, è fatturato fino all’ultimo centesimo.

CasaNoi
Al momento della proposta d’acquisto scritta l’acquirente deve rilasciare al venditore, in genere si usa così, un assegno per “fermare” la casa. Questo assegno il venditore lo può incassare subito?

NOTAIO GIOVANNI ALCARO

Nella prassi ordinaria si è instaurato questo meccanismo per cui passo sotto il Lungotevere e vedo il cartello. Chiamo il titolare del cartello, mi incontra e senza avere tutta quella documentazione di cui abbiamo parlato, voglio fermare quell’operazione.
Ma un momento, sono io acquirente che propongo al venditore: – Guarda, ti faccio l’offerta di acquistare e a dimostrazione della mia serietà ti do una somma di denaro che fungerà da acconto del pagamento e nel caso che tu accettassi, diventerà caparra o parte della caparra – .
Normalmente l’offerta vincola solo l’acquirente: – Ti faccio l’offerta, che durerà quindici giorni, di comprare per cinquecentomila euro l’appartamento, a condizione ovviamente che sia libero e che sia tutto a posto, e ti do 2.000/3.000/5.000 euro.-

Il proponente, se il venditore non ne accetta i termini della sua proposta, deve riavere indietro il denaro.
Questo è quello che posso dire… Nella prassi questo assegno viene mantenuto e non depositato, anche se però ricordo che un assegno bancario garantisce il pagamento, o meglio, è suscettibile di protesto, solo se viene incassato entro un certo lasso di tempo. Se lo incassi dopo tre mesi rimani sempre creditore ma non puoi agire tramite protesto.
Quindi si lascia agli accordi tra le parti. Non è obbligatorio prestare questo assegno, però nella prassi si fa così.
Il venditore non è vincolato. Il venditore firma una proposta contrattuale, che è la metà di un contratto: “mi propongo di acquistare”. Se il venditore decide di accettare la proposta risponde: “accetto la proposta”. Se il venditore fa una controproposta: “va bene, accetto a condizione che il prezzo sia superiore” allora è lui che propone ed è l’altro che deve accettare.

Nel momento in cui si fa la proposta: “Mi impegno a comprare per cinquecentomila euro l’appartamento al terzo piano, ecc.ecc. Ti do in acconto della caparra 5.000 euro”. Quando il venditore dice “Accetto”, l’impegno tra le parti esiste.
In linea teorica non c’è bisogno di fare un contratto preliminare successivo. Quello che si può fare è una scrittura privata che riproduce l’accordo principale ed entra nel dettaglio.

Per esempio nella proposta c’è scritto: “Io compro a condizione che sia tutto a posto”, allora nel compromesso il venditore dichiarerà: “E’ tutto a posto perché ho la tale licenza, il tale condono, ecc.”
La prassi, dopo la proposta, vede quasi sempre il compromesso perché è in quel momento che le richieste dell’acquirente vengono soddisfatte dal venditore che fornisce la documentazione.

Se il venditore non è in grado di soddisfare le richieste dell’acquirente che nella proposta dice “Compro a condizione che l’immobile sia in piena proprietà, libero da ipoteche, a posto dal punto di vista edilizio”, vuol dire che l’offerta non è stata accettata e il venditore dovrà sopportarne le conseguenze.
Conseguenze che sono non solo la restituzione della somma, ma dato che il contratto è stato concluso e lui non è stato in grado di dimostrare che l’immobile aveva quelle caratteristiche per il quale ha dato l’accettazione, dovrà pagare anche i danni.


CasaNoi
La visura catastale, la planimetria catastale, ecc. sono documenti che devono essere aggiornati quando si arriva alla stipula?

NOTAIO GIOVANNI ALCARO
Teniamo conto che oggi queste banche dati del Catasto sono accessibili per via informatica. Quindi l’aggiornamento è dato dall’aggiornamento della banca dati.
Se noi stipuliamo oggi con sicurezza le banche dati Catasto sono aggiornate a ieri sera.
E se stipuliamo nel tardo pomeriggio sono aggiornate a oggi pomeriggio.

Tenga conto che la presentazione della documentazione comunque rispetta certi orari.
Ma diciamo che i notai riescono a essere aggiornati al giorno prima dell’atto.
E’ ovvio che il venditore prudente si preparerà, chiederà a un notaio di effettuare una relazione notarile da produrre all’acquirente, il quale poi se la farà riscontrare.

Questa è una prassi molto giusta perché spesso i venditori in perfetta buona fede non sono al corrente di problemi che nascono non tanto dalla malafede, ma dalla data di nascita, dalla necessità di fare atti di rettifica per errate indicazioni catastali.
Quindi è uno strumento opportuno, prima di proporsi per la vendita, effettuare un attento esame della documentazione.

CasaNoi
Notaio, prima, parlando di concessione edilizia, ha accennato a una linea di demarcazione dal 1967 in poi. Di cosa si tratta?

NOTAIO GIOVANNI ALCARO

Il ’67 funziona in questo modo. Esiste la norma generale in materia edilizia che dice che non si può vendere un immobile se non se ne menzionano gli estremi della licenza o permesso o concessione edilizia; cioè del provvedimento in forza del quale il Comune ha autorizzato a costruire.
Le leggi al riguardo prevedono però che se il permesso di costruzione è anteriore al 1967 si possa fare a meno di citare l’immobile. Cioè l’immobile è trasferibile con la semplice dichiarazione che è stato iniziato prima del 1967. Ciò non rende “sano” o meno l’immobile.

Se era abusivo, rimane abusivo. Vuol dire solo che se è un immobile post ’67 costruito abusivamente o si fa il condono edilizio o l’immobile non è vendibile. Se l’immobile è stato costruito abusivamente prima del ’67 l’immobile è vendibile ma è l’acquirente che si ritrova con un immobile abusivo e quindi, nel caso che esca fuori, dovrà sopportare tutte le conseguenze.

CasaNoi
Può succedere, è già successo, che la planimetria catastale sia stata smarrita dal Catasto. In questo caso quell’immobile si può vendere o no?

NOTAIO GIOVANNI ALCARO

No. La normativa catastale, in base a una legge mi pare del 2010, prevede che il venditore a pena di nullità dichiari che lo stato di fatto dell’immobile venduto, cioè la conformazione dell’immobile è conforme alla conformazione risultante dalla planimetria da ultimo depositata in Catasto.

Questo richiede il necessario confronto tra la planimetria ultima depositata in Catasto e lo stato di fatto. Perché il venditore non può fare questa dichiarazione se non c’è una planimetria depositata in Catasto.
Dico ultima perché le planimetrie vengono depositate a seconda delle variazioni. Ad esempio se l’immobile è nato nel 1970 e nel ’93 o ’92 ha avuto delle variazioni per cui è stato fatto un condono edilizio oppure è stata fatta negli anni successivi una modificazione, ad ogni variazione di consistenza consegue il deposito in catasto di un’ulteriore planimetria.

Quindi quello che noi dobbiamo utilizzare come confronto è l’ultima planimetria depositata in Catasto. Se, come succede ahimé non infrequentemente, non esiste una planimetria depositata in Catasto perché è andata smarrita o non si trova, l’atto non si può firmare e il venditore deve (sottolineo “deve”) rivolgersi a un geometra per ripresentare una planimetria catastale. Oggi la ripresentazione avviene con il cosiddetto modello DOCFA con una sua versione migliorata e comporta che presentato il dischetto e inviata in via telematica la denuncia, un minuto dopo noi abbiamo tutto quanto consultabile, sia di catasto che di planimetria. Ogni tanto in Italia c’è qualche cosa che funziona: il Catasto sta cominciando a funzionare…

CasaNoi
Sappiamo che l’atto di compravendita si registra e si trascrive. Perché questo doppio passaggio?

NOTAIO GIOVANNI ALCARO

Questa è un’informazione di cultura generale: lo Stato ha bisogno di soldi. Questa è la premessa.
Lo Stato fornisce una serie di servizi. I registri immobiliari sono i luoghi fisici dove vengono registrati i passaggi di proprietà che avvengono in base ad atti notarili o a sentenze ed è il luogo dove si stabilisce di chi è una certa cosa.
I registri immobiliari tecnicamente si chiamano Agenzie del territorio, ufficio della conservazione: le vecchie conservatorie dei registri immobiliari.

La proprietà di un bene si vede in base alla serie continua di atti notarili che dicono che quel bene da Tizio è passato a Caio, poi è morto Caio, c’è stata l’accettazione dell’eredità, poi gli eredi hanno venduto alla società che poi si è fusa… insomma, ci deve essere la possibilità di ricostruire almeno per vent’anni la proprietà in base a questi atti pubblici.
Questa conservatoria costa. A fianco alla conservatoria lo Stato ha il Catasto che è la collezione di tutte le piante dei fabbricati e anche le mappe dei terreni, di tutt’Italia.
Questo ha un costo notevole anche perché, come abbiamo detto prima, è costantemente aggiornata. Quindi i costi.

Non da ultimo, poi, lo Stato vuole guadagnarci quindi cosa colpisce? Colpisce le manifestazioni di ricchezza.
Il notaio svolge per conto dello Stato (gratis) il compito di esattore, rispondendo in prima persona delle tasse dovute. Quindi a volte i notai si attaccano al telefono col cliente: “Guarda mi sono sbagliato, devi versare altri settemila euro…!” Rispondere in prima persona significa che se non si è fatto dare i soldi che lo Stato vuole per quel tipo di contratto, il notaio deve tirarli fuori di tasca sua. E questo non è coperto dalle assicurazioni.

Quindi lo Stato prevede l’atto del notaio come il momento in cui andare a prendere quanto gli serve per i registri immobiliare o per il Catasto, oppure quanto voglio tassare per questo scambio di ricchezza. Il notaio, nel nostro sistema giuridico, è lo strumento più agile e funzionale per riscuotere i soldi. Siamo una piccola Equitalia, però siamo noi che poi dobbiamo dare i soldi ai privati… E’ un sistema che nel mondo varia come importi, ma quasi tutti gli stati vedono nel trasferimento di ricchezza immobiliare un momento in cui tassare.

CasaNoi
E oggi, qual è la fotografia di chi compra o vende casa?

NOTAIO GIOVANNI ALCARO

Oggi nel 2012 comprano quelli che riescono a farsi finanziare l’acquisto.
Il finanziamento è assicurato, nella mia esperienza, in gran parte dalla “banca casa”, la banca-famiglia. Si mettono insieme papà, mamma, si vendono normalmente dei beni di famiglia e con quei soldi si compra casa al ragazzo o alla figlia.

Più raramente si acquista con mezzi propri, la stragrande maggioranza ottiene questi mezzi dalla vendita di un altro immobile insieme a un finanziamento delle banche.
Le banche danno i finanziamenti a costi elevati con oneri a carico delle parti pazzeschi.

C’è questa prassi, sicuramente valida dal punto di vista delle banche, che è nata dopo la depressione del 2008/2009, per cui chiunque vada a prendere un mutuo, laddove sia l’unico percettore di reddito della famiglia, si deve gravare del peso di una polizza vita che assicuri la banca che in caso che venga meno il percettore del reddito vi sia un altro soggetto che restituisca il denaro alle banche.
Le banche, ma scopriamo l’acqua calda, danno i soldi non solo se ci sono dei beni in garanzia ma soprattutto se ci sono delle fonti di redditi, di flussi finanziari in grado di permettere alle banche di riprendersi i soldi.

Roma, giugno 2012.

 

Aggiornamento 20 gennaio 2014: con la Legge di Stabilità 2014, il notaio è diventato il garante della transazione nella compravendita immobiliare. Per approfondire l’argomento, leggi il post sul nuovo ruolo del notaio.

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671 commenti su “Tutto quello che serve per vendere e acquistare casa: il notaio risponde
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    1. Gentile Adolfo, il fratello che non firma ne ha diritto. Se non riuscite a convincerlo, le strade sono due.
      L’acquirente compra i 5/6 della casa (cosa difficile); uno o più comproprietari possono chiede lo scioglimento della comunione (comproprietà) al tribunale. Il giudice al termine del procedimento può decidere una vendita “giudiziale”. Cercate di trovare un accordo. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  1. Buongiorno, ho stipulato un preliminare di compravendita per un immobile, prevedendo di concludere la vendita col saldo. Nel periodo intercorso, molto più lungo di quanto preventivato, l’acquirente ha effettuato un abuso edilizio sull’immobile che ha portato al sequestro preventivo, con indicazione di demolizione delle parti non a norma. L’acquirente ha perso il ricorso al TAR, ma non provvede alla demolizione. È possibile da parte mia rinunciare all’immobile, anche con una donazione a terzi, per liberarmi di questa situazione? Grazie.

    1. Gentile Maria Antonietta, tu sei stata danneggiata dall’acquirente, a cui hai dato la disponibilità ad utilizzare il bene prima del rogito di vendita. Non solo non hai incassato il prezzo, ma sei anche impossibilitata a trasferire ora la proprietà per donazione o per vendita a causa dell’abuso non sanato. Cerca di trovare una soluzione con un legale o con un notaio. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  2. Buongiorno
    Ho fatto il preliminare di una casa che ha molti terreni di proprietà, ma compongono una strada privata per l’accesso all’abitazione. Al preliminare sono stati menzionati sottoforma di mappali, non c’è specificata la rendita, noi abbiamo chiesto a voce e ci è stato risposto che sono terreni agricoli.
    Qualche giorno fa ho scoperto andando al catasto che sono tutti terreni edificabili quindi andrei a pagare di imu una cifra esorbitante..
    Vorrei sapere se il venditore doveva essere obbligato a specificare questo e se ora posso rivalermi su di lui o no..
    Grazie

    1. Gentile Lisa,
      normalmente nel preliminare il venditore deve specificare la qualità e la consistenza dei beni oggetto di vendita. Sottoscrivere un compromesso pensando di acquistare dei terreni agricoli è cosa sostanzialmente diversa dall’acquistare terreni edificabili. Confrontati con un notaio o un legale. Valuta se uscire dal contratto o trovare una soluzione tecnica (è possibile rinunciare al diritto di edificabilità in comune?) o economica. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  3. Salve ho acquistato un appartamento 5 anni fa adesso devo venderlo devo rifare l attestazione energetica o può valere quello scritto nell atto di 5 anni fa ?

  4. Buongiorno,
    Sto vendendo la mia casa tra privati.
    Una persona che si dice interessata mi chiede l’atto di provenienza senza aver formalizzato nessuna proposta.
    Volevo sapere se posso dare la copia dell’atto o se ci sono controindicazioni.
    Grazie

    1. Gentile Katia, le compravendite sono atti pubblici e pertanto sono facilmente accessibili presso Agenzia Entrate (conservatoria registri immobiliari). Nella stessa visura catastale è citato l’atto di provenienza. Detto questo, se fossi in lei incontrerei questa persona (ma la casa l’ha vista?) e con buon senso valuterei se consegnare copia del rogito, magari chiedendo la cortesia all’interessato di una copia del doc identità. GP

  5. Buonasera,
    sto vendendo il mio appartamento c’è una persona che si dice interessata e vorrebbe avere copia dell’atto di provenienza senza però aver formalizzato le sue intenzioni.
    Vorrei sapere se è corretto fornirlo o se ci sono controindicazioni, considerato che l’unico riferimento della persona interessata in mio possesso è il suo numero di telefono.
    Grazie

    1. Gentile Massimiliano,
      le compravendite sono atti pubblici e pertanto sono facilmente accessibili presso Agenzia Entrate (conservatoria registri immobiliari). Nella stessa visura catastale è citato l’atto di provenienza. Detto questo, se fossi in lei incontrerei questa persona (ma la casa l’ha vista?) e con buon senso valuterei se consegnarne copia, magari chiedendo la cortesia all’interessato di una copia del doc identità. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  6. Buongiorno,
    Vorrei acquistare un immobile, l’agente immobiliare non vuole farmi vedere la procura generale in capo alla figlia del proprietario. Dice che per motivi di privacy non può fornirmela. Il compromesso é firmato dallo figlia( in capo a cui dicono sia presente una procura generale). Io mi sono rifiutata di firmarlo. È corretto? Quali sono i riferimenti normativo? Grazie

  7. salve ,sono estraneo e vivo qua in Italia ,ho la carta d’identità italiana e anche il permesso di soggiorno vorrei sapere se questi documenti bastano per intestarmi una casa ? Grazie

    1. Gentile Losseni,
      la prima cosa da verificare è se esiste una reciprocità con il tuo Paese, ovvero se un cittadino italiano può acquistare nel tuo paese. Informati presso un notaio o presso la tua ambasciata/consolato.
      Se esiste reciprocità, certamente puoi effettuare l’acquisto di una casa se i tuoi documenti sono in ordine. E’ dovere del notaio accertare l’identità della persona in una compravendita. Se sei sposata, il notaio accerterà l tuo regime patrimoniale. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  8. siamo+6+fratelli+abbiamo+ereditato+un+appartamento+con+la+morte+dei+genitori+uno+pero+a+un+debito+con+equitalia+e+il+notaio+ci+a+detto+che+non+puo+fare+il+rogito+a+causa+di+mio+fratello+e+possibile+che+a+causa+di+uno+non+possiamo+fare+il+roggito+e+come+possiamo+fare

  9. sono proprietario al 50% della casa di 100 mq. nella regione puglia avuta per successione da mia madre con una sorella
    proprietaria della casa medesima dell’altra metà pari al 50%.
    Ai sensi delle norme vigenti è valido il mandato di vendita dell’immobile con la sola firma sua? Ovvero, l’ipotetico acquirente
    chiederà ugualmente di acquistarlo senza la mia firma?

    1. Gentile Giovanni, tua sorella può vendere il suo 50%, certamente non la tua quota. Un mandato a vendere dovrebbe essere sottoscritto da tutti i proprietari. Se non sei d’accordo con la vendita, comunicalo formalmente sia a tua sorella che all’agente immobiliare, così da evitare richieste risarcitorie. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  10. salve,
    una semplice domanda ,ho acquistato una casa che fu a suo tempo realizzata tramite una cooperativa, su nessun foglio in mio possesso vi e’ nota circa l’impresa edile che l ha realizzata ,e’ normale in primis?…si puo solo vedere il legale rappresentante di tale cooperativa …e’ possibile risalirne tramite catasto del proprio comune?

  11. Buongiorno, stiamo con la mia ragazza sul procinto di acquistare la prima casa, la compriamo senza mutuo e ha un valore di 115.000 €. Volevo chiederle in che modo dovrei versare la mia quota. La casa la intestiamo a lei. Vorrei sapere se è meglio ma solo come limpidezza dell’operazione e non per altro (separazione, divisione del bene ecc ecc) se fare assegno circolare al proprietario (quindi risulterebbe che ognuno ha pagato la sua quota) oppure fare il bonifico a lei che poi paga tutto al venditore. io vorrei fare la seconda si può fare? Ringraziandola per la risposta invio cordiali saluti.

    1. Gentile Roberto, di fatto stai donando del denaro alla tua ragazza in quanto non ti intesti la casa. Da come scrivi mi sembri consapevole. Ti suggerisco di concordare con il notaio le modalità di pagamento. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  12. ciao salve, se e’ possibile vorrei sapere come e cosa si deve fare per prendere possesso di una casa alla quale sono proprietari 8 fratelli (i nonni sono morti), di cui uno e’ morto (mio padre),,a prescindere che la casa i miei zii, me la vogliono dare a costo zero ,, , vorrei sapere anche eventuali costi , ,, da tenere conto che i miei zii stanno a torino ed io a napoli , mentre la casa e’ a reggio calabria,, in attesa di una risposta ,vi ringrazio

    1. Gentile Antonio, se tutti gli zii sono d’accordo, dovete procedere con la vendita/donazione a tuo favore. Chiedi informazioni al tuo notaio per costi/tempi/imposte.
      Se alcuni zii comproprietari non vogliono cederti la loro quota, puoi chiedere al Tribunale la divisione/vendita per via giudiziale. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  13. Buongiorno,
    Le scrivo cercando di essere d’aiuto ad un mio caro amico senegalese che lavora e vive in Italia e per l’acquisto di una prima casa qui in Italia, gli manca solo di firmare l’atto dal notaio con sua moglie (con la quale è in comunione di beni). Il problema è che la moglie è in Senegal quindi non è fisicamente in Italia. L’agenzia immobiliare e il notaio al quale affidata la compravendita insistono che questa moglie deve essere presente alla firma (deve volare in Italia). Ma si potrebbe fare un documento, una’ttestazione, un atto scritto magari davanti ad un pubblico ufficiale che valga, invece di dover far venire la moglie in Italia?
    La ringrazio anticipatamente, Anna Maria

    1. Gentile Anna,
      si affidi al notaio. Tecnicamente è possibile la procura. Tenga presente che oltre alla complessità di effettuare una procura all’estero, c’è la difficolta della lingua. Il notaio deve accertarsi che la moglie comprenda il contratto che si accinge a sottoscrivere. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli. Fondatore CasaNoi, esperto in valutazioni estimative, compravendite e credito immobiliare. Consulente del credito. Contatti per consulenza mutui

  14. Buongiorno sto acquistando casa tramite agenzia immobiliare, il preliminare me lo hanno inviato via email cosi lo posso leggere prima di firmarlo, ma ho notato che le pagine non sono numerate infatti lo fatto notare all’agenzia e mia risposto che non serve numerare le pagine è vero ? Il preliminare si firma solo nell’ultima pagina o dobbiamo mettere una sigla alla fine di ogni pagina ? In caso di un errore per esempio di un codice fiscale e c’è ne accorgiamo solo dopo il notaio ci può fare contestazioni ?
    Grazie mille in anticipo.

    1. Gentile Massimo,
      prima di acquistare una casa e firmare un compromesso è sempre consigliabile l’assistenza di un notaio per le verifiche legali e documentali.
      Il notaio è il professionista fiducia di chi acquista: sei tu a sceglierlo.
      Gli accertamenti principali del notaio sono:
      – diritti di proprietà dell’immobile (chi sono i proprietari ..)
      – ipoteche o altri “gravami o pregiudizievoli” sull’immobile, comprese servitù, vincoli, etc
      – corretta intestazione catastale
      – conformità catastale (con l’ausilio di un tecnico)
      – esistenza di validi titoli edilizi (permesso a costruire /concessione in sanatoria / SCIA-CILA_DIA-etc)
      – esistenza abitabilità
      Un cordiale saluto Giuseppe Palombelli

  15. voglio vendere la mia casa a due persone . Una acquisterebbe 1/3 e l’altra 2/3. Gli acquirente dopo il rogito pensano di dividere la casa in due parti.(1/3 e 2/3) . Posso fare un’unica vendita lasciando agli acquirente l’onere della divisione dopo il rogito? Grazie. Annalia Gallo

    1. Gentile Annalisa,
      dipende dagli accordi che prenderai con gli acquirenti. Dovete decidere chi sostiene gli oneri tecnici per il frazionamento. Procedendo alla divisione prima del rogito, gli acquirenti hanno il vantaggio economico di risparmiare su successivi oneri notarili e di applicare imposte sull’acquisto distinte per ciascuna delle due unità immobiliare che si generano dopo il frazionamento.
      Diventa quindi importante accertarsi che il frazionamento sia tecnicamente e amministrativamente realizzabile, e quantificare preventivamente i costi, per poi stipulare un compromesso ben fatto – preferibilmente con il notaio degli acquirenti – che definisca esattamente passaggi tecnici, pagamenti e tempistica.
      Un cordiale saluto Giuseppe Palombelli

  16. Come devo comportarmi per avere il recupero fiscale per l’acquisto box di pertinenza senza versare bonifici ma con l’acquisto al momento dell’erogazione del mutuo per l’acquisto della casa

  17. Buongiorno.
    Sono comproprietaria al 50% con il mio ex marito dell’immobile che a breve si dovrà vendere, in quanto mi è stata revocata la casa coniugale nell’atto di divorzio. Chi è in questo caso che stabilisce il valore dell’immobile? Un’agenzia immobiliare o i venditori (di comune accordo)? E, nel caso di svendita di tale immobile, a cosa si andrebbe incontro per quanto riguarda il fisco e l’agenzia delle entrate?

    1. Gentile Santina, è il mercato che stabilisce il valore di un immobile. Potete farvi assistere da un perito o da un operatore professionale per stabilire con quale prezzo iniziare la commercializzazione. Per massimizzare il risultato, è opportuno che trovi un accordo con il tuo ex marito per la scelta dell’agente immobiliare e sulle strategie di vendita. Diversamente è il Giudice che procede alla vendita “forzata” seguendo procedure precise per la perizia e le successive fasi di vendita. Un cordiale saluto. Giuseppe Palombelli

  18. Buongiorno.
    Vorrei acquistare un immobile ai tempi di proprietà dei miei nonni. Allo stato attuale è stato ereditato dai 4 figli di cui uno non in grado di intendere e volere. Dopo 1 anno di attese la figlia di uno dei proprietari ha ottenuto la firma come tutore della mamma interdetta.
    Ora come possiamo procedere all’acquisto dell’immobile? Mi dicono che dovremmo fare un’ulteriore sentenza in cui il tribunale, dopo una perizia asseverata, acconsente alla vendita.
    Visto le lunghe tempistiche burocratiche, affidarmi ad un notatio renderebbe più facile tutto l’iter? Quale strada è più corretta intraprendere?
    Grazie!Emanuela.

    1. Gentile Emanuela, per il rogito avrete bisogno di un notaio di fiducia. Recatevi dal notaio con la documentazione e chiedete assistenza. Sarà lui a dirvi se serve una sentenza del tribunale. Un cordiale saluto Giuseppe Palombelli Ceo CasaNoi

  19. Salve, vorrei richiedere tutte le informazioni e indicazioni per l’acquisto di un immobile con le seguenti caratteristiche: 1. appartamento proposto da agenzia immobiliare 2.l’agenzia ci comunica che il costruttore ha dichiarato fallimento a Giugno’17 3.la vendita fino ad Agosto è possibile attraverso la proposta di acquisto tramite il curatore fallimentare (quindi %agenzia+%costruttore?) 4.da Settembre’17 l’immobile andrà all’asta.

    Preciso che l’immobile è così composto: trivano + cantina + posto auto interno (da completare); inoltre anche la strada dove è sito l’immobile non è completata di urbanizzazione

    Quali sono gli accorgimenti per un eventuale acquisto per questa casistica?
    Su chi grava l’onere di completare il posto auto?
    Quale documentazione è necessaria prima dell’acquisto?

    Vi ringrazio

    1. Gentile Antonella, si tratta di un acquisto che presenta grandi complessità. L’onere delle urbanizzazioni potrebbe ricadere sul nuovo proprietario/aggiudicatario. Dopo aver acquisito informazioni dal curatore fallimentare è necessaria l’assistenza di un tecnico molto competente. Un cordiale saluto Giuseppe Palombelli Ceo CasaNoi

  20. devo vendere un appartamento,1/6 appartiene a mio fratello, volevo sapere, se e’ necessario fare un atto nel quale dichiara di cedere questa parte,oppure basta la sua presenza e la sua firma al momento della vendita ? Grazie

    1. Gentile Fabio, Se hai dubbi sul fatto che tuo fratello non venda il suo sesto della casa, è consigliabile fargli sottoscrivere un’accettazione alla proposta d’acquisto dell’acquirente. Può anche fare procura a te (o altra persona) nel caso avesse difficoltà a presenziate all’atto di compravendita. Un cordiale saluto Giuseppe Palombelli Ceo CasaNoi

  21. Buongiorno,
    mi accongo ad acquistare la prima casa da un costruttore il quale la sta ultimando e mi chiede se ho già contattato il notaio.
    Tengo a precisare che il costruttore ha fatto richiesta di abitabilità prima di ultimare il primo piano della casa (per problemi di altezze e di destinazione d’uso pare..) e mi ha rassicurato che questa cosa non comporterà sanatorie per me un domani. ma a me questa cosa sa di fregatura. Oltretutto la planimetria non è neanche corretta a livello di metri delle stanze.
    Cosa posso fare per tutelarmi?
    devo farmi assistere da un notaio che si appoggia a uno studio tecnico in modo da far sanare la situazione prima del rogito?
    Grazie

    1. Gentile Paola, mi sembra di capire che non ti sei ancora impegnata nell’acquisto e che hai forti perplessità sulla regolarità edilizia della casa. Fai le cose con calma; aspetta di capire prima di firmare qualsiasi impegno. prima cosa: chiedi una copia del progetto approvato e del permesso di costruire. Chiarisci la questione della destinazione d’uso e abitabilità: non è molto chiaro quanto scrivi. Per i metri quadrati tra progetto e effettiva realizzazione ci possono essere differenze imputabili allo spessore dei muri, cavedi, vani tecnici, etc. Hai però la possibilità di andarla a misurare personalmente …. Verifica che il palazzo sia urbanizzato (acqua, fogne, energia elettrica, gas). Puoi avvalerti di una consulenza di un tecnico a tue spese. Anche il notaio potrà assisterti: è tuo diritto sceglierne uno di fiducia. Devo però dirti che quando si acquista da un costruttore generalmente ci si avvale del notaio che ha seguito l’intera (e spesso complessa) storia urbanistica dell’area e dei fabbricati realizzati. Sarà comunque a tua disposizione per qualsiasi necessità o perplessità. Un cordiale saluto Giuseppe Palombelli Ceo CasaNoi

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